E’ inutile negarlo ma le misure di contenimento del CoVid-19 hanno avuto un impatto catastrofico sul mercato interno: nel 2020, secondo le previsioni del Governo, perderemo 70 miliardi di euro di consumi. Si tratta della caduta più forte mai registrata in Italia dal dopoguerra ad oggi, superiore anche a quella registrata durante la grande crisi di inizio decennio.
Sul nostro territorio registriamo attività chiuse da 2 mesi, pochissimi i ristori pervenuti alle imprese dal Governo, mentre Regione e Comuni hanno letteralmente dimenticato artigiani e commercianti. Quest’ultimi sono all’esasperazione e mentre cercano di inventarsi qualcosa per sopravvivere, devono fare i conti con la burocrazia che ricorda loro quello che possono o non possono fare, scavando nei meandri delle norme; la situazione si sta facendo veramente incandescente e l’invito che rivolgiamo alle Istituzioni è quello di correre ai ripari prima che possa succedere qualcosa di veramente irreparabile.
Di fronte a questo scenario assistiamo all’attività politica e amministrativa locale che, presa da lotte di posizionamento, stenta ad arrivare alla mèta; la denuncia che solleviamo è che manca il coraggio, alla politica, di mettersi a disposizione della collettività, quella stessa collettività a cui chiede i voti in ogni tornata elettorale.
L’Amministrazione Comunale di Matera in particolare, completamente assente ad oggi con segnali concreti alle imprese, continua a lacerarsi al suo interno con scontri e rappresaglie più o meno palesi; l’attuale legge di sostegno economico alle imprese e famiglie parla addirittura di utilizzo della quota libera dell’avanzo di gestione, purchè approvato dall’organo esecutivo – per una quota pari all’80% nel corso di esercizio provvisorio – per interventi necessari ad attenuare la crisi del sistema economico derivante dagli effetti diretti e indiretti del virus COVID-19.
A questo punto ecco perchè chiediamo alla politica di abbandonare i duelli e le rappresaglie intestine per intervenire concretamente a sostegno della parte economica e produttiva affinchè si dia una sterzata decisiva a quanto da noi rappresentato e vissuto in questi sessanta giorni di lockdown. L’alternativa è che saranno centinaia e centinaia le attività che non riapriranno più, scrivendo una brutta pagina di storia.