Gaudianello, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil: “Regione Basilicata riaccenda l’attenzione ed avvii un’iniziativa”. Di seguito la nota integrale.
Riaccendere l’attenzione, in primo luogo della Regione, sulla situazione che vivono i lavoratori dello stabilimento Guadianello di Melfi che, tra il ricorso alla cassa integrazione e l’assenza di progetti industriali, nutrono grande preoccupazione per il proprio futuro. A sollecitarlo sono le segreterie regionali Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil sottolineando che sono trascorsi poco più di due mesi dall’annuncio del ricorso al “concordato in bianco” ad opera del management del gruppo Ami, il Gruppo Acque minerali d’Italia, proprietario del marchio Sangemini, oltre che di Fabia, Grazia, Aura e, tra gli altri, dello storico stabilimento Gaudianello a Melfi, senza che sia accaduto nulla.
Non vorremmo che, approfittando della fase di emergenza sanitaria ed economica provocata dalla pandemia Civid-19 e quindi dell’attenzione di Governo e Regione su questi temi– sostengono le segreterie regionali Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil – si perseguano manovre ai danni dei lavoratori lucani. Invano abbiamo richiamato la proprietà ad un percorso improntato sulla trasparenza, con un continuo confronto di merito, senza alcun riscontro. Per questa ragione riteniamo indispensabile un’iniziativa della Regione perché le risorse idrico-minerali sono un patrimonio che appartengono alla nostra comunità e la Regione ha le competenze per garantirne e pretenderne la più efficace e produttiva gestione. Se il management del Gruppo Ami non è in grado di presentare un piano industriale che rilanci complessivamente tutti i prestigiosi Marchi delle Acque minerali d’Italia, compreso quello Gaudianello, passi la mano per consentire il passaggio di gestione.
I lavoratori dello stabilimento di Melfi non resteranno a braccia conserte ad attendere che manovre siano compiute sulla propria testa ed attueranno, a partire dai prossimi giorni, azioni specifiche di pressione e mobilitazione. Sollecitiamo inoltre anche l’intervento del MISE che deve mostrare maggiore iniziativa dando corso alle convocazioni precedenti di incontri per inchiodare il Gruppo Ami alle proprie responsabilità.