Proseguono le proteste a Matera e a Potenza e in tanti comuni lucani di titolari dei saloni di acconciatura ed estetica ancora in attesa di poter riaprire. Tanti i flash mob di parrucchiere e barbieri che protestano ed incalzano la Regione e le due Prefetture tanto più che in diverse regioni sono state emesse ordinanze dai Governatori per anticipare la data del 1 giugno prevista dall’ultimo Dpcm del Premier Conte.
“Le nostre imprese – sottolinea Rosa Gentile, presidente Confartigianato Matera – sono stufe di parole quali Andrà tutto bene! Restiamo a casa…. Se non apriamo le saracinesche al più presto non andrà bene proprio niente”.“La situazione per il settore – afferma – è pesantissima e sono tante le attività che rischiano di non avere la forza per riaprire o che purtroppo dovranno lasciare a casa il personale. Tutto questo è ingiusto e non possiamo permetterlo. Inoltre aggiungiamo il fatto che con la fase 2, tanto decantata, ci sarà un ulteriore forte incremento dei lavoratori abusivi cui molti privati ricorrono e che chissà se un giorno ritorneranno dal loro parrucchiere di fiducia”.
“Questi motivi portano la nostra associazione a ritenere che non sia ulteriormente rinviabile la riapertura dei saloni di acconciatura e dei centri estetici, subordinandola all’applicazione di misure di carattere organizzativo ed igienico sanitarie che abbiamo già provveduto ad inviare ai ministeri competenti, e che sono aggiuntive, rispetto a quelle già stringenti che gli operatori sono chiamati a mettere in atto in ragione delle normative di settore
Gli operatori del settore si sentono presi in giro – afferma Confartigianato – Perché è consentito utilizzare i mezzi pubblici con pericolo di assembramenti, così come è permesso fare lunghe file ai supermercati, mentre imprenditori che per il tipo di lavoro che fanno brandiscono quotidianamente la bandiera della sicurezza devono continuare a stare chiusi? Domande banali che si fanno gli operatori e che fanno salire tanta rabbia. Marzo, aprile e maggio, tre mesi di affitti, bollette, mutui a saloni chiusi per ottenere in cambio che cosa? Proposte di ulteriori debiti, una mancetta di 600 euro e tante chiacchiere di fantomatici miliardi di euro con cui sarebbero ripartiti alla grande di cui, per ora, non si vede nemmeno l’ombra”.
“Come associazione di categoria – afferma Confartigianato – abbiamo cercato in tutti questi mesi di tenere calmi i nostri imprenditori del benessere ma quando si arriva a grattare il fondo del barile e si rischia la fame, quella vera, quella di cui ci parlavano i nonni che hanno vissuto l’ultima guerra, allora i pericoli di arrivare ad una disobbedienza civile sono forti. Noi abbiamo il termometro di queste categorie di imprenditori e abbiamo il dovere di avvisarvi che la temperatura è altissima, fuori controllo. Eppure sarebbe bastato far prevale il buon senso e permettere ai saloni di organizzarsi bene per la riapertura investendo in modo significativo sulla sicurezza e sul rispetto delle regole (distanziamento sociale, capienza massima dei locali, utilizzo di dispositivi di protezione e così via), invece si è voluto adottare la linea dura, quella dello slittamento al 1 giugno (??) dando retta ai virologi, ma fra il rischio di prendere un virus che statisticamente nell’80% dei casi è addirittura asintomatico e il rischio di morire di fame beh, permetteteci ma non c’è scelta”.
Nella nostra regione sono oltre 1.300 le imprese in buona parte artigiane, di cui 800 in provincia di Potenza e 500 in quella di Matera. Al primo posto i saloni di barbiere e le parrucchiere (un migliaio di imprese) seguiti dagli istituti di bellezza (300); l’aumento più consistente è per manicure e pedicure (più 166,7% in cinque anni). L’occupazione delle imprese artigiane dei servizi da noi rappresenta il 4,4% del totale degli occupati nell’artigianato.