Don Nicola Soldo (Diocesi di Tricarico) annuncia in una nota la dipartita di monsignor Girolamo Salierno, “Sacerdote docile ma“sorprendente” della Diocesi di Tricarico, formatore di intere generazioni di giovani”. Il funerale di monsignor Girolamo Salierno è in programma domenica 10 maggio 2020 alle 10.30 e sarà trasmesso in streaming dalla pagina Facebook e YouTube della Cattedrale di Tricarico.
Di seguito la nota integrale inviata da Don Nicola Soldo.
La Diocesi di Tricarico piange la scomparsa di monsignor Girolamo Salierno. Egli nasce l’11 agosto del 1928. Viene ordinato sacerdote dal venerabile servo di Dio monsignor Raffaello Delle Nocche, vescovo di Tricarico (1922-1960) il 27 giugno 1954. A lui si lega particolarmente, quando- come amava raccontare – da ragazzo, scorrazzando per le vie di Tricarico negli anni difficili che precedono il secondo conflitto mondiale, incrocia lo sguardo e le attenzioni paterne del Venerabile. Questi, nella sua azione di promozione della formazione dei fedeli della sua Diocesi, scorge nel giovane Girolamo i segni della vocazione al ministero sacerdotale e lo guida nel cammino di discernimento. È un incontro questo che, unito all’esperienza in Azione Cattolica, lo segnerà e rimarrà determinante per tutta la sua vita.
Monsignor Girolamo Salierno è stato vicario parrocchiale della parrocchia cattedrale di Santa Maria Assunta in Tricarico dal 1955 al 1988, parroco della stessa dal 1988 al 2008. Ha ricoperto l’incarico di canonico teologo del capitolo cattedrale di Tricarico dal 1988, è stato anche presidente dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero dal 1990 al 1998. Ha svolto il servizio di cerimoniere vescovile con i vescovi Raffaello Delle Nocche, Bruno Maria Pelaia, Giuseppe Vairo, Carmelo Cassati e Francesco Zerrillo. Il suo ministero viene inaugurato dalla nomina a procuratore del Santuario diocesano di Santa Maria di Fonti insieme a mons. Angelo Garramone. È stato, inoltre, assistente parrocchiale e diocesano di Azione Cattolica, assistente regionale per il settore Acr. Ha insegnato per oltre venti anni religione nelle scuole superiori.
Una generosità umile, obbediente e creativa contraddistingue tutta la sua vita. Già nei primi anni del suo ministero, emergono quelle caratteristiche peculiari che lo hanno reso un uomo e un sacerdote “rivoluzionario” e docile allo stesso tempo. Sarà “rivoluzionario”quando -in anni impensabili- cura i giovani attraverso la passione per il calcio, fino a destare meraviglia tra i confratelli e i fedeli laici. Don Girolamo preferiva operare più che parlare. Dall’esperienza di Azione Cattolica e dalla figura del venerabile monsignor Delle Nocche ha imparato la gioia del donarsi senza lesinare energie, la fecondità del formare all’impegno e alla missione nell’esperienza concreta della vita. Tutta la sua vita e il suo amore hanno avuto un centro propulsore, quello che tutti, proprio tutti, conoscono come “il campeggio di don Girolamo”. Dal 1968,più generazioni sono state formate in quello che non è solo un luogo fisico, in quel bosco dove la vita diventa speranza e servizio, dove egli voleva che i giovani, nell’esperienza dell’essenzialità, delle discipline, del lavoro di squadra potessero imparare a essere responsabili della realtà e così scoprire la propria vocazione e l’amore di Dio e per la Chiesa. Nella cappella del campo si nasconde un piccolo “segreto rivelatore”, tra le pietre che compongono l’altare e l’area del presbiterio.Queste sono disorganiche e scomposte nella parte più distante, ma più si procede verso l’altare ed il crocifisso e più diventano armoniche e ordinate. Don Girolamo stesso spiegava con passione che tutto il segreto della vita èin questo gioco della composizione della pietra: aiutare i giovani a trovare armonia e ordine procedendo verso Gesù. Come parroco, lo ricordano proprio tutti i suoi parrocchiani tra i vicoli del centro storico di Tricarico – dove cade la sua parrocchia – bussare a tutte le porte, soprattutto quelle dove si consumavano silenziosi drammi. Don Girolamo era però l’uomo della gioia, fino alla fine ha avuto lo spirito libero e “frizzante” di un giovane, perché era rigenerato dall’ebbrezza di quello Spirito che sempre lo ha guidato.Non possiamo dimenticare il suo amore verso la Mamma celeste e i suoi viaggi a Lourdes, perché l’amore per Dio è stato sempre tradotto da don Girolamo in attenzione agli ultimi, ai bisognosi, ai malati. La sua vita semplice, appassionata, feconda, originale lascia una traccia che nessuno può dimenticare e diventa un dono e un compito per chi lo ha conosciuto e amato.