“Venga in Basilicata dove troverà una situazione più favorevole per la ripresa produttiva ed industriale dopo il lockdowm per effetto dei buoni dati di contenimento del Covid-19 che ci proiettano gradualmente verso l’obiettivo di “regione free Covid”, un contesto adatto per la sua attività automotive e potrà contare sulle misure già previste per i nuovi investimenti contenute nei programmi della Zes”: è l’invito che il segretario generale della Uil Basilicata rivolge ad Elon Musk che ha minacciato di lasciare la California, dove si trova il suo unico sito di produzione di auto elettrice Tesla in Usa, perchè le autorità locali gli hanno vietato di riprendere la produzione a causa della pandemia di coronavirus.
Per Tortorelli “il polo automotive di San Nicola di Melfi con il piano industriale Fca già indirizzato alla produzione di auto elettriche e ibride ha tutto da guadagnare dalla competizione internazionale e quindi da presenze in regione di altri gruppi, come nel caso del prestigioso Tesla. Purtroppo quasi tutte le case costruttrici hanno ancora un approccio ancorato al passato e non riescono ancora ad utilizzare una filosofia costruttiva completamente nuova che nel post-covid è destinata a diventare una scelta molto diffusa tra i cittadini per le nuove esigenze di mobilità che si stanno imponendo all’insegna del risparmio e della riduzione dell’inquinamento.
Intanto, se si incentivasse ad esempio la sostituzione delle vecchie vetture fortemente inquinanti – continua Tortorelli – con nuove vetture anche benzina e diesel di ultima generazione, il beneficio ambientale sarebbe evidente. La trazione elettrica rappresenta difatti solo una piccola frazione delle attuali immatricolazioni e avrà bisogno di molti anni e grandi investimenti in infrastrutture, secondo le stesse previsioni esposte dal Ministero, per diventare davvero rilevante: si è parlato in particolare di una quota del 17% di elettrico nel 2030.
Dobbiamo quindi favorirla, ma senza scartare aprioristicamente altre soluzioni che possono contestualmente arrecare ottimi risultati, da quelle che rendono assai meno inquinanti le motorizzazioni tradizionali a nuove opportunità come il gas naturale compresso o l’idrogeno, che poi è una forma per certi versi più avanzata di elettrico già allo studio sui veicoli pesanti”.
“Sarebbe auspicabile – continua Tortorelli – che la tempistica degli incentivi tenesse conto anche dei processi in atto nell’industria italiana, come noto oggi concentrata sulla produzione di vetture a propulsione tradizionale ma in procinto di ampliare fortemente l’offerta di auto elettriche e ibride. Inoltre l’obiettivo dichiarato di ridurre il parco circolante complessivo di veicoli privati dovrebbe essere bilanciato da un grande potenziamento della rete di trasporti pubblici, altrimenti si tradurrà in un’operazione per così dire classista e a pagarne le spese saranno i comuni cittadini, i pendolari e i lavoratori che saranno costretti o a sostenere costi maggiori o a subire disagi e aggravi dei tempi di viaggio”.
Su tutto questo il Governo, per rilanciare la vendita di auto, all’insegna di meno statalizzazione e più sostegno, può fare molto a partire da un sistema di incentivi che sia capace di garantire un graduale ed equilibrato passaggio ad un parco auto sempre meno inquinante, sulla base dei dati oggettivi sulle emissioni complessivamente prodotte nell’intero ciclo di vita di una vettura e non sulla base di pregiudizi ideologici esclusivamente legati al tipo di propulsione utilizzata”.