Il materano Giovanni Caserta in una nota esprime alcuni riflessioni su quanto ci aspetta dopo l’emergenza Coronavirus.
Si sente volentieri dire che il coronavirus, con tutte la rovine che si porterà appresso, servirà a rendere l’umanità più buona. E’ una pia illusione; è un sentimento che prende di fronte allapaura. Siamo in tanti a tremare. La storia, purtroppo, dice che, dopo le grandi tragedie collettive,la situazione si fa più grave, perché troppo grandi si fanno il disagio e i bisogni. Uomini e donne che hanno perso il lavoro, imprenditori piccoli e grandi che hanno chiuso i cancelli o le saracinesche, famiglie che hanno perduto un padre, una madre, un figlio sostegno nella sopravvivenza,orfani rimasti fuori della scuola, non mancano di creare gravi squilibri e disordini sociali di grande portata che,ramificandosi nella vita quotidiana, possono creare e creano situazioni di diffusa delinquenza.
Dopo la prima guerra mondiale due filantropi – Padre Minozzi e Padre Semeria – si preoccuparono di raccogliere gli orfani di guerra, e ragazzi di strada, per portarli in collegio e garantirgli istruzione ed educazione. Ma era solo un aspetto della questione. Rovine del tessuto economico-sociale spinsero a disordini che favorirono l’avvento di Mussolini, uomo d’ordine – si disse – e della Provvidenza. Dopo la rivoluzione russa, il pedagogista Makarenk organizzò un nuovo tipo di scuola per ragazzi russi. Introdusse un nuovo metodo educativo, detto “del Collettivo”,tramite il quale formava al senso di responsabilità e totale dedizione alla causa del gruppo, anche a scapito della formazione individuale. La morale era nel servire la società. E nell’essere perfetto cittadino.
Dopo la seconda guerra mondiale entrò in gioco, di forza, l’Azione Cattolica., che organizzò la gioventù sul territorio nazionale. Contemporaneamente, però, si ebbero assalti ai municipi, ribellioni nelle carceri, il banditismo in Sicilia, il terrorismo in Alto Adige… Per venire incontro al bisogno di case, cibo, lavoro, e per sostenere e contenere pericoli di instabilità politica e sociale,molto contribuì lo spirito democratico insito nella Costituzione. Eppure ci fu l’Uomo Qualunque!Particolarmente importanti furono gli aiuti americani, il Piano Marshall, la Poa… Dall’America e dai parenti americani arrivarono pacchi con la carne in scatola, la farina lattea, vestiti. A Matera fu organizzato un mercato di vestiario americano usato. Da ragazzi ne indossammo esemplari. I Comuni organizzarono cantieri scuola per dare una giornata di lavoro ai disoccupati e aiutarne le famiglie. La domenica, il biglietto del cinema aveva un sovrapprezzo per soccorso invernale. Si aspettava la neve per mandare gente a spalarla;i boschi di Timmari e Picciano offrirono legna e carbonella per l’inverno; il Comune assegnava ad ogni capofamiglia un pezzo di bosco da utilizzare. I bisogni erano allora essenziali e limitati. Il problema fondamentale e unico era avere il pane, anche da solo. Peri bambini poveri fu organizzata, nella sede di sant’Agostino, la refezione scolastica. Poteva bastare.
Oggi la miseria è di natura diversa e più complessa. Consiste nella impossibilità di soddisfare una molteplicità di esigenze divenute vitali. Vanno dalla corrente elettrica al telefono, dalla benzina alle medicine, dal metano alla scuola… La miseria sarà più diffusa e grave. Se ne avvertono già tutti i segni, considerato il gran numero di persone che già fanno la fila per un pasto, o che sono diretti al Monte dei Pegni. Probabilmente assisteremo, nel Sud, all’arrivo di emigrati che erano partiti per il Nord alla ricerca di lavoro, molte volte non regolarizzato, o a tempo determinato. Al Nord avranno il problema del fitto di casa. La crisi dell’Argentina, anni fa, determinò il rientro di non pochi emigrati. Si suppone che ci possa essere un movimento al contrario, dal Nord al Sud, come avvenne durante la guerra partigiana, quando, dal Nord in stato di guerra, molti scesero al Sud, ormai liberato e in pace.
Bisogna che la Regioni e i Comuni meridionali si attrezzino sotto la direzione del governo centrale potrebbe anche aversi un risvolto positivo, seil fenomeno sarà intelligentemente governato. Potrebbero ripopolarsi i paesi abbandonati, dove molti emigrati conservano ancora la casa. Comunque, si trovano case abbandonate, i cui proprietari sono ormai introvabili. Nei paesi ci sono attività di artigianato, di piccolo commercio e agricoltura che possono e devono riprendere vita. Devono tornare in vita il distributore di benzina, la farmacia, il medico condotto… Con l’arrivo di bambini, potrebbero riaprirsi scuole, oggi chiuse. E caserme. Ma è il settore agricoltura quello che potrebbe giocare un ruolo importante. Si pensi che la stessa è stata lasciata nelle mani degli extra comunitari. Con questi potranno lavorare i nostri giovani e gli operai tornati a casa. E ci sono terre incolte e masserie abbandonate, che potrebbero essere rivitalizzate. Ci vogliono incentivi. All’ingresso di un supermercato, a Matera, ho trovato un cesto riservato alla spesa sospesa. Buona e lodevole iniziativa, che però non potrà risolvere un problema che vedo di massa. Il paese tutto avrà bisogno di molti soldi per assicurare il minimo indispensabile alla sopravvivenza di qualche milione di cittadini. Bisogna pensare ad un progetto massiccio di assistenza, almeno per due o tre anni, fino alla scoperta del vaccino e alla vera ripresa della’attività produttiva, cui, però, deve corrispondere un mercato. Le automobili di Melfi,se non trovano compratori, sono inutili e dannose a produrle. Tra fase 2 e fase 3 si vedrà quante saracinesche, per vari motivi, rimarranno abbassate o saranno riabbassate.
Ritengo che gli aiuti dell’Europa sono importanti; ma essi sono richiesti anche dalla Francia, dalla Germania, dalla Spagna, da tutti i Paesi europei. Sarebbe opportuna una tassa di scopo, imposta applicando a tutti gli stipendi, a tutti i salari, a tutte le pensioni, a tutte le entrate, tagli del 4-5 per cento. Nella consapevolezza che lo Stato sociale è un ritorno di moneta,nessuno dev’essere esonerato. E’ inutile puntare sulla ultradecennale quanto inefficace lotta alla evasione fiscale. Gli evasori, se evadono, conoscono le vie segrete, che, appunto,sono segrete. Né serve discutere di fasce di reddito. Urge un piano massiccio che occorre preparare subito,a partire, per il Sud, dalla istituzione di una nuova Cassa per il Mezzogiorno
Mi si accuserà di catastrofismo e di utopia. Accetto l’una e l’altra accusa. Mi auguro che molti utopisti e catastrofisti alberghino nelle stanze del potere e nelle redazioni dei grandi giornali, tra gli economisti. Quanti bocconiani vengono messi sull’altare! Non possiamo permettere che catastrofista e utopista sia solo Papa Francesco.
Mag 12