Fim, Fiom e Uilm: “Cambio di appalto Ram Meccanica-Termomeccanica o meglio Rti-termomeccanica: “Il petrolio è una risorsa lucana, del popolo lucano”. Di seguito la nota integrale.
In data 7 maggio si è tenuto oggi in videoconferenza un nuovo incontro sindacale tra Confindustria Basilicata, Ram Meccanica Termomeccanica e le OO.SS. di FimFiom e Uilm per discutere del cambio di appalto tra le due società.
Questo appalto, il cui tavolo di confronto avrebbe dovuto essere presieduto non solo dalla Ram ma anche dalla RTI- Raggruppamento Temporaneo di Impresa- titolare complessivo del suddetto appalto, si distingue sin dalle premesse – riconducibili al settembre 2019 – per la poca trasparenza sia in merito alle attività coinvolte, sia per quanto riguarda la lista dei lavoratori coinvolti nel possibile passaggio.
Facendo un passo indietro e ripercorrendone la storia, nel 2015 la RTI, formata da Garramone, GDM, Ram, Elettra e Officine Dandrea si aggiudicarono l’appalto dell’allora SudElettra, uno fra i più importanti nel centro Oli di Viggiano e i lavoratori – circa 65 – furono smistati tra le aziende del gruppo in virtù delle attività assegnate.
In particolare, in Ram Meccanica, furono collocati 4 lavoratori che rappresentavano una piccola percentuale delle commesse delle macchine rotanti, le cui attività principali rimanevano in capo alla capofila Officine Dandrea.
Col tempo, Eni, responsabile della mancanza di trasparenza, dello svuotamento progressivo dei contratti, aggirando inoltre il patto di sito, per motivi diversi ed a noi ancora sconosciuti, ha privato la RTI delle attività assegnate, a partire dai ponteggi e a quelle delle vibrazioni/lubrificazioni, che erano in capo alla RTI, in favore di nuove società senza mettere in campo ciò che è previsto dal patto di sito – ovvero il principio per cui ad assegnazione di attività i lavoratori seguono la commessa – modificando cosi anche le percentuali delle attività assegnate alle singole aziende senza adeguarne però la relativa ridistribuzione della manodopera.
E’ ciò che succede in questo cambio di appalto che coinvolge apparentemente 13 lavoratori ma che in realtà dovrebbe coinvolgerne molti altri, perché progressivamente Eni ha spostato le attività da una società all’altra senza alcuna considerazione verso il lavoro, i lavoratori e le professionalità.
Dunque dalla sera alla mattina alcune attività passano da una parte all’altra senza ottemperare a quanto previsto dal patto di sito, portando cosi a quanto si protrae da settembre 2019 nel suddetto appalto; aggiudicato dalla Revisud, che però nelle ultime settimane, con un colpo di coda e senza nessuna spiegazione, è stato assegnato ad una nuova società: la Termomeccanica.
Le Organizzazioni Sindacali, da diversi mesi e con diversi comunicati,inoltrati a Confindustria, alle Aziende interessate e ad Eni, chiedono un tavolo con tutte le parti perché solo così sarà possibile accertare non solo il valore della verità ma le relative responsabilità, che in questo caso, possono essere ascritte alla committente: Eni.
Eni in questi anni ha raggirato molte volte il patto di sito, violando le regole, condivise dalle parti a livello regionale, attraverso la logica del cosiddetto appalto direttoo meglio dell’appalto indiretto “strappando” un nuovo ordine di lavoro, questo è il modello che ha consentito di sottrarre le attività in aziende “forse troppo sindacalizzate” e assegnarle ad aziende dove la logica del ricatto fa da padrone.
Altra grande violazione da parte dell’Eni è aver consentito alla Termomeccanica, che solo oggi può dirsi aggiudicataria di un appalto, di una commessa – anche se l’appalto non è ancora concluso – di entrare, a gennaio, nel Centro Oli di Viggiano con lavoratori, estranei al Centro Oli ed al patto di sito, che oggi continuano nelle proprie attività, mentre i lavoratori che avrebbero dovuto svolgere quelle attività sono in cassa integrazione a zero ore.
Dove sta il ricatto?
I lavoratori continueranno a stare in cassa integrazione probabilmente fino a quando non si concluderà il cambio di appalto, ovviamente secondo le condizioni dettate dalle parti datoriali;è necessario ripristinare le regole all’interno del Centro Oli di Viggiano perché è inammissibile e dannoso utilizzare fondi relativi agli ammortizzatori sociali quando in realtà gli stessi lavoratori potrebbero continuare a svolgere le proprie attività in seno alla Ram Meccanica fino a quando non si concluderà il suddetto cambio di appalto.
In questo momento delicatissimo per l’intero Paese, sarebbe opportuno e doveroso un atteggiamento di maggiore umiltà nonché’ di appartenenza e responsabilità da parte di chi crede e agisce come se il petrolio fosse una proprietà esclusiva!
Il petrolio è una risorsa lucana, del popolo lucano!