La segreteria regionale Fit Cisl in una nota invita la Regione Basilicata ad occuparsi anche degli altri lavoratori del comparto del Trasporto pubblico locale. Di seguito la nota integrale.
In questi giorni con molto dispiacere da parte della Scrivente l’Assessorato ai Trasporti ha più volte convocato le organizzazioni sindacali, ma soltanto per concordare la ripartenza degli impianti industriali della FCA di San Nicola di Melfi, riunioni che non hanno portato nessun risultato, ma questa non è una novità.
È giusto tutelare i circa 6000 lavoratori Metalmeccanici che dal 21 maggio p.v. riprenderanno la loro attività lavorativa – prosegue il comunicato -, ma ci urge segnalare che in Basilicata vi sono altre migliaia di lavoratori, e tra questi lavoratori ci sono anche i circa 1300 Autoferrotranvieri, che nonostante la pandemia in corso stanno garantendo un servizio alla popolazione.
Riteniamo utile anche sottolineare che il settore vive una grave confusione dettata dalla visione miope della Politica Regionale, che ha inteso recepire pedissequamente l’Allegato 8 il DPCM 26 Aprile 2020, senza calibrare lo stesso sulle effettive esigenze del Territorio come tra l’altro suggerito proprio nel DPCM, un fatto che ci lascia davvero attoniti circa l’esercizio delle responsabilità.
Ci risulta inoltre, che le Aziende hanno interpretato ognuna a suo modo l’ordinanza n.21 del Presidente Bardi, alcuni, fissando il numero di utenti massimi da trasportare a 20 lavoratori, altri a 23 e addirittura qualcuno a 26, insomma un sistema anarchico di gestione del rischio del potenziale contagio. Alcune aziende addirittura obbligano gli autisti all’utilizzo della porta anteriore, altre solo di quella posteriore, lo stesso viene fatto per l’utilizzo dei DPI e la misurazione delle distanze, una grande confusione che non trova alcun logico rimedio.
La disorganizzazione aggrava la totale confusione nella gestione dei servizi, addirittura alcune aziende vorrebbero demandare ai lavoratori il conteggio dei passeggeri, per scaricare totalmente le responsabilità sui lavoratori e da qui la nostra richiesta di un protocollo unico che sia valida per tutte le Aziende che fanno trasporto in Basilicata.
Considerato che il 18 maggio p.v. si prevede la totale riapertura di tutte le attività economiche urge trovare una soluzione alle tante lacune che si stanno di ora in ora appalensando. C’è da denunciare inoltre, che le Aziende di Trasporto hanno gestito in maniera vergognosa l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, tanto ché, nonostante l’Ente Regione dovrà pagare per effetto dell’art.92 Decreto Cura Italia, l’intero corrispettivo ai vettori, gli stessi hanno deciso di utilizzare il Fondo Bilaterale dei Trasporti, addirittura non anticipando neanche il salario ai lavoratori, che sono stati remunerati questo mese con 300,00 €, tutto questo grazie alla dubbia e artificiosa applicazione dei suddetti ammortizzatori, da parte dei gestori che continuano a svolgere i servizi.
Nella riunione dello scorso 11 Maggio – prosegue il comunicato – il funzionario della Regione l’Ing. Luongo ha dichiarato che contrariamente a quanto comunicato dal COTRAB in data 05.05.2020 con nota Prot.00260, ovvero l’interruzione dei servizi aggiuntivi non previsti dal contratto di servizio pubblico stipulato nell’anno 2008, questi servizi sono stati invece effettuati, ma da un controllo svolto della Scrivente Segreteria è risultato invece che nessuno servizio aggiuntivo è stato effettuato, fatto questo, che oltre a mettere in dura difficoltà l’utenza, ha una notevole e ingiustificata ricaduta occupazionale, oltre il diffondere notizie non esattamente rispondenti alla realtà.
È arrivato il momento di dire basta a questa gestione leggera, dannosa per il settore si adottino provvedimenti seri, come fatto in Regioni come la Sicilia, dove per problemi analoghi si è rescisso il contratto alle Società, e l’Assessore Merra ammetta la propria latente incompetenza dimettendosi, come più volte abbiamo oggettivamente affermato.
La Segreteria Regionale della FIT-CISL è convinta che per poter al meglio organizzare i servizi, e gestire sistemicamente tutti i km percorsi dai bus nella nostra Regione bisogna ritornare alla proposta di CIGL, CISL e UIL dell’anno 2014, e che la Cisl ritiene ancora oggi l’unica soluzione ovvero l’Azienda Unica Regionale e non il vergognoso spezzatino approvato di recente.