“Le controdeduzioni ai rilievi formulati dal Consiglio dei Ministri per la parte della LR 12/2020 (“Collegato alla Legge di Stabilità Regionale 2020”) riferita al Consorzio Asi Potenza sono state accolte dal Governo a conferma che la nostra scelta di erogare 2,5 milioni di euro al Consorzio per evitare l’interruzione dei servizi di interesse pubblico, nelle more del riordino del sistema consortile lucano e del programma di promozione dello sviluppo industriale, non solo è giuridicamente corretta ma ha valide motivazioni che peraltro rientrano nelle competenze dell’autonomia regionale che intendiamo esercitare a pieno”. E’ quanto afferma l’assessore regionale alle Attività Produttive Francesco Cupparo , sottolineando che secondo un iniziale parere degli uffici del Cdm “il fondo straordinario avrebbe rappresentato pur sempre un aiuto di stato ai sensi della normativa europea di riferimento”.
“Come hanno sufficientemente motivato gli uffici dipartimentali e regionali nelle controdeduzioni – aggiunge l’assessore – occorre adeguatamente valorizzare la finalità di evitare l’interruzione dei servizi di interesse pubblico indispensabili per la gestione delle aree industriali. La indispensabilità dei servizi nel complesso erogati e la valenza di servizio pubblico essenziale sottrae l’utilizzo sia pure a titolo oneroso degli stessi a qualunque valutazione legata a logiche di profitto, risultando evidente la estrema difficoltà, ad esempio, di interrompere l’erogazione degli stessi anche a fronte di inadempienze e/o insolvenze dei beneficiari, prevalendo l’interesse pubblico e sociale anche a scapito dei principi di economicità (pur essendo il Consorzio assoggettato all’obbligo del pareggio di bilancio). Tale erogazione di servizi è stata peraltro seriamente compromessa a seguito dell’emergenza pandemica da COVID-19, con ripercussioni molto gravi sul tessuto produttivo insediato nelle aree di competenza del Consorzio.
Nel caso specifico abbiamo a che fare con servizi di interesse pubblico essenziale, quali certamente sono – in primo luogo, tra le funzioni effettivamente svolte dal Consorzio ASI di Potenza – l’approvvigionamento idrico a uso industriale e la depurazione dei reflui. In questo contesto, è evidente che il Consorzio, beneficiario delle risorse, non ottiene in realtà alcun vantaggio economico (ed infatti è ormai strutturale lo sbilancio, che ora impone il suo scioglimento e il passaggio al modello Agenzia). Non è ragionevolmente ipotizzabile dunque alcun aiuto di stato nei suoi confronti.
L’assessore inoltre precisa che “anche se il trasferimento una tantum è stato erogato al Consorzio di Sviluppo Industriale di Potenza (Ente pubblico economico), a beneficiare indirettamente di tale trasferimento sono le aree e le infrastrutture pubbliche dei Consorzi a servizio delle imprese ivi ubicate. E con il trasferimento in questione il Consorzio dovrà assicurare servizi indispensabili ed aventi valenza di servizio pubblico essenziale. Questo da un lato sottrae il loro utilizzo, anche se a titolo oneroso (tariffe), a qualunque valutazione legata a logiche di profitto, dall’altro il possibile vantaggio delle imprese insediate nelle aree industriali di competenza consortile, lungi dall’essere di tipo economico – competitivo, consta nella mera garanzia di poter fare affidamento sull’efficienza e la continuità di servizi di interesse collettivo”.
Cupparo, infine, ha ribadito “la volontà della Giunta di adottare una disciplina organica di riordino dell’attuale Sistema consortile finalizzata alla promozione dello sviluppo industriale, alla sostenibilità ambientale delle aree produttive regionali, alla semplificazione dei processi autorizzativi e all’attuazione di nuovi investimenti, anche nella ZES Jonico-Metapontina, nelle aree di crisi complesse e non complesse, nonché nei siti di interesse nazionale e nelle zone franche doganali, e al fine di assicurare una razionale gestione regionale”.