Coronavirus, Fase 3, intervento del gastroenterologo maternao Nicola D’Imperio: “E ora aria aperta, mare, sole e attività fisica”. Di seguito la nota integrale.
Dopo circa 5 mesi dalla comparsa ufficiale del coronavirus in Cina e 3 mesi in Italia, gli avvenimenti e l’esperienza maturata ci consentono queste riflessioni scientifiche:
1) Il comportamento estremamente anomalo (insieme all’analisi del genoma) di un Coronavirus che di solito è responsabile di banali raffreddori, ci indica che è un prodotto di laboratorio (tesi sostenuta dal Nobel Luc Montagnier e da altri spiriti liberi).
2) Sono stati chiariti i meccanismi anatomo-patologici dell’infezione (infiammazione, fenomeni trombo-embolici in primis).
3) La evocazione della risposta immunitaria da parte dell’infettato è molto variabile, a volte eccessiva, altre quasi nulla con quadri clinici estremamente diversi.
4) Come per tutti i virus il genoma di questo è in continua evoluzione a causa dell’insufficienza dei meccanismi di regolazione della duplicazione che crea duplicati sempre più imperfetti che quindi perdono le loro caratteristiche di virulenza, infettività e replicazione, sino ad autoestinguersi (come avviene tutti gli anni per il virus dell’influenza). Questa imperfezione è ancora più evidente se si tratta di un virus prodotto in laboratorio.
5) La messa a punto di un vaccino valido è pressochè impossibile, forse anche inutile.
Queste informazioniscientifiche acquisitedebbono farci riflettere suquanto è stato fatto sinorae su quanto si farà:
– Ci sono stati numerosi decessi, specie nelle prime fasi, perché non si conoscevano i meccanismi anatomo-patologici e quindi le terapie non erano appropriate. Sembrava che i respiratori dovessero risolvere tutto, ma hai voglia a pompare dell’ossigeno se questo non entra in circolo perché c’è una barriera che si oppone!
– Errore principale, legato all’inesperienza, è stato l’inefficace arginamento di quella che a febbraio era stata chiamata la zona A, il che ha permesso la diffusione in tutta l’Italia.
– Errore grande è stato dichiarare zona A tutto il territorio nazionale.
– Bene sicuramente il distanziamento sociale e i DPI, ma un grande errore è stato chiudere in casa 60 milioni di persone che ha arrecato più danni che benefici.
Le conoscenze acquisite e gli errori debbono suggerirci come comportarci per il futuro:
– Non puntare su un vaccino che offra una copertura, sarà impossibile produrne uno valido perché i virus sono in continua evoluzione e il Covid si autoestinguerà nel giro di pochi mesi e probabilmente non si ripresenterà perché è un prodotto di laboratorio. Il vaccino è interesse delle multinazionali del farmaco perché per loro rappresenta un grosso business.
– Qualora ci siano ulteriori focolai o riaccensioni bisognerà puntare, oltre che sull’arginamento velocee preciso solo del territorio del focolaio, sulla diagnosi più precoce possibile degli infetti e sulle terapie specifiche che ormai sono state validate, non bisogna più intervenire sulla malattia quando questa ormai ha prodotto danni gravi.
– Vanno protetti gli anziani, specie se portatori di patologie concomitanti, ed altre categorie a rischio, ma il virus va fatto circolare liberamente tra il resto della popolazione non a rischio, inutili quindi chiusure e restrizioni che determinano solo grossi problemi socio-economici.
– L’aria pulita, la luce, il sole, il mare, la montagna favoriscono la sintesi e l’assorbimento di molte sostanze, quali la vitamina D, la C, la E, la A, che hanno grande effetto sulle difese dell’organismo. L’aria del mare e della montagna neutralizza molti germi e virus. L’attività fisica, inoltre, non ha mai fatto male a nessuno, anzi, al contrario, ha sempre arrecato grandi benefici all’apparato locomotorio, a quello cardiocircolatorio, a quello respiratorio.
– Un invito allora, visto che hanno tolto le inique restrizioni, ad uscire, ad andare al mare, in montagna, nei parchi, in campagna, ad andare in bicicletta, a correre, a camminare. Soprattutto bisogna farlo coi bambini che sono quelli che hanno sofferto di più e che a volte non vogliono più uscire di casa perché hanno paura. Il tutto secondo le regole imposte che, pur se eccessive, vanno rispettate per non incorrere in sanzioni.
Questo è sostenuto da me e da studiosi liberi da qualsiasi condizionamento, quali Giulio Tarro, primario virologo emerito presso l’ospedale Cotugno di Napoli e studioso di fama internazionale, da Luc Montagnier, primario virologo dell’istituto Pasteur di Parigi, scopritore del virus dell’HIV e vincitore del premio Nobel per la medicina nel 2008.