L’estensione dell’accesso al Reddito di Emergenza (REM) anche gli italiani all’estero che hanno perso il lavoro, contenuta nel Decreto Legge “Rilancio”, è un riconoscimento importante per i nostri corregionali che sono rientrati a causa del Covid-19 e che rientreranno nei prossimi mesi. E’ il commento di Giovanni Baldantoni, a nome dell’Associazione Lucani nei Balcani e di Palazzo Italia Bucarest, sottolineando l’importante ruolo svolto per ottenere il provvedimento svolto dal segretario generale del Cgie (Consiglio Generale Italiani all’Estero) Michele Schiavone. A differenza dei dettami della legge 402/1975 e successive modifiche, l’attuale scenario richiede interventi immediati e strumenti diversi di carattere universalistico per coloro che non godono degli ammortizzatori sociali nel nostro Paese a causa della mancanza di accordi internazionali e normative comunitarie.In questa fattispecie rientrano in particolare gli emigrati della nuova emigrazione occupati spesso nel terziario spesso con contratti atipici, precari e con poche o senza tutele, che saranno costretti a rientrare definitivamente in Italia, trasferendo la residenza entro il 30 giugno. Si tratta – spiega Baldantoni – di alcune decine di migliaia di persone, soprattutto giovani, ragazzi meridionali che hanno lavorato nei Paesi Europei e che con la chiusura di ristoranti, bar-pub, alberghi si ritrovano senza lavoro e senza salario.Le prime avvisaglie dei rientri in Italia di connazionali che hanno perso il lavoro a causa dei licenziamenti o chiusure di imprese si sono già manifestate agli inizi del mese di marzo con la diffusione globale dell’epidemia da coronavirus. Le conseguenze scaturite dalle nuove condizioni sociali in cui si sono venuti a trovare molti nostri connazionali rimasti senza lavoro e senza protezione sociale hanno determinato scelte urgenti e impegnative per poterli assistere.Da qui gli interventi profusi dal CGIE per l’inserimento nel Decreto legge “Cura Italia” convertito in legge e delle nostre Associazioni di italiani all’estero per l’assistenza alle Comunità italiane all’estero stanziali e temporaneamente fuori dai confini nazionali.
Dopo questo provvedimento, condivido la valutazione del segretario Schiavone: sono maturati i presupposti per una continua e duratura collaborazione che va al di là della fase contingente e si prospetta anche per nuovi interventi legislativi utili ad accorciare le distanze tra il nostro Paese e la ventunesima regione italiana residente oltre i confini nazionali.