Gli italiani si sono improvvisati fornai, pizzaioli, pasticcieri. I consumi di pasta sono aumentati del 65%, il 185% in più per la farina per fare i dolci e prodotti in casa. Ma – afferma Leonardo Moscaritolo Presidente GIE ( Gruppo d’interesse economico cerealicolo) della Cia-Agricoltori – il grano ai tempi del Covid-19 non si è confermato solo come risorsa strategica. La stampa, i social e una nota organizzazione agricola,invece di verificare e controllare – aggiunge -hanno esaltato questo momento, non verificando che, se aumenti ci sono stati, a beneficiarne non sono stati gli agricoltori, come sempre l’anello debole della catena.
Assistiamo ancora oggi a continuispot pubblicitari che enfatizzano l’italianità con tanto di tricolore, ma non sono pochi i pastifici che continuano ad usare grano di importazione. Fermo restando che non siamo autosufficienti, noi come CIA siamo impegnati, con il supporto delle istituzioni, a costruire e migliorare le tante filiere già esistenti per assicurare agli agricoltori un giusto reddito, partendo dal fatto che il consumatore è disposto a pagare qualità e italianità. Non a caso il Governo con un decreto dà sostegno alla filiera del grano duro. Vorrei far notare che – dice il dirigente del GIE – ci stiamo avvicinando al periodo della raccolta e, come spesso succede da diversi anni, assistiamo al continuo arrivare, nei porti italiani, di navi che trasportano il grano estero con il chiaro intento di far scendere il prezzo del grano italiano ( non a caso le borse merci per la terza settimana consecutiva quotano il grano al ribasso ).
Tutto questo proprio in un momento delicato e di crisi nel quale dovremmofare squadra e dare valore alle nostre produzioni. Credo che proprio dall’esperienza e dall’emergenza in corso il Governo e le Istituzioni dovrebbero capire quanto sia strategico produrre più grano, più cereali, più mais, più carne per valorizzare al meglio il made in Italy.
Mag 22