“I primi dati ufficiali sulle ore autorizzate di cassa integrazione con causale Covid-19 sono solo le prime conseguenze negative prodotte dalla pandemia. Occorre fare il possibile affinchè si riavvi nel miglior modo possibile il sistema Paese senza perdere ulteriori posti di lavoro favorendo la ripresa in tutti i comparti produttivi”. E’ il commento del segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli sottolineando che nel primo quadrimestre – gennaio-aprile 2020 – in Basilicata si è superato il tetto di 5 milioni di ore erogate (ben 4,2 milioni di ore di cig ordinaria). Circa 500 mila sono le ore di cig in deroga con causale “emergenza sanitaria Covid-19”.L’85% delle ore autorizzate si riferiscono ad una durata di 9 settimane, tetto previsto dal Decreto Cura Italia.
Per quanto riguarda i settori produttivi, il settore delle costruzioni assorbe il maggior numero di ore di cassa integrazione ordinaria; per la cassa integrazione sia in deroga che fondi di solidarietà, troviamo come maggiori richiedenti i settori: commercio all’ingrosso e al dettaglio, alberghi e ristoranti, attività immobiliari, noleggio e servizi alle imprese.
“E’ chiaro – aggiunge Tortorelli – che stiamo parlando di dati riferiti al primo mese di monitoraggio della Causale Covid, ma che potranno subire modifiche con la definizione di tutte le domande di cassa integrazione in Deroga ancora non definite.Molte sono le difficoltà economiche di lavoratrici e lavoratori che, a più di due mesi dalla sospensione delle attività produttive – evidenzia il segretario generale della Uil – ancora non ricevono la cassa integrazione. Per cercare di comprendere meglio le dinamiche sul fronte occupazionale e l’efficacia complessiva in termini di sostegno al reddito degli ammortizzatori sociali vigenti, la Uil continuerà a monitorare l’andamento di tutti gli istituti (Cigo, Cigs, Cigd, FIS e Fondi di Solidarietà Bilaterali) messi in campo per la tutela delle lavoratrici e lavoratori.
La situazione del mondo produttivo ed occupazionale va accuratamente osservata sia in termini di velocizzazione delle procedure di erogazione degli strumenti di sostegno al reddito, sia in termini di copertura degli stessi. Riteniamo, infatti, che quest’ultima debba essere ulteriormente dilatata nel tempo non essendo realisticamente sufficienti, per arrivare all’estate, le ulteriori 5 settimane inserite nel DL Rilancio.
Inoltre – dice Tortorelli – se da una parte il blocco dei licenziamenti per giustificato motivo oggettivo, combinato con il rafforzamento degli ammortizzatori, ha permesso la tenuta dei lavoratori con contratti a tempo indeterminato, stesso risultato purtroppo non si è avuto per tantissime lavoratrici e lavoratori con contratti a termine. Per loro, infatti, il contratto scaduto non è stato prorogato o rinnovato, tanto da determinare un aumento dall’ 1 marzo al 9 maggio, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, di 106 mila disoccupati.
Altra problematicità è quella connessa alla novità sui contratti a tempo determinato che entrerà in vigore con il DL Rilancio. Con tale Decreto si potranno prorogare e rinnovare senza causale i contratti a termine fino al 30 agosto. Tale limite, in uno stato emergenziale come questo, non garantisce la piena tutela di queste lavoratrici e lavoratori, poiché li espone comunque alla tagliola dell’ 1 settembre in cui dovrebbero chiedere la Naspi per scadenza di contratto.
Tortorelli infine ribadisce la proposta della UIL di un Fondo mutualistico di investimento sociale come strumento moltiplicativo di risorse e reddito per gettare le basi sul dopo emergenza. Uno strumento finanziario a diretta emanazione regionale, con l’ausilio ed il sostegno dei soggetti legati alla rappresentanza sociale ed imprenditoriale.
Pensiamo ad un Fondo Mutualistico di 200milioni di euro, un prestito delle compagnie petrolifere da restituire a partire dal 2022 per la durata delle concessioni petrolifere al netto di quello che devono dare per le #royalties, l’Ires, la fiscalità statale.