Come cambia la società dopo un’emergenza sanitaria che ha bloccato anche il nostro Paese. Di seguito le riflessioni del giornalista Michele Rutigliano.
Uomini e Virus
Sin dai tempi del Liceo, ho sempre avuto un’attrazione particolare per la Storia. Anche la Politica, però, mi appassionava. E così, dalla tenera età di 16 anni, mentre incominciavo a leggere i miei primi giornali, capii subito che, se non avessi studiato e approfondito la Storia, non avrei capito un bel nulla né di quello che leggevo né delle dinamiche che orientavano la politica. Non avrei mai capito, tanto per fare un esempio, che la più grande nemica della guerra è proprio la politica!Due grandi geni del Rinascimento, Niccolò Machiavelli e Tommaso Moro la studiarono molto bene ma ne scrissero in modo diametralmente opposto. Il primo sosteneva che la Politica dovesse basarsi sull’astuzia, sull’inganno e sull’utilitarismo. Il secondo, precursore a suo modo della dottrina sociale della Chiesa, la concepiva soprattutto come servizio, come via alla santità e finanche al martirio.Nel secondo dopoguerra, Il generale De Gaulle(che era pur sempre un soldato), quando trattava gli affari di Stato, era solito ripetere: “Politique, d’abord” (La politica innanzitutto). Maè con l’avvento della democrazia che la politica ha potuto dispiegare tutti i suoi effetti. Nella lunga storia d’Europa, non era mai successo che la pace tra i suoi Stati dominasse incontrastata per oltre 70 anni. Un miracolo, questo sì, della politica. La guerra, invece, ha esercitatosempre un fascino perverso sull’uomo. E infatti, i libri di storia che si studiavano al liceo, per un buon ottanta per cento raccontavano le guerre e per il restoparlavano di pace, armistizi, trattati. Da quando Caino ammazzò Abele, il cammino umano è stato costellato, ahinoi, da rivalità, rancore, vendette.Pulsioni e passioni, quasi sempre sfociati nelle guerre. Un vecchio proverbio dice: Basta una goccia d’inchiostro per intorbidire un secchio d’acqua. Per rimanere nella nostra amata Europa, questa sciagurata sarabanda bellica avrebbe avuto inizio con le guerre puniche. Da allora in poi, è stato tutto un crescendo. Furono proprio i Romani a scatenare le guerre contro mezzo mondo. Crollato il suo impero, ne seguirono tante altre di guerre. Dei barbari contro i cristiani, dei cristiani contro gli infedeli, degli infedeli contro gli ebrei, dei nazisti contro gli ebrei e del mondo intero contro i nazisti. Ma,(e qui veniamo all’argomento che in questi giorni tanto ci angoscia) a parte le distruzioni, i saccheggi e le morti a non finire, un altro bel regalo delle guerre sono state proprio le epidemie. E tutto questo perché gli uomini, sospinti periodicamente da violenti raptus di follia, non si sono accontentati di farsi la guerra tra loro. Da un po’ di tempo a questa parte, la fanno anche alla natura.Sfregiandolola nella sua bellezza, violentandola nel suo corpo, depredandola delle sue ricchezze.
E allora, così come le guerre, le calamità naturali e i disastri ambientali, anche le pandemie hanno cambiato la storia del mondo.Eccome che l’hanno cambiata. Per capire di cosa stiamo parlando, andiamo a vedere cosa ci ricorda la storia di questi flagelli.Ci racconta Tucidide nella “ Storia della guerra del Pelopponeso” che nel 430 a.c. Atene fu devastata dalla peste e una delle sue vittime illustri fu proprio Pericle. Nel 541 d.c. scoppiò a Costatinopoli la peste di Giustiniano, proprio durante una delle fasi di massimo splendore dell’Impero bizantino. In men che non si dica si propagò per tutto l’impero. Alla fine dell’epidemia nella sola Costantinopoli,su 800.000 abitanti, ne morirono di peste quasiil 40%. In tutto l’imperoci fu una vera e propria strage, con più di 4 milioni di morti. Raccontano gli storici che a Costantinopoli i morti superavano i vivi. La peste di Giustiniano fu una vera e propria catastrofe economica, sociale e civile e fu quella epidemia a far da spartiacque tra l’Antichità e Medioevo.Sempre in Europa, tra il 1346 e il 1353 arrivò la peste nera,una delle più grandi pandemie della Storia. Fu provocata dai topi. Nel Medioevo, specie nelle grandi città, i ratti convivevano con gli uomini e viaggiavano con loro, soprattutto sulle le navi, portando appresso il virus. In Europa, anche la peste nera fu una catastrofe. In Spagna e Portogallo morirono tra il 60 e il 65 per centodella popolazione.In Toscana fra il 50 e il 60%. La peste uccise circo un terzo della popolazione europea che passò così, da 80 a 30 milioni di abitanti.
Quando poi, nel 1700, arrivò Il vaiolo, si registrarono nella popolazione mondiale tassi di mortalità intorno al 30 per cento.Si diffuse soprattutto nell’ America Latina, al seguito dei conquistatori spagnoli.In Europa, milioni di persone furono infettateesfigurate. Per nostra fortuna la scienza è riuscita a trovare il vaccino e solo nel 1977, con l’ultimo l’ultimo caso di contagio, il virus si è estinto.Sempre in Europa, nel marzo del 1918, comparve l’influenza spagnola. Erroneamente definita spagnola, perché non nacque in Spagnama in un ospedale del Kansas, negli Stati Uniti. All’inizio sembrava un’influenza più forte delle altre, poi si capì che si trattava di una violenta epidemia che si diffuse in tutto il mondo, di pari passo con gli spostamenti delle truppe sui fronti europei. Fonti attendibili stimano che il tasso di mortalità fu tra il 10 e il 20% degli infetti. In tutto il mondo morirono fra le 20 e le 50 milioni di persone . Ma non finisce qui. Nella seconda metà del Novecento comparvero altre epidemie. La prima fu l’influenza aviaria. Nata in Cina nel 1957, si diffuse ben presto in tutto il mondo e provocò “solo” un milione di morti.Nel 1968, sempre in Cina, sopraggiunsel’Influenza di Hong Kong. Anchequesta, come la precedente influenza asiatica, provocò un milione di morti.La penultima pandemia,prima che scoppiasse, nel febbraio scorso, questa del Covid-19, fu provocata dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV), meglio nota come AIDS. I primi casi documentati sono apparsi nel 1981, e da allora il virus si è diffuso ovunque. Si stima che questa pandemia da Aids abbia causato circa 25 milioni di morti in tutto il mondo.
E ora veniamoa noi. A questa pandemia da coronavirus che tiene il mondo con il fiato sospeso. Le ultime notizie su diffusione, morti e contagi non sono da sottovalutare. Stando ai dati della Johns Hopkins University, Il numero delle persone contagiate nel mondo ha raggiunto i cinque milioni. I morti, al momento, sono 328.172.I Paesi più colpiti, sono Stati Uniti, Russia e Brasile. Qui, nelle scorse ore, è stato raggiunto il record di contagi: quasi 20mila in un giorno.Alla fine di tutto questo percorso, per la nostra povera e spaventata umanità, è giunta l’ora di pensare al futuro, perché non dobbiamo sprecare la crisi che ha stravolto le nostre vite. E’ arrivato il momentodi fermarci un attimo a considerare i rischi tremendi che si proiettano di fronte a noi. Quei rischi cui ci espone il liberismo esasperato, l’insensata corsa agli armamenti, la violenza continua contro gli equilibri e i ritmi di madre natura.Proprio alcuni giorni fa il WWF ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sul “mondo che verrà”, per indurci a cambiare prospettiva sui fragili equilibri che dominano il pianeta esoprattutto per incoraggiarci alla conversione delle menti, prima che dei cuori, degli stili di vita, prima che dei suoi ritmi. Dopo i disastri e le guerre del secoloscorso, noi italiani ed europeiabbiamo invertito la rotta. Abbiamo capito che, senza una conversione etica prima che politica, saremmo finiti nel baratro della storia. E così abbiamovoluto scolpire nella nostra Costituzione, prima ancora che nelle nostre leggi, l’impegno solenne a perseguire la libertà e la giustizia e con esse, il rispetto sacrosanto verso la natura e la vita che lei,da sempre, custodisce e protegge.
Michele Rutigliano