In questo periodo di Lockdown, sistemendo libri e giornali, mi sono imbattuto in un messaggio che, alla luce dei giorni nostri, può essere considerato “profetico”, lanciato nel 2016 da Monsignor Orofino – Vescovo della Diocesi di Tursi- Lagonegro. L’alto prelato richiamava, nel suo messaggio l’importanza di rifarsi alla “responsabilità ed al cambiamento “, insistendo “circa il cambiamento della mentalità e nei comportamenti personali e comunitari”.
Un monito che andrebbe ampiamente e prontamente riflettuto, se lo andiamo a collocare alle vicende vissute e da vivere, a causa del Coronavirus e che dovrebbe impegnare tutti, nessuno escluso, per dare concretezza alle modalità con le quali dobbiamo affrontare il cambiamento, senza indugiare se non si vuole il collasso totale, non solo dell’economia ma della tenuta sociale più in generale.
Se tale preoccupazione vale per il Paese, vale sopratutto per la nostra regione, chiamata a fare i conti con l’isolamento geografico, il calo demografico, oltre che essere composta essenzialmente da persone anziane e per lo più portatrici di plurimorbilità, chiamate a vivere nelle periferie del territorio, laddove scarseggiano i servizi e quelli sanitari in modo particolare.
Da questo assunto la necessità di dare assoluta priorità all’organizzazione del sistema sanitario, in una logica di “Meno Ospedale e Più Territorio”, equivalente al Manifesto predisposto dalla FAND Nazionale e consegnato al Ministro On. Roberto Speranza, in occasione dell’incontro che concesse alla Presidenza dell’Ass.ne Italiana Diabetici, ancora primna che insorgesse l’epidemia Covid 19.
Manifesto che in estrema sintesi è indirizzato a :
-centralità della persona e/o dei familiari;
-appropriatezza e parità territoriale nell’accesso alle cure;
-educazione terapeutica in modo diffuso e omogeneo;
-effettiva gestione integrata fra le attività specialistiche e quelle
territoriali, dando al Medico di Medicina Generale l’impegno ad
effettuare la Medicina di Iniziativa ( riapprovazione del Prog. IGEA);
-attuazione della Legge 115/87 ed implementazione del Piano Nazionale Diabete;
-prestare migliore e maggiore attenzione alle Persone con Diabete,
istituendo la figura del “ Diabetico Guida “;
-realizzare un progetto nazionale per la gestione della transizione da minore con diabete a diabetico adulto.
Tutto quanto premesso, si remde assolutamente necessario ed urgente il ripristino della speciale Commissione Regionale Diabete, più volte sollecitato, anche per meglio predisporsi alla stesura del nuovo Piano Sanitario, attualmente in gestazione.
Intanto, risollecitiamo anche rispetto allo screening gratuito del tampone orofaringeo, necessario per la popolazione diabetica over 65, che rappresenta la più parte di quella percentuale complessiva di persone con diabete tipo 2 che, come ci dicono le statistiche, è affetta da 2/3 o più patologie e, perciò stesso, la più esposta al virus e la più fragile; ma lo stesso screening andrebbe esteso a tutte le Persone con Diabete tipo1, essendo le stesse autoimmuni.