I segretari generali Cgil Cisl Uil Angelo Summa, Enrico Gambardella e Vincenzo Tortorelli in una nota rispondono alle affermazioni sul sindacato rilasciate dal presidente della Regione Bardi in consiglio regionale. “Gravi affermazioni del presidente Bardi sul sindacato. Invece di richiamare all’unità di intenti lancia stilettate. Oggi più che mai dare risposte ai migliaia di lavoratori gettati sul lastrico”. Di seguito la nota integrale.
Il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi non sa di cosa parla. Troviamo gravi e speciose le affermazioni fatte ieri nel corso del consiglio regionale. Il presidente definisce ottocentesco il sindacato lucano arrivando a classificare come obsoleta la concertazione proprio nella fase storica in cui si avverte tutta la necessità di scelte condivise e frutto del più ampio confronto. Invece di richiamare all’unità di intenti, invece di valorizzare il ruolo di chi rappresenta, non se stesso, ma migliaia di lavoratori gettati sul lastrico da questa crisi senza precedenti, il presidente non ha di meglio da fare che lanciare stilettate alle forze sindacali di questa regione. Un sindacato che ha dato, invece, prova di grande responsabilità oggi, nell’emergenza del coronavirus, come ieri, prima dello scoppio della pandemia.
Un sindacato che, andando oltre le mere logiche rivendicative dei diritti, si è sempre ripiegato sulla proposta chiedendo alla regione l’avvio di un confronto, un confronto non di facciata ma di merito. Il sindacato lucano ha sempre rappresentato da questo punto di vista la punta avanzata di un nuovo modello di relazioni sindacali che potesse offrire a questo territorio una prospettiva di sviluppo.
Lo abbiamo dimostrato con l’attivo unitario del 18 ottobre, con gli stati generali del 18 febbraio un evento del tutto nuovo per la nostra realtà territoriale, in cui parti sociali e datoriali sono arrivate ad una sintesi progettuale condivisa mettendo in campo, ognuno nel rispetto della propria autonomia, proposte per lo sviluppo.
E anche nell’emergenza ci siamo fatti carico di proposte concrete interpretando un ruolo attivo nella società lucana, ma il presidente dove era? Ascoltava, leggeva? O era trincerato nella sua torre d’avorio distante dalla realtà di questo territorio e della sua gente?