I consiglieri comunali Antonio Sansone e Paolo Manicone hanno inviato una interrogazione al sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri per fare chiarezza sul termine previsto per la sperimentazione del 5G a Matera. Di seguito la nota integrale.
Premesso che:
• La presente, sia ben inteso, non vuole rappresentare un ostacolo al progresso tecnologico, ma un atto preventivo nelle more che si possa avere la certezza di dati e informazioni dalle autorità preposte che rassicurino la popolazione.
• La città di Matera, come è noto, é stata scelta insieme a Milano, L’ Aquila, Prato e Bari, per la sperimentazione della tecnologia denominata 5G.
• La sperimentazione è già in atto da oltre due anni (articolo del 5 marzo 2018 del Sole 24 Ore a firma di G. Rusconi ‘A Matera si accende la prima antenna 5G’).
• Lo stesso sindaco De Ruggieri, in una conferenza stampa del 25 maggio 2018, ha definito Matera una ‘cavia intelligente’, perche’ selezionata per suddetta sperimentazione.
Rilevato che:
• Alla data odierna, risulta non esistere un piano delle antenne comunale necessario per conoscere ubicazione, funzionamento, tipologia ed eventuale aggiornamento di tecnologia.
• Il recente rapporto ARPAB 2019 annuncia che, la fase di sperimentazione del 5G nella nostra citta’, terminera’ il 30 giugno 2020.
Considerato che:
• Il primo cittadino é anche responsabile della salute di tutti i cittadini.
• Alla data odierna, dopo più di 2 anni, non esistono monitoraggi sulla salute della popolazione esposta alle frequenze 5G.
• Alla data odierna non esistono studi statistici, medici o epidemiologici sulla popolazione materana.
• Sono moltissimi i sindaci in tutta Italia (oltre 400) e anche nella nostra regione (Montalbano, Scanzano, Montescaglioso, Pomarico, Policoro e Rotonda) che hanno emesso ordinanze contrarie alla sperimentazione 5G nei propri territori comunali di competenza.
• La nuova tecnologia necessita di un nuovo approccio di valutazione delle esposizioni ai campi elettromagnetici, sia in fase preventive che in fase di controllo, ricordandoci che la tutela sulla salute deve avvenire prima di ogni altra cosa anche nei confronti di grandi interessi economici.
• Non è applicabile l’impiego di nuove tecnologie in mancanza di studi scientifici definitivi che stabiliscano, oltre ogni ragionevole dubbio, la loro sicurezza sotto il profilo sanitario, non considerando quindi i cittadini delle cavie su cui verificare o sondare le eventuali conseguenze sulla loro salute a breve e lungo termine.
• Le tecniche di monitoraggio ed i regolamenti che le disciplinano sono calibrati sulle attuali modalità di trasmissione radiotelefonica (3G-4G) e non sulle caratteristiche tecniche del nuovo network (ad es. MIMO, small cells, beamfoaming, mix di differenti frequenze), che genera esposizioni non ancora misurabili con criteri oggettivi e condivisi, in maniera efficace e concretamente utile alla valutazione del rischio sanitario….” (ISDE, 19 maggio 2020).
• l’International Commission on non Ionizing Radiation Protection, a distanza di più di 20 anni, ha aggiornato le linee guida per la protezione degli esseri umani da campi elettromagnetici a radiofrequenza consigliando cautela con le frequenze superiori ai 6 GHz.
• Utilizzare il 5G significherà, nella nostra città, disporre di bande di frequenze anche di 26,5-27,5 GHz e non solo quelle che si utilizzano attualmente 694-790 Mhz e di 3,6-3,8-GHz.
• Nel corso dell’anno 2019 sono stati effettuati, da parte dell’ ARPAB, solo 13 sopralluoghi dei 132 totali (neanche il 10%), in riferimento alla sperimentazione 5G. Nel rapporto ARPAB non si evidenzia che tipo di strumentazione sia stata utilizzata, nè in quali circostanze e per quanto tempo siano stati compiuti i monitoraggi stessi.
• Le antenne 5G nella sola banda da 3.6 a 3.8 Ghz emetteranno radiazioni elettromagnetiche due volte più potenti della sommatoria delle irradiazioni emesse dalle antenne con tecnologie 2G, 3G e 4G combinate.
• I residenti nelle zone dove saranno posizionate le antenne 5G saranno esposti nel prossimo futuro a livelli di densità di potenza in W/m², almeno 3 volte superiori a oggi.
Interroga il Sindaco in risposta orale e scritta:
• Quante e dove sono ubicate le antenne 5G finora installate e quante e quali sono attualmente funzionanti.
• Alla fine della sperimentazione, indicata nel 30 giugno, 2020, cosa si è fatto e cosa intende fare il sindaco per garantire la salute dei cittadini materani. Riteniamo la salute della popolazione come necessita’ prioritaria, complementare alla sperimentazione, nonche’ parte integrante di essa.
• Poiché si parla di presunto o potenziale pericolo o di possibile cancerogenesi delle radiofrequenze 5G e visto che in tal senso si è anche espressa l’ I.A.R.C. (Agenzia Internazionale per la Ricerca contro il Cancro), se si è pensato, come hanno già fatto e stanno facendo parecchi altri sindaci italiani, ad emettere una ordinanza contingibile ed urgente che possa precauzionalmente tutelare, in attesa di ricevere rassicurazioni anche dal Ministero della Salute e dall’ARPAB sulla non pericolosità ambientale di tali impianti per tutelare la salute della nostra comunità.
La sperimentazione 5 G e’ un tema molto delicato di cui non ne parla nessuno. Avete fatto bene a sollevare il problema con questa interrogazione. Nelle more perché non ci dite dove sono posizionate le antenne ? Il comune lo dovrebbe sapere.
Perché non viene commissionato uno studi?, non so se l’arpab è in grado di farlo, ci si potrebbe rivolgere ad una società specializzata autorevole ed indipendente.
Invece di buttare soldi nella fontana dell’amore il caro Sindaco faccia cose più importanti come tutelare la salute dei cittadini.