Sanità Futura e Coronavirus: “Aiuti e misure di sostegno della Regione Basilicata non possono discriminare le imprese della specialistica ambulatoriale e accreditata”. Di seguito la nota integrale.
Le imprese della specialistica ambulatoriale accreditata sono escluse da tutte le misure che la Regione ha sinora approvato per tentare di dare risposte all’emergenza economica a favore di ogni settore produttivo. E’ una discriminazione di cui non si riesce a comprendere la motivazione, ancora più grave se riferita all’attività svolta dalle stesse imprese in favore di pazienti no-Covid (la quasi totalità dell’utenza sanitaria) che necessitano di visite specialistiche, cure e prestazioni dopo il lungo periodo di sospensione delle attività.
A denunciarlo è Sanità Futura, associazione delle strutture di specialistica ambulatoriale accreditate con il Servizio Sanitario Regionale. In sostanza le imprese con codice Ateco 86 (servizi sanitari) non figurano tra i codici attività ammessi alle misure che la Giunta Regionale ha deliberato con finanziamenti per i danni economici subiti per effetto della pandemia.
Una situazione del tutto paradossale – evidenzia Sanità Futura – se si guardano in questa fase le liste di attesa e la sicurezza sanitaria. Il dato sconcertante è che questa immotivata esclusione denota come al Dipartimento Attività Produttive non si abbia alcuna consapevolezza che poliambulatori, laboratori di analisi e centri di diagnostica, centri di Fkt, ecc. sono a tutti gli effetti imprese come le altre iscritte alla Camera di Commercio e soggette agli stessi adempimenti fiscali nazionali, regionali e locali.
Non siamo “figli di un Dio minore”. Al contrario, in Regione dovrebbero riconoscere pubblicamente, se si vuole dare discontinuità ai mal vezzi del passato, il valore strategico e la dedizione professionale del nostro operato soprattutto perché svolto all’interno del sistema sanitario pubblico in un’epoca di pandemia da Sars_Cov2. Il ruolo delle imprese sanitarie anziché essere inspiegabilmente “dimenticato” andrebbe diligentemente sostenuto perché indispensabile, soprattutto in questa fase in cui la precondizione per qualsiasi ragionamento di ripartenza, è la salvaguardia della salute pubblica.
La disattenzione regionale sfocia nell’assurdo quando alle strutture che erogano servizi e prestazioni per la salute dei cittadini non solo non viene riconosciuta la possibilità, offerta a tutte le altre imprese, di accedere ad aiuti a fondo perduto per i mesi di interruzione imposta autoritativamente, ma viene negato qualsiasi sostegno per l’applicazione dei protocolli di sicurezza da Covid-19 che in questo caso sono molto più complessi ed onerosi, lasciandoli totalmente a carico dei titolari delle imprese sanitarie sia per i costi che per la loro attuazione. Per essere più chiari: è indispensabile, pena l’interruzione delle attività sanitarie o l’innalzamento del rischio di contagio, garantire e migliorare le misure di sicurezza Covid-19 per gli operatori e per i pazienti utilizzando strumenti e tecnologie avanzate, ma ad oggi, non è possibile presentare alcuna domanda in adesione ai tanti Avvisi Pubblici che sono stati emanati.
La situazione è insostenibile – sottolinea Sanità Futura – tenuto conto che le prestazioni erogate avvengono secondo un tariffario imposto, tra l’altro fermo al 1996, che è contenuto nei contratti sottoscritti con le Aziende Sanitarie di Potenza e di Matera e che pertanto resta invariato. Questo significa che ciascuna prestazione effettuata produce alle imprese perdite strutturali.
Nel sottolineare il senso di responsabilità che le imprese sanitarie hanno dimostrato e continuano a dimostrare con i fatti, assumendo un ruolo di “resistenza” più che di ripartenza, dall’11 maggio le strutture di specialistica ambulatoriale hanno ripreso e, rispondendo a bisogni sanitari dei pazienti, hanno immediatamente cominciato a erogare prestazioni sanitarie, in molti casi intensificando le ore di apertura al pubblico di poliambulatori e strutture. Oggi, Sanità Futura chiede un incontro urgente al Presidente Bardi perché si superi rapidamente, in discontinuità con il passato, la penalizzazione delle imprese della sanità e si approvino specifiche misure per la specialistica ambulatoriale accreditata.