Antonio Di Giuseppe, Consigliere comunale Idea-Cambiamo in una nota denuncia la scelta della Regione Basilicata di escludere dagli avvisi pubblici per il sostegno alle imprese il settore delle costruzioni. Di seguito la nota integrale.
La Regione Basilicata negli ultimi giorni ha elaborato un avviso pubblico con il quale vengono stanziati aiuti economici legati all’emergenza Covid-19 per incoraggiare i titolari di impresa, duramente colpiti dagli effetti della Pandemia, a credere con ottimismo e fiducia nella ripresa.
Dalla lettura del bando la somma finanziata è di 30 milioni di euro e andrà a beneficio di micro imprese del territorio che tra il 12 marzo e il 13 aprile sono rimaste chiuse a causa dell’emergenza sanitaria; le stesse potranno disporre di un contributo parametrato al numero dei dipendenti. Dal testo del deliberato, evidenzia il consigliere di idea al comune di Potenza Antonio Di Giuseppe, emergono diverse distorsioni :una di queste è rappresentata dal “fattore tempo”, il tempo utile infatti per presentare le domande è talmente stringente, 40 giorni, che questo sicuramente andrà ad incidere sul numero delle adesioni determinando inevitabilmente una “selezione naturale “ dei soggetti che, con questo modo improvvisato, si è cercato di agevolare; un altra“stravaganza” è stata quella di aver tenuto “fuori “ dai beneficiari , uno dei settori trainanti del tessuto economico lucano :quello delle costruzioni, questo è quanto emerge infatti dall’elenco dei codici Ateco a piè pagina del testo dove sono assenti i codici identificativi del comparto edile, appunto F41 e 42, mentre ritroviamo invece quello delle costruzioni specializzate F43, le sole ed uniche attenzione.
Un comparto, quello dell’edilizia ribadisce il consigliere comunale di Idea, che ha sofferto molto negli ultimi anni; la crisi del 2008 ha infatti contribuito a far vivere momenti di grande vulnerabilità ad un settore colpito da una riduzione della domanda e conseguente riduzione dei prezzi delle abitazioni causato da un forte calo dei redditi pro-capite degli italiani. Una crisi economica che è durata ben dodici anni e che ha messo a dura prova i tanti imprenditori che operano nel settore, molti dei quali sono riusciti a mantenersi “a galla “solo con le proprie forze, nonostante le tante richieste di interventi e di misure per il rilancio avanzate negli ultimi anni dall’ Ance sia a livello centrale che territoriale. A causa dell’emergenza sanitaria che ha colpito anche il nostro paese, i piccoli spiragli di ripresa tanto attesi sono stati purtroppo, negli ultimi mesi, vanificati. Infatti sebbene le imprese edili lucane abbiano risposto prontamente e con senso di responsabilità alle disposizioni di contenimento e contrasto dell’infezione disposte dai governi nazionale e regionale, provvedendo alla sospensione quasi totale delle attività di cantiere, questo impegno e sacrificio non è stato attenzionato dagli organi regionali, i quali non hanno, forse per dimenticanza o disattenzione, provveduto ad inserire nel provvedimento deliberato dalla giunta il 27 maggio misure di liquidità anche a favore di un settore com’è quello edile che muove un indotto importante (il settore delle costruzioni ha un effetto moltiplicatore del 3,5 % dovute alle ricadute tangibili sull’ indotto) oltre a costituire un’area economica con ricadute anche sul piano occupazionale, fattore questo da non sottovalutare per una terra come la nostra marchiata ormai da tempo da un elevato tasso di disoccupazione. Si parla in sostanza di un settore economico che con fatica questa volta, con molte probabilità, a stento riuscirà ancora una volta a sopravvivere.
Vorrei far presente, precisa, che le imprese edili realizzano, nella maggior parte dei casi, investimenti in conto capitale destinati a rimanere immobilizzati fino alla vendita del bene, il che porta le stesse ad esporsi maggiormente e incorrere a maggiori indebitamenti. Una criticità acuita nel tempo dal fatto che il sistema bancario ha dovuto “chiudere i rubinetti “razionalizzando i finanziamenti da erogare al sistema produttivo edilizia compresa, a causa dei nuovi vincoli imposti dalle normative bancarie (Basilea),dalla parallela crescita delle sofferenze bancarie. Ci saremmo tutti aspettati un “CURA Italia edilizia “ma forse sarebbe stato chiedere troppo.
Questa realtà produttive, al pari di ogni altra, necessita di un maggior fabbisogno finanziario che non è stato soddisfatto né con le politiche di investimento del governo nazionale “decreto rilancio” (sisma bonus ed ecobonus) né tanto meno con le misure “assenti “del nostro governo locale.
I colpi di questa tempesta non si faranno attendere, ecco perché facendomi portavoce di realtà economica anch’esse in sofferenza cronica, chiedo agli organi del governo locale di mostrarsi disponibili ed aperti ad accogliere anche le nostre istanze, di programmare nuove iniezioni di liquidità che possano rappresentare un salvagente per un comparto che necessita di misure di contenimento di una crisi economica, anche per noi, senza precedenti. Auspicoche il dipartimento allo sviluppo economico della nostra regione prosegua con la consultazione delle parti imprenditoriali anche del nostro settore per poter realizzare gli stessi buoni risultati raggiunti negli altri ambiti produttivi. Vorrei che trovando nuove risorse economiche si possano costruire condizioni di rilancio anche per questo settore evitando che si pronunci la parola fine per molte attività del comparto.