Nigeria, Sierra Leone, Pakistan, Siria, Afganistan, Iraq, Camerun, Italia, Basilicata, Castelsaraceno: sono le tracce di un viaggio che custodisce testimonianze di solidarietà, nelle correnti salde dell’umanità. Gli ospiti titolari di protezione internazionale accolti nel progetto SIPROIMI di Castelsaraceno – attivo dal 2016 con un totale di cinquantasei persone ospitate e dieci progetti di integrazione multiculturale – hanno realizzato e distribuito mascherine di comunità per questa fase di convivenza con il Coronavirus, da condividere con la comunità di Castelsaraceno. Insieme agli operatori della cooperativa Il Sicomoro che gestisce il progetto e coordinati in maniera volontaria da una professionista sarta della comunità di Castelsaraceno oggi in pensione, le culture si intersecano in uno scambio di mani, tempo, provenienze che ci ricorda quanto prezioso sia tutelare uno stare insieme libero da guerre, intolleranze, ingiustizie.
In questa fase in cui l’Occidente ha toccato la fragilità della vita, in cui ci siamo resi conto quanto sia essenziale alimentare sentimenti di cura per l’altro per proteggerci dalla minaccia della morte, della solitudine, dell’approssimazione istituzionale, il gesto si carica di valore e ci racconta di come la sicurezza non possa prescindere dall’abbraccio della diversità. Oltre le frontiere, esiste un tessuto e una geografia umana che è l’unica casa in cui possiamo vivere.
La casistica dei richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale sintetizza timori e rischi che diventano sistematici a latitudini diverse dalla nostra zona comfort: il timore di essere perseguitati per motivi religiosi o politici, di non poter proteggere la propria vita da abusi sessuali o da promesse matrimoniali di bambine a cui viene tolto il diritto all’autodeterminazione e alla felicità. Sono costretti a cercare un rifugio lontani dagli affetti familiari, dalla propria terra, dalle proprie infanzie, per proteggere la vita. In questa rotta di tempo in cui ognuno di noi si è riscoperto condottiero responsabile di un destino comune, portiamo con noi ogni giorno questa attenzione verso la prossimità, sorridendo con occhi curiosi e generosi all’altro e impegnandoci a garantire la dignità del lavoro e della vita a prescindere dalle nazionalità.