L’avvocato pisticcese Leonardo Galeazzo in una nota esprime alcune riflessioni dopo l’intervento del presidente della Repubblica Mattarella in occasione della Festa della Repubblica. Di seguito la nota integrale.
Per una società degli Apoti. Di questi tempi potrebbe addivenire piuttosto interessante leggere il testo della lettera richiamata in epigrafe. Incredibilmente attuale,la scrisse un giovane giornalista di nome Giuseppe Prezzolini il 28 settembre 1922 a Piero Gobetti. Due modi diversi di intendere l’azione politica, due facce della stessa medaglia in fondo. Nonostante un secolo ci divida, nella loro diatriba si riassumono molti dei mali che ancora oggi affliggono lo zoon polikon. Difatti troppo spesso nel fare politica l’unica verità che si continua a seguire è quella che da forza ai propri preconcetti. Il problema è che i preconcetti sono sterili, non permettono di costruire perché ci fanno credere di essere bastevoli. Questo è un grosso limite soprattutto nell’amministrare perché preclude, appunto, nuove prospettive, nuove soluzioni, nuovi orizzonti. I tempi che viviamo, invece, hanno bisogno di tutt’altro per far fronte alle nuove sfide piene di difficoltà e bisognose della collaborazione di tutti. Tale priorità è stata espressa dal nostro Presidente della Repubblica in occasione della festività del 2 giugno con l’usuale saggezza nonché equilibrio istituzionale a cui ci ha abituati. Oltre a chiedere a tutte le istituzioni di mostrarsi all’altezza, invita ad una coesione di scopo che superi le differenze ideologiche e territoriali per perseguire un fine più aulico, comune a tutti:” C’è qualcosa che viene prima della politica e che segna il suo limite. Qualcosa che non è disponibile per nessuna maggioranza e per nessuna opposizione: l’unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro ,tutti parte di una stessa storia, di uno stesso popolo”. Non c’è più tempo per le polemiche ed i personalismi!
Riflettiamoci ed agiamo di conseguenza.