A seguito del lockdown per l’emergenza Coronavirus si è aperto in Italia un dibattito interessante sulla mobilità sostenibile. Pio Abiusi per conto dell’Associazione Ambiente e Legalità fa il punto sulla situazione presente a Matera e presenta alcune proposte. Di seguito la nota integrale.
L’amministrazione comunale di Matera è ormai agli ultimi atti; ha vissuto, insieme alla città, un periodo straordinario che è stato il 2019 ma crediamo che non sia stato sfruttato a pieno a partire dalla fase di progettazione degli interventi. La gestione peggiore è stata quella relativa ai rifiuti ed a tutto quanto girava intorno ad essa. In sintesi per la bonifica della discarica di La Martella che è in infrazione comunitaria c’è stato bisogno di un commissario nominato dalla Regione Basilicata, per la gestione della raccolta differenziata stimata a circa il 20%, solo in questi giorni si stanno compiendo i primi passi, dopo 5 anni di sterili ritualità. Tralasciamo il bilancio del passato e proiettiamoci al futuro ed agli scenari che il covid-19 ha aperto. Si parla di interventi ambientali, tecnologici , di mobilità sostenibile. Sono tutti interventi interconnessi ma l’amministrazione che sta per chiudere non li ha affrontati anche se è andata ai tempi supplementari sembra, però, che questi temi non vengano affrontati neppure da coloro che timidamente si stanno affacciando per candidarsi alla gestione futura della città. Adesso focalizziamo l’attenzione sulla mobilità sostenibile. Sin dal 2010 ci si è dedicati,investendo risorse, solamente per scalare inutilmente sulla carta quelle graduatorie che connotano la qualità della vita cittadina ed infatti con i fondi PISUS della programmazione europea 2007/2013 furono previste piste ciclabile e bike sharing. Il sistema di bike sharing per il quale era previsto un finanziamento europeo di 500 mila euro venne stralciato perchè alla data del 31 Marzo 2017 risultò non essere completato, l’intervento ricevette poi risorse nell’ambito dei fondi PAC per circa 320 mila € e fu portato a termine. Il Progetto divenne “realtà” e prevedeva la realizzazione di un sistema di bike sharing costituito da stazioni dove prelevare, consegnare le biciclette e gestire il servizio, tutto è miseramente abbandonato e non sono mai andate in funzione. Le stazione previse erano 8 con una dotazione di 10 biciclette ciascuno per un totale di 80 biciclette. Sono divenute 7 e le bici a pedalata assistita si sono ridotte a 48 mentre delle biciclette tradizionali ne è sopravvissuta 1 perchè altre 11 sono state trafugate, il sistema di videosorveglianza previsto giace imballato,forse, da qualche parte unitamente alle dotazioni tecnologiche necessarie al funzionamento , tutto è miseramente fermo del resto l’anno della cultura è trascorso. Fu la volta delle piste ciclabili finanziate ed ultimate con fondi PISUS ma già distrutte malgrado esistesse il vincolo di destinazione di 5 anni. Partiamo dall’inizio, fu realizzato un troncone di pista ciclabile in località Pantano nel 2012, che era utilizzata ed era in sicurezza. La pista è stata rimossa perchè occorreva ripristinare il doppio senso di circolazione e tentare così di permettere una migliore accessibilità alla Cava del Sole in occasione degli eventi del 2019 dalla SS. 99; è stato rimosso anche un altro pezzo di ciclabile in prossimità degli impianti sportivi di Via delle Nazioni Unite per fare spazio al parcheggio delle auto. L’intervento previsto con i fondi PISU 2007/2013 era un progetto ambizioso per una percorrenza di 5 Km.e si sarebbe sviluppato per 2.000 ml nel quartiere di Serra Venerdì e viale delle Nazioni Unite,poi soppressa, ed ancora Viale Europa, via Lanera, via Annibale di Francia,via Levi, via Castello, via Aldo Moro, via Dante, via Lazazzera, Via Rosselli , via Gattini – Sassi per altri 3 Km. Il costo previsto era di 546.200 mila €, quello effettivo è stato di € 458.284,97, certificato a livello ministeriale; contemporaneamente alla certificazione ministeriale, nel febbraio 2017, le famose piste ciclabili che interessavano via A. Di Francia, via Levi, via Lanera vennero demolite per realizzare una rotatoria dal costo di 1,2 Meuro. Che ci sia stato danno erariale questo sarà la Procura della Corte dei Conti a valutarlo quello che adesso preme e che si progettino piste ciclabili serie ed utilizzabili così come sta accadendo in gran parte delle città italiane e che siano tracciate nel cuore della città e la colleghino nella sua lunghezza da Nord a Sud senza dimenticare che nel corso del 2019 il Comune ha incentivato l’acquisto di un migliaio di biciclette a pedalata assistita e che l’iniziativa è stata molto gradita ed adesso è anche il governo nazionale che sta procedendo a fare altrettanto.
Nella foto in basso le piste ciclabili previste nella città di Matera dal programma finanziato nel 2010.