Le proposte della task force guidata da Vittorio Colao nel suo documento ‘Rilancio Italia’, nello specifico del potenziamento degli strumenti di monitoraggio del Ssn, raccolgono buona parte delle idee programmatiche che Sanità Futura ha ripresentato in occasione della web conferenza stampa venerdì scorso.
Sanità Futura si riconosce soprattutto nell’obiettivo indicato da Colao di “sviluppare un Ecosistema Digitale Salute a livello nazionale, che connetta tutti gli attori della filiera e renda disponibili tutti i dati sanitari del paziente agli operatori autorizzati, per permettere una cura integrata a casa, presso strutture sanitarie pubbliche/private e in ospedale, attraverso personalizzazione, monitoraggio ed interventi più efficienti”.
“L’emergenza Covid19 – è scritto nel documento della task force insediata per la gestione della cosiddetta fase 3 – evidenzia la necessità di applicazione della telemedicina, non solo per il Covid”, ma soprattutto per assicurare l’accesso alle cure a tutti gli altri pazienti”.
In dettaglio il documentoColao propone di:
a. Avviare una revisione organica dei processi sanitari in un’ottica di sanità integrata e personalizzata, composta da:
i) Digitalizzazione e accesso da remoto a tutti gli asset sanitari relativi al paziente
ii) Televisita (rapporto medico di medicina generale-paziente) sia pubblica sia privata;
iii) Teleconsulto (anche residente);
iv) Gestione amministrativa e pagamenti
v) Raccolta dati monitoring remoto IoT/wearables
vi) Condivisione dati psedonomizzati o anonimizzati ai fini ricerca/statistici, come da leggi vigenti.
b. Nello specifico, per la realizzazione di questa trasformazione è necessario:
– Superare il Fascicolo Sanitario Elettronico convergendo verso il “Digital Twin”, ovvero la rappresentazione virtuale del cittadino con integrazione di tutti i suoi dati, dalla genomica ai dati clinici alla sensoristica con viste diversificate per tipologia di utente (Ricerca, Industria, Istituzioni Operatori Sanitari).
– Avviare revisione dei processi anche da un punto di vista normativo, nell’ottica dell’inserimento di nuove tecnologie (e.g., IoT, AI , Big data), definendo regole chiare per la condivisione dati tra tutti i soggetti della filiera (dalla R&S alle assicurazioni integrative e servizi privati).
– Definire architettura e costruire/adottare la piattaforma abilitante per questo ecosistema, valutando problematiche di integrazione con sistemi esistenti a livello regionale
Ma non solo, accanto al Piano digitale nel documento si propone di “sviluppare un sistema di monitoraggio sanitario nazionale, anche a supporto del piano di digitalhealth e di sistemi di earlywarning nel monitoraggio delle pandemie, garantendo la disponibilità di dati omogenei, di buona qualità e in tempo reale, nonché di adeguate capacità di elaborazione e sintesi”.
Secondo la task force al momento esiste una “frammentazione nelle procedure per la raccolta dei dati, una lentezza nel processo di elaborazione legate a ritardi tecnologici (trasmissione di dati su nascita e morte attraverso modulistica cartacea: 600.000 moduli cartacei anno, che richiedono all’Istat lunghi tempi tecnici di controllo) e un mancato sfruttamento di sinergie tra enti diversi”.
Per superare queste rigidità in alcuni casi si richiedono “interventi normativi, per altre bastano procedimenti amministrativi”.
L’impianto delle proposte della task force guidata da Colaorafforza l’iniziativa che Sanità Futura sta svolgendo da mesi, dall’inizio della pandemia e ruota intorno alla rinnovata strategia di cooperazione pubblico-privato accreditato declinata in numerosi campi di attività, tra cui l’agenda unica CUP che comprenda anche le strutture della specialistica ambulatoriale accreditata.
Quella che abbiamo definito la “priorità delle priorità” per noi resta il superamento delle liste di attese per prestazioni.
Sono circa 90 mila (70 mila solo all’Ospedale San Carlo e 20 mila all’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera) – secondo dati forniti dalle direzioni sanitarie degli ospedali – le prestazioni da “smaltire” dopo la fase di sospensione delle attività ospedaliere ed ambulatoriali di Asp, Asm e Aor San Carlo. Sanità Futura nel corso della conferenza stampa web di venerdì scorso aveva parlato di almeno 70 mila prestazioni come dato prudenziale e come stima “per difetto” che dunque è di gran lunga superiore a riprova che l’allarme lanciato è ancora più grave.
La mobilitazione popolare promossa da Sanità Futura, alla luce di questi numeri, acquisisce un significato maggiore.
Come provano numerose testimonianze di pazienti che abbiamo raccolto purtroppo il primo giorno di ripresa delle prenotazioni attraverso il CUP ha rilevato ancora numerose problematicità e ritardi mentre non ci sono da parte dei responsabili di AOR San Carlo, Asp e Asm previsioni sui tempi necessari allo “smaltimento” dell’arretrato e tanto meno sulle modalità di espletamento delle attività nel tentativo di ridurre i tempi di attesa.
Sanità Futura nel ribadire la piena disponibilità delle strutture associate ad accrescere le prestazioni continua a monitorare la situazione sollecitando le associazioni di pazienti e utenti del SSR a rafforzare l’attenzione e la collaborazione.