A volte i social appaiono superficiali, intangibili, al limite dell’irreale. Spesso invece, rappresentano lo specchio di un mondo reale, dove una comunità ci si ritrova come in piazza riscoprendo e ricordando.
E’ quello che sta accadendo sul gruppo Facebook “Sei di La Martella se…”, dove circa 1200 iscritti tra abitanti del borgo, parenti dei primi abitanti, amici radicati alla sua storia, si ritrovano ogni giorno per raccontare, ricordare, scoprire e spolverare antichi aneddoti, vecchie fotografie e storie di grandi uomini che ne hanno saputo scrivere le pagine più romantiche. Il fotografo materano Domenico Fittipaldi, amministratore del gruppo, ogni giorno contatta, sfoglia e ricerca immagini e storie che pubblica al fine di non recidere mai il cordone che lega il progresso odierno alle radici contadine sulle quali si sostengono i valori di cui si è nutrita fino ad oggi l’intera comunità.
Il suo esempio nella ricerca ha scatenato una appassionata riscoperta delle emozioni vissute, ed ognuno ha iniziato a sfogliare gli album della memoria estraendo dal cilindro del passato immagini che emozionano e accarezzano. Fotografie di ogni epoca, dagli anni ’50 agli anni ’90 passando dai gloriosi anni ’80, giungendo ad oggi. Intere generazioni si inseguono, si fondono, si completano oggi come allora, quando sullo “spaccio” gli anziani narravano ai giovani, ed i giovani imparavano la storia del fare, e spesso con poco sapere…
Grande risalto è dato ai grandi uomini ed alle grandi donne che hanno incrociato i propri destini con quelli del Borgo forgiando inconsapevolmente centinaia di fortunate generazioni, le stesse che oggi si commuovono di fronte ad un’immagine, ad un racconto…
Domenico dichiara: “la fotografia mi appassiona perché è una magia. Cattura un istante che non torna e lo conserva per l’eterno. Eccezionale l’emozione che un’immagine può suscitare, essa risveglia ricordi antichi spesso sopiti, un po’ come capita per i profumi, la nostra memoria è sconfinata ma a volte va rispolverata. La fotografia è il metodo migliore per far riemergere dal baule della vita i momenti che, senza saperlo, hanno deviato il corso del nostro destino”.