Il giornalista Michele Rutigliano in una nota esprime alcune riflessioni sugli Stati Generali organizzati dal Governo Conte a Villa Pamphili per affrontare il tema della ripartenza del nostro Paese dopo l’emergenza Coronavirus. Di seguito la nota integrale.
Gli Stati Generali di un Premier per caso
In questi giorni, sto leggendo un bellissimo libro: “La Metamorfosi” di Giuseppe Conte. É scritto molto bene e ha una trama davvero avvincente. L’autore, uno sconosciuto Professore universitario, ottimo avvocato di grandi società multinazionali, una bella casa al centro di Roma e una fiammante Jaguar in garage, iniziail suo racconto, proprio come Kafka. Una mattina, all’improvviso, si sveglia e si ritrova…..Capo del Governo Italiano. E allora, in omaggio ai due partiti populisti che lo hanno voluto, si proclama subito Avvocato del Popolo. Fallito il primo Governo, come se nulla fosse, ne fa un’altro. Fallito il Contratto, ripiega sbrigativamente su un Patto. Col secondo governo, nato in mezzo ad un pandemonio, scoppia peró una vera pandemia. Ed è qui che l’Avvocato Conte, con sorpresa di tutti, dá il meglio di sé. Ripudiato il grillismo e le sue anarchiche fazioni, di notte studia e impara molto bene i principi di quella scienza politica che fu il doroteismo democristiano. L’Avvocato allorasi eleva, si trasforma, si trasfigura. Recita talmente bene la sua parte in commedia che un giornalista, al termine della sua ennesima conferenza stampa, lo sente esclamare, di fronte ad un allibito Rocco Casalino: ” Altro che defunta: La Dc é viva e lotta insieme a noi!”. L’Italia, come ci insegna Alberto Angela, é il Paese delle Meraviglie. E una di queste é, senza alcun dubbio, questo libro di Giuseppe Conte. Le sue metamorfosi, per stile, contenuto e potenza espressiva hanno superato di gran lunga il capolavoro di Franz Kafka. La Pandemia poi lo ha portato al settimo cielo. Macchè avvocato, ma quale professore. Lui si sente uno Statista. Altrochè. E allora vai con le conferenze stampe, vai con le reti unificate, vai con i decreti. Gli mancavano solo gli Stati generali, come se fosse il Re Sole. E anche qui tutta una sequela di progetti e idee, programmi e proclami, promesse e chi ne ha più ne metta. Vedremo, faremo, organizzeremo… Rinasceremo! E intanto è da fine marzo che tanti poveretti aspettano la cassa integrazione. E’ da fine marzo che ci promettono bonus a destra e a sinistra.In tanti si chiedono: A chi giova tutto questo?Ma è chiaro no! A lui, all’ Avvocato del Popolo. Ci dicono i sondaggi che se fondasse un suo partito, alle prossime elezioni, avrebbe uno strepitoso 15%. E’ sempre che lui che, alle brutte, potrebbe fare il Presidente della Repubblica. O, come gli ha suggerito Renzi, approfittare, prima che tutto crolli, di un bello strapuntino come Giudice alla Corte Costituzionale. Ma quali sono i meriti del Professor Conte? Di chi stiamo parlando? Di Giulio Cesare, di Garibaldi, di Mussolini o di De Gasperi? Niente di tutto ciò.Il merito è di quella congiunzione astrale che, in soli due anni, ha conciliato polvere di stelle e pandemia. Il Professor Conte è soprattutto un professionista serio, preparato e persona di grandissimo buon senso. Però una cosa l’ha capito molto bene: che in politica vale quello che ripeteva sempre Winston Churchill: “Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”.
Michele Rutigliano