9° Webinar Sanità Futura: “La salute non può attendere. Non possono attendere ancora 120 mila lucani e 600 lavoratori della specialistica ambulatoriale”. Di seguito la nota integrale.
Con l’avvio della fase 3 cresce il bisogno di salute non solo per soddisfare prestazioni e visite specialistiche accumulate durante il lock down (liste di attesa) ma perché la sicurezza rappresenta l’elemento fondamentale della ripresa di qualsiasi attività. La situazione paradossale riguarda le strutture della specialistica ambulatoriale privata accreditata che erogano servizi e prestazioni per la salute dei cittadini. A poco più di un mese dalla riapertura, le circa 60 strutture (con oltre 600 dipendenti e collaboratori professionali) sono in crisi: non solo non viene riconosciuta la possibilità, offerta a tutte le altre imprese, di accedere alle misure di sostegno economico per i mesi di interruzione imposta, ma viene negato qualsiasi aiuto per l’applicazione dei protocolli di sicurezza da Covid-19 che in questo caso sono molto più complessi ed onerosi, lasciati totalmente a carico dei titolari delle imprese sanitarie. Per essere più chiari: è indispensabile, pena l’interruzione delle attività sanitarie o l’innalzamento del rischio di contagio, garantire e migliorare le misure di sicurezza Covid-19 per gli operatori e per i pazienti, utilizzare strumenti e tecnologie avanzate, ma non è possibile presentare alcuna domanda in adesione ai tanti Avvisi Pubblici che sono stati emanati. Di fronte a questa situazione insostenibile l’assemblea di crisi di Sanità Futura – alla quale oltre ad aziende della specialistica ambulatoriale aderiscono circa 2 mila pazienti – ha deciso un piano straordinario di iniziative e di mobilitazione presentato nel 9° Webinar (“La salute non può attendere”). Prioritariamente, in attesa di risposte dagli assessori alle Attività Produttive Cupparo (per le misure decise a favore delle imprese da cui sono escluse quelle sanitarie) e alla Salute Leone (per le misure riferite ai presidi personali di sicurezza, sanificazione, ecc.) sarà chiesto ai Prefetti di Potenza e di Matera di convocare tavoli di crisi. La seconda iniziativa programmata è una “Class Action” a tutela dei pazienti che si rivolgono al CUP per prenotazioni di visite e prestazioni (secondo una stima approssimativa, per Sanità Futura, tra le 120mila e le 140mila arretrate) senza risposta. Non sono numeri – spiega l’Associazione – ma persone, cittadini lucani, che si vedono negare quanto prevede l’art.32 della Costituzione e quanto il Governo prima con il Piano nazionale abbattimento liste di attesa e di recente con una specifica circolare del Ministero alla Salute hanno “raccomandato” alle Regioni di fare perché da settimane nel Paese si muore più per i servizi sanitari negati che per Covid-19. In altre Regioni si sta provvedendo a “smaltire” l’arretrato. Due esempi. Una visita cardiologica prenotata agli inizi di giugno a Milano sarà possibile il 15 giugno, a Bologna il 24, a Firenze il 19, a Bari il 15 e a Palermo il 29. Una risonanza magnetica al ginocchio (prenotata sempre agli inizi di giugno) a Milano sarà possibile il 2 luglio, a Bologna il 18 giugno, a Firenze il 2 luglio, a Bari il 15 giugno e a Palermo il 16 giugno. In Basilicata quando? Non prima di aver smaltito l’arretrato, cioè non si sa.
Quanto alla drammatica situazione delle liste di attesa, le soluzioni proposte sono le stesse della fase pre-Covid 19 contenute in una petizione popolare firmata da oltre 9mila lucani, promossa dal Comitato “Non siamo un numero” e Sanità Futura e consegnata nel mese di gennaio scorso al Presidente Cicala.
Sanità Futura ha anche indicato le cause: circa il 20% del problema è dovuto a un deficit di produzione (insufficiente risposta alla qualità dei reali fabbisogni) un buon 15-20% dipende dalla mancata disdetta di pazienti che non si presentano per la visita-prestazione (gestione e pulizia delle liste di prenotazione), un buon 15-20% da “inappropriatezza”, vale a dire prescrizione di prestazioni non sempre sono necessarie. Inoltre, l’informatica sanitaria dovrebbe essere estesa alle strutture accreditate che possono a tutti gli effetti diventare cup territoriali; i medici specialistici delle strutture, in attuazione di una legge regionale inapplicata da un anno, devono poter effettuare le prescrizioni al pari dei propri colleghi che lavorano per le strutture pubbliche.
Sanità Futura ha anche deciso di promuovere un dibattito-confronto sulla riforma della sanità allargato a tutti gli “attori” del sistema sanitario regionale. Da settimane si ripete da parte del Dipartimento Salute e di forze politiche la necessità di adeguare la sanità lucana sia perché l’emergenza Covid-19 non è certo finita, anzi bisogna prepararsi all’autunno e a quanto potrebbe accadere per il contagio, sia per rispondere alle nuove domande di cura e prevenzione. Purtroppo – sostiene Sanità Futura – sinora il dibattito è avvenuto solo nelle stanze del “palazzo” se la sanità non riguardasse le parti sociali, le associazioni di pazienti, l’intera comunità lucana. Senza dimenticare che la scorsa settimana con l’incontro presieduto dal Presidente Bardi con la partecipazione dei sindacati confederali si è consumata l’ennesima discriminazione nei confronti delle associazioni della specialistica ambulatoriale esclusa, senza alcuna motivazione, dall’incontro. Dimenticanza? Sanità Futura continua a credere che “il buon senso” debba prevalere se si vuole affrontare il mostro della crisi che è ormai non solo sanitaria ma anche economica e sociale e chiede, nuovamente, ascolto e confronto urgente al Presidente Bardi perché si superi rapidamente, in discontinuità con il passato, la penalizzazione delle imprese della sanità e si approvino specifiche misure per la specialistica ambulatoriale accreditata a costo zero e con effetto immediato.