“La FIALS ha respinto l’accordo sulle progressioni orizzontali, firmato con “rammarico” da altre sigle sindacali, perché delude le attese delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto”. Il Componente della segretaria provinciale della Confsal-Fials Raffaele Libutti ha diffuso una approfondita nota per spiegare i motivi del dissenso da un accordo firmato a maggioranza.
Le progressioni orizzontali costituiscono l’istituto contrattuale più qualificante del CCNL del Comparto 2016/2018. Un contratto che è stato firmato dieci anni dopo l’ultimo rinnovo, senza aumenti di retribuzione e con le carriere “bloccate”.
“E’ stato un grave errore – osserva il responsabile sindacale – condividere l’accordo. La FIALS contesta la scelta di “svendere” la possibilità di rendere stabile e ricorrente una parte della retribuzione rispetto ad istituti contrattuali più “aleatori”. La meritocrazia nel “pubblico” stenta ad affermarsi. E’ quindi sbagliato doversi sottoporre sulla produttività “premiante”a volontà spesso esercitate discrezionalmente dai vertici dirigenziali.
“E’ stata – sottolinea Costanzo – una resa senza condizioni e si è contraddetto quanto chiesto nei precedenti incontri. Ci sconforta, perciò, vedere sottoscrivere “accordi” come quello di martedì 16 giugno 2020, in cui, di fatto, si accettano le linee aziendali. Abbiamo assistito a una sostanziale capitolazione, senza condizioni, della proposta dell’Irccs-Crob, “sorda” alle nostre richieste di utilizzare parte del fondo premiante (circa 40.000,00 euro), risorse necessarie a garantire l’opportunità, attesa da anni dai dipendenti”.
“I sindacati – precisa il sindacalista della Fials – si sono accontentati di una promessa. La nostra proposta impegnava la direzione aziendale ad attribuire le fasce nel 2021 con le risorse certe. dei futuri pensionamenti e del fondo art.81. Ora la possibilità di attribuire progressioni resta vincolata ai limiti delle risorse disponibili, nell’ambito del triennio. Bello sforzo. Se cambiasse la Direzione Generale che succederebbe? I lavoratori resterebbero con un pugno di mosche in mano”
Per Libutti, così, “si è consumato il fallimento di un fronte comune di tutte le sigle sindacali e gli incitamenti degli ultimi mesi a tenere aperto il confronto si sono rilevati inutili. Una volontà contraddetta con la sottoscrizione dell’accordo. Purtroppo ci tocca ricordare ai dipendenti prossimi alla pensione che per i prossimi tre anni non ci saranno progressioni orizzontali. La parte pubblica voleva la soluzione giuridica ed è stata proposta, la risposta è stata mortificare il personale del comparto del CROB. Dipendenti che in questi mesi con molta dedizione e spirito di sacrificio hanno prestato la propria opera nell’affrontare l’emergenza da Covid 19 non ancora superata”.
Il delegato provinciale conclude “ricordando le scelte diverse ed opinabili che sono state prese in precedenza per la dirigenza. A questo personale sono state assegnate di importanti quote accantonate negli anni pregressi. Nel verbale si legge che si è firmato un ‘buon accordo, anche se con rammarico’. Che senso ha? Gli accordi si firmano senza rammarico a garanzia e a tutela dei Lavoratori! Il che non è successo in questa occasione”.
Giu 18