Indotto Eni di Viggiano, vertenza lavoratori Nico, Uilm Basilicata: “Prossima settimana nuovo tavolo di confronto”. Di seguito la nota integrale.
Nella giornata odierna si è tenuto presso la Sede Eni di Viggiano, il presidio di circa 70 lavoratori della Nico SPA, che unitamente alla UILM Basilicata, hanno scioperato a causa del possibile licenziamento di 16 dipendenti, padri di famiglia, che a causa della riduzione delle attività da parte di Eni Rewind (ex Syndial) non vedranno rinnovato il proprio contratto di lavoro.
In realtà questi lavoratori, cosi come da accordo aziendale, sottoscritto dalle parti a marzo del 2019, avrebbero dovuto essere invece stabilizzati, con contratto a tempo indeterminato.
Per questo motivo, questa mattina tutti i lavoratori della Nico hanno scioperatopresidiando i cancelli dell’Eni per sostenere il diritto al lavoro, in una fase, quella attuale, molto complessa della storia delle estrazioni petrolifere in Basilicata.
Le scelte di Eni negli ultimi mesi si sono rivelate e continuano ad essere deleterie, per l’intero sistema industriale dell’intera Basilicata, perché a fronte di una filiera estrattiva immutata registriamo una pesante riduzione delle attività di manutenzione di circa il 50 – 60% che mette seriamente a rischio la tenuta sociale del territorio della Val d’Agri a causa dell’utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali.
Ribadiamo: se la filiera estrattiva è immutata, se il numero dei barili è immutato, come è possibile o come sia accettabile una riduzione delle attività? Come è possibile l’utilizzo della cassa integrazione quando dal punto di vista industriale il quadro è cambiato di poco o nulla?
Gli ammortizzatori sociali all’interno del centro oli di Viggiano vanno sospesi e azzerati; non vanno ridotte le attività.
Il prezzo del barile non può essere il termometro dell’occupabilità e dell’occupazione all’interno del centro oli di Viggiano, altrimenti in tempi non sospetti l’occupazione avrebbe dovuto essere quadruplicata.
È una logica di mercato e di interessi industriali messi in campo da ENI che vanno respinti al mittente perché le mancate marginalità legate al prezzo del barile da parte di ENI non possono essere pagate dai lavoratori,attraverso l’uso dell’ammortizzatore sociale o indirettamente attraverso extra sconti sulle attività; è chiaro poi, che una parte di quello sconto richiesto si riflette anche sul benessere economico dei lavoratori dell’indotto ENI di Viggiano.
L’assemblea è stata partecipata anche di tanti altri lavoratori dell’Indotto Eni di Viggiano a partire dai colleghi della Ex Caruso che ancora oggi aspettano, come da impegni assunti, fiduciosi il rientro all’interno del Centro Oli di Viggiano; gli stessi non solo hanno perso il proprio posto di lavoro – e hanno come unico sostentamento, per adesso, la Naspi (ex Disoccupazione) – ma assistono quotidianamente al fatto che le loro attività vengono espletate, con la solita logica dell’appalto diretto, da altre società.
Durante il presidio che ha visto l’interessamento dei Sindaci di Viggiano e Marsicovetere e a seguito dell’ulteriore richiesta di incontro indirizzata all’Assessore Cupparo, i lavoratori in assemblea hanno deciso di sospendere momentaneamente lo sciopero, a fronte dell’incontro sindacale che si terrà nel corso della prossima settimana in Regione Basilicata, al fine di trovare una soluzione concreta che possa garantire gli attuali livelli occupazionali all’interno della Nico.