A giugno 2020 si vede una porta in vetro circondata da erbacce e materiale di risulta. Sembrano ultimati i lavori inerenti il sistema per l’accessibilità pedonale in via Casalnuovo (Rioni Sassi): ascensore che consentirà di raggiungere la zona destinata ad ospitare il cosiddetto Dea Museo Demoetnoantropologico.
Appalto ideato e organizzato dal Comune di Matera con Fondi sviluppo e coesione 2007-2013, sedici imprese invitate, aggiudicato alla ditta Cataldi Restauri e Costruzioni srl di Gravina in Puglia che ha offerto 408.084,32 euro, ribasso del 26,567% oltre 44.276,66 euro quali oneri per la sicurezza. Inizio lavori 24 maggio 2017, durata 540 giorni.
Ultimamente sindaco e assessori comunali hanno deliberato la variante alle Previsioni generali del recupero in attuazione della Legge n. 771/86 approvate dal Consiglio comunale in data 27 novembre 2012. Prospettata una rete di agibilità per riconnettere le due entità urbane Sassi-Piano, superando la dicotomia storica creatasi nei secoli Ottocento e Novecento che ghettizzava i primi nascondendoli al secondo.
Quindi gli interventi “ascensori e percorsi aiutati” da realizzare in Piazza Vittorio Veneto-Via Rosario,Via delle Beccherie-Via Lombardi,Via Ridola-Calata Ridola,Via Lucana-Via Casalnuovo,Piazza Duomo-via Madonna delle Virtù-Rione Casalnuovo ambito 22 ,collegamento da via Margherita a via Fiorentini attraverso vico Commercio e Vico Lombardi.
Per diverse motivazioni- parere contrario della Soprintendenza, perplessità su trivellazione per installare la struttura di sollevamento -gran parte dei progetti non sono stati creati e quindi i vertici politici municipali hanno riconsiderato l’intero sistema di praticabilità in virtù del Programma auspicato dalle “…vigenti P.G.d.R ma che, nei fatti, non è stato ancora redatto”.
Iniziativa che dovrà essere attentamente soppesata tenuto conto della fragilità logistica e strutturale che caratterizza i Rioni Sassi, patrimonio Unesco dal 1993 e capitale europea della cultura anno 2019.
Confermati invece i tre progetti di ascensore già costruiti: quello di Piazza Vittorio Veneto, quello di Vico Commercio (terminato a fine novembre 2013 al costo di 267 mila euro e mai reso funzionante) e quello di via Casalnuovo.
Quest’ultimo quando verrà aperto al pubblico? Non è dato sapere.
Le foto sono state scattate il 18 giugno 2020.
In merito al valore culturale e di memoria storica dei Sassi torna utile il libro vergato da Teresa Mengale “Visconti in Basilicata”. Formato da un’ampia selezione di fotografie, anni Sessanta, che raccontano il viaggio di studio, ricerca di tracce di una cultura remota da trasporre in sceneggiatura cinematografica.
Scrive Mengale:”Le fotografie scattate in Basilicata rivelano un approccio inedito dell’aristocratico regista milanese nei confronti del Meridione. Se la Villa Colombaia nell’isola di Ischia rappresentava per Visconti i luoghi dell’incanto mediterraneo,il tour in Lucania costituiva l’altra faccia del Sud,il luogo dell’incontro con la civiltà contadina,misera e dignitosa,descritta minuziosamente nelle pagine di Levi e Scotellaro,fermata nelle raffinate immagini di Henri Cartier Bresson,terra dalla quale provenivano le foltissime comunità di lucani travasate a Milano durante gli Anni Cinquanta,oltre che terra d’origine di Gerardo Guerrieri,suo amico”.
Visconti percorse in modo accurato il Sasso Caveoso, camminando nel denso intrico di vicinati,lamioni, case a corte per meglio osservare e capire la vita di relazione che vi si svolgeva. Le foto rivelano che il regista scoprì la facciata della chiesa San Pietro Caveoso, si soffermò sulla Rupe di Moterrone e vi girò intorno fino a mettere in risalto anfratti non immediatamente visibili,non tralasciò gli scorci del Caveoso e l’interno delle abitazioni,case grotte e case sopra le case.
“Guadando oggi—sottolinea Megale– queste magnifiche fotografie noi non vediamo soltanto quella Matera,Basilicata che Visconti e i suoi collaboratori ebbero a visitare. Non vediamo soltanto il paese di Rocco e dei suoi fratelli. Vediamo soprattutto quello che vi vedeva Visconti e, in ultima analisi,vediamo perché Rocco e i suoi fratelli sono nati lì”.
Per quale ragione in via Bruno Buozzi (automobili parcheggiate sopra i marciapiedi, ristoranti e pizzerie e gelaterie e pub e food & wine e negozi stracolmi di paccottiglia e cialledda materana a sette euro e vineria di nonna Giuditta dentro le grotte piene di umidità) e nei Rioni Sassi non è più possibile incespicare nel sentimento del tempo-vissuto e descritto da Calo Levi, Giuseppe Antonello Leone, De Robertis, Friedman, Mazzarone, Quaroni, Bracco, Gorio, Rossi Doria, Guerricchio, De Rita, Giura Longo, Musatti, Tentori, Isnardi, Lattuada, Visconti, Cartier Bresson, Seymour, Pasolini…..—purtroppo schiacciato dal caravanserraglio del turismo predatorio?
Nino Sangerardi
la storia è lunga e lo spreco anche ma gli aspiranti sindaci e che sono tanti lo sanno? Povera Matera!