Domenica 20 e lunedì 21 settembre sono le date ufficiali per l’election day dopo il via libera al Senato di questa mattina del decreto legge Elezioni. Stavolta nessun errore né incidente di percorso, nonostante i veleni e lo scambio di accuse al vetriolo fra giallorossi e centrodestra. Con 158 sì su 162 presenti, nell’ultimo giorno utile prima della decadenza, il Senato ha convertito in legge il decreto che disciplina le prossime elezioni suppletive, regionali, comunali e l’election day con il referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari. Le liste dovranno essere presentate entro il 20 agosto mentre 45 giorni prima delle elezioni si scioglierà il Consiglio comunale nei Comuni chiamati al voto, tra cui anche Matera.
Per farlo è stato però necessario ripetere il voto di fiducia dopo che ieri, da successivi controlli, è risultato che i 149 presenti, sommati a congedi e missioni, non erano sufficienti al raggiungimento del numero legale. Tant’è che diversi i senatori della maggioranza, già partiti per tornare a casa, sono stati costretti a rientrare a Roma in fretta e furia. Soddisfatto per il pericolo scampato il premier Giuseppe Conte, che prima dell’inizio della seduta ha chiamato i capigruppo di maggioranza per complimentarsi: “Quando ieri sera sono stato avvertito che in Senato sareste stati richiamati a votare alle 9,30, ho pensato ‘mission impossible’. Invece chapeau, se ci siete tutti, siete stati davvero bravi”.
Anche oggi le opposizioni hanno disertato il voto. Remake della strategia messa in campo ieri nel tentativo, riuscito solo in parte, di certificare la frana dei giallorossi a palazzo Madama. In occasione del primo voto di fiducia, avvenuto nel pomeriggio inoltrato, le numerose assenze fra i banchi della maggioranza avevano infatti spinto il centrodestra a tentare il blitz. Sventato a prima vista per un soffio, dal momento che a caldo gli uffici avevano ritenuto i numeri sufficienti per validare la seduta. Solo a tarda sera ci si è resi conto dell’errore tecnico che ha comportato l’annullamento della votazione e il bis di stamattina. Un episodio con prochi precedenti: l’ultimo simile risale ad una seduta del 1989.
20 e 21 settembre, scelte date elezioni regionali, comunali e referendum costituzionale per taglio parlamentari
Domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020 sono le date scelte dal Governo per le elezioni regionali previste in sette regioni (Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Campania, Toscana, Marche, Puglia), per le elezioni amministrative (tra cui anche Matera), per Suppletive in Parlamento per il referendum costituzionale per il taglio dei parlamentari.
Un vero e proprio election day distribuito in due giornate per evitare gli assembramenti a seguito dell’emergenza Coronavirus.
In programma le elezioni regionali 2020 in Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Marche, Campania e Puglia per il rinnovo del Consiglio regionale e del presidente della Region, le elezioni amministrative in oltre mille Comuni italiani, tra cui 3 capoluoghi di Regione (Aosta, Trento e Venezia) e il referendum costituzionale confermativo sul taglio del numero dei parlamentari, rimandato dal 29 marzo.
Per quanto riguarda le elezioni amministrative ricordiamo che la legge elettorale prevede, nei comuni sopra i 15.000 abitanti, che se nessuno dei candidati dovesse riuscire a ottenere il 50% dei voti (40% in Sicilia) si dovrà procedere con il ballottaggio tra i due più votati dopo due settimane.
Nei comuni sotto i 15.000 abitanti, le elezioni amministrative invece si svolgono in un unico turno dove a essere eletto è il candidato capace di ottenere anche un solo voto in più rispetto ai suoi avversari.
Sono circa 1.050 i comuni in cui si svolgeranno elezioni amministrative 2020. Il condizionale è d’obbligo visto che, come accade spesso, nei prossimi mesi si potranno aggiungere altre amministrazioni a causa di crisi politiche oppure commissariamenti.
Di seguito è l’elenco dei 19 comuni capoluogo che saranno interessati da questa tornata elettorale delle amministrative 2020.
Agrigento, Andria, Arezzo, Aosta, Bolzano, Chieti, Crotone, Fermo, Enna, Lecco, Macerata, Mantova, Matera, Nuoro, Reggio Calabria, Trani, Trento e Venezia.
Tra i principali altri comuni non capoluogo in cui si andrà a votare figurano Giugliano, Castrovillari, Cava de’ Tirreni, Voghera, Avezzano, Faenza, Altamura, Cerignola, Licata, Marsala, Milazzo, Terracina, Viareggio e Castelfranco Veneto.
Per quanto riguarda il referendum non servirà raggiungere il quorum, in quanto si tratta di una consultazione confermativa per dare l’ok oppure bocciare la riforma degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione italiana, modifica che prevede il taglio dei parlamentari. Se il 20 e 21 settembre passerà la riforma (quindi se vinceranno i sì) il numero dei deputati scenderà da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200, per un totale di 600 parlamentari.
Michele Capolupo