Istituire una giornata di studio internazionale per discutere di ruralità, banca della terra e riforma fondiaria tra passato, presente e futuro. Riflessioni e proposte scaturite dalla visita alle tavole di Eraclea a Policoro.
“C’è una grande verità da rivalutare ed attuare: dalla nostra terra e dalla nostra storia possiamo immaginare il futuro e raccontarlo al mondo. Per la prima volta le tavole di Eraclea ritornano ad essere ospitate nell’area dove sono state trovate e narrano il loro ieri quasi a suggerire a noi un nuovo domani.
Far conoscere i tesori dei nostri musei a quanti più visitatori possibile e in sicurezza è la scelta operata sin da subito dai Musei di Basilicata, nel graduale e sostenibile piano di riapertura in atto. Istituire una giornata studio con il coinvolgimento della Regione Basilicata, dell’Alsia e del Museo della Siritide, da dedicare alla ruralità, banca della terra e riforma fondiaria tra passato, presente e futuro è la proposta su cui avevo lavorato con l’amministrazione comunale di Policoro, con l’allora Assessore Valentina Celsi, e che vorrei riproporre. Sperando sia anche ora condivisa, per impegnare il Governo Regionale e l’intero consiglio sul tema di grande attualità e capace di parlare alla comunità dal punto di vista sociale, economico, ambientale.
In questa direzione, era stato realizzato dal dipartimento Agricoltura nel 2018/2019 un progetto editoriale dal titolo “il futuro sui solchi del passato” composto da videoracconti e di cui si sono stampate 1.000 copie, con il racconto dell’agroalimentare e di Basilicata. Incredibilmente abbandonato da oltre 8 mesi nei depositi e mai presentato alla stampa o distribuito ad alcuno quale materiale di promozione territoriale.”
Lo dichiara a il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
“In occasione della Giornata Europea dell’archeologia – prosegue Braia – ho voluto visitare il Museo Archeologico Nazionale della Siritide di Policoro, e in particolare la mostra dedicata alle “Tavole di Eraclea tra Taranto e Roma”, uno tra i più importanti documenti epigrafici della Magna Grecia, ritrovate nel 1732 nel fiume Cavone. Le tavole sono un documento fondamentale per comprendere la storia sociale, politica e economica del territorio della Siritide dall’origine sino alla formazione delle città dell’arco ionico, da Policoro a Scanzano. La mostra, che consiglio a tutti di visitare, rimarrà aperta sino al prossimo autunno.
Interessante, tra le varie scoperte di questo viaggio nel passato, come la distribuzione della terra al popolo, con regole semplici, chiare e utili a dare dignità e lavoro alla popolazione, fosse applicata sin dalla civiltà greca. L’iscrizione greca delle tavole è un regolamento per la gestione dei terreni dedicati, proprio perché eccellenti, alle divinità di Dioniso ed Atena e per la loro redistribuzione, sapientemente fatta con metodo e giudizio a scopi produttivi.
Il collegamento del percorso della visita è con l’esperienza della Riforma Fondiaria degli anni 50, i cui reperti sono visibili nell’altra area del museo, quasi un continuum storico che ha visto la stessa riforma essere concomitante avvio delle esplorazioni archeologiche nell’area metapontina, effettuate da Dinu Adamesteanu, primo soprintendente archeologo della Basilicata e fondatore del Museo della Siritide a cui la Basilicata deve tantissimo. Il Metapontino, se vogliamo, é forse l’unica area in Italia dove la riforma fondiaria possiamo dire abbia avuto successo, di cui gli effetti positivi sono ancora oggi visibili, tangibili e reali.
Ciò ha tracciato – ritengo – in maniera indelebile le vite dei lucani nei tempi che seguirono per arrivare oggi anche a influenzare le nostre vite, testimoniando come la ricchezza delle nostre terre fertili della Magna Grecia, soprattutto sulla costa ionica, sia stata da sempre associata alle divinità, tanto era già allora il valore e la bellezza, quella che oggi rende meravigliosa una Basilicata 100% rurale dalla biodiversità incredibile, da sostenere con ogni forza e risorsa.
Riportando la riflessione sull’agricoltura lucana ai giorni nostri, che può essere una prospettiva per tanti giovani e non grazie alle sue peculiarità, credo dobbiamo lavorare a costruire un futuro che, anche con la Banca della terra da rivalutare e far uscire dallo stallo, possa ridare opportunità in agricoltura, soprattutto ai giovani e, in particolare, a chi le cerca e a chi non le ha.
Dalla terra siamo nati e dalla terra dobbiamo ripartire – conclude il consigliere Braia – in Lucania soprattutto. L’intera rete museale di Basilicata con la ritrovata autonomia grazie al governo Conte possiede un patrimonio culturale da comunicare e valorizzare di più e meglio e far diventare attrattore turistico cultura e di eccellenza. Deve essere possibile rilanciare e valorizzare, aprendo i luoghi a molteplici usi e alle diverse arti, con una attività di promozione e valorizzazione adeguata all’importanza che tutto il mondo gli riconosce.”
In foto, Braia e la visita alle tavole di Eraclea e alla mostra sulla riforma agraria. Braia con Valentina Celsi.