Trepida attesa per le decisioni che saranno assunte nelle imminenti ore dal ceto bancario della Nicoletti SpA in relazione alle proposte inviate dai liquidatori della Nicoletti SpA e sottoscritte per adesione dai liquidatori della Nicoletti Divani srl e Pellaser srl. Decisioni che, nel caso di positivo riscontro, consentirebbero all’azienda di rimodulare il piano concordatario che potrebbe addirittura portare ulteriori novità positive in termini di valorizzazione economica. Tutto ciò mentre a Roma si è discusso di un Accordo di Programma per una azienda che dichiara, contrariamente alla condizione disastrosa della Nicoletti, di essere in ripresa, di avere considerevoli disponibilità nelle riserve di bilancio e di operare recuperi in termini di redditività. Una contraddizione in termini che suscita interesse solo perché vede coinvolti oltre 1500 lavoratori solo in minima parte ricadenti nella provincia materana: provincia sedotta e abbandonata.
Angelo Calculli: stiamo vivendo con ansia il trascorrere del tempo che vede sempre più vicina la data del 1 luglio. Siamo divisi su due fronti di lavoro: lo Studio Tucci alle prese con gli istituti di credito e noi liquidatori alle prese con i pochi creditori che hanno presentato le istanze di fallimento per chiedere loro un gesto di comprensione e di distensione d’animo che potrebbe comunque fargli considerare possibile una desistenza degli atti a vantaggio del concordato. Una lotta impari sia su un fronte che sull’altro perché gli interlocutori hanno pesi e dimensioni contrapposti, seppure con interessi comuni. La vigilia della Madonna della Bruna segnerà, credo oramai in modo definitivo, il destino dell’emblema del mobile imbottito materano che la Nicoletti SpA ha rappresentato, e per certi versi rappresenta ancora. Ad ogni buon conto confidiamo nell’aiuto e nella collaborazione di tutte le parti coinvolte affinchè la Nicoletti SpA, non fallendo, possa consentirci ancora di essere oggetto di un interesse governativo che cesserebbe di esistere nel caso di fallimento. A conforto della mia dichiarazione riporto un passaggio fondamentale del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, che in una lettera inviata in data 19 giugno riporta: “L’attuale condizione della Nicoletti, tenuto conto che la Società rappresenta una delle più importanti realtà imprenditoriali presenti nel Mezzogiorno, desta particolare preoccupazione…………… è possibile interessare il MISE per la sottoscrizione di un Accordo di Programma………è necessario, prima di qualsivoglia attività successiva, che venga preliminarmente adottato il decreto di omologazione del concordato…”. Credo che con ciò si possa definitivamente dare atto che in assenza di un decorso concorsuale sarà difficile interloquire per interventi a sostegno diretto. A riguardo è, altresì, innegabile pronunciare un plauso alla Regione Basilicata e all’Assessore Straziuso per la fermezza con cui, opponendosi a richieste di altri lidi vicini, ha preso una chiara posizione a favore di un Accordo di Programma di Distretto e di Comparto, con l’augurio e la speranza che tale accordo si riferisca al solo Distretto di Matera – Montescaglioso ed al solo comparto del mobile imbottito della provincia di Matera: ciò anche considerato che il distretto pugliese è allargato al altri settori del legno e dell’arredamento che non vivono lo stesso dramma del salotto materano. Vale solo la pena di ricordare che la struttura del sistema produttivo distrettuale della provincia di Matera ha una basata soprattutto sul Know How di settore, ma ciò, da solo, non è sufficiente a generare ripresa: occorre affiancare alla forza distrettuale una forza aggregativa: reti di impresa, consorzi e gruppi aziendali. Questi tipi di aggregazione nascono dall’esigenza di dare competitività alle aziende attraverso modelli di business più flessibili che garantiscano nuovi vantaggi competitivi di lungo periodo e difendibili. Nonostante l’importanza dei sistemi aggregativi per il nostro sistema economico, non esiste oggi una vera politica industriale strutturata di distretto, che dia pieno sostegno alla prospettive di crescita: il rischio è che prevalgano ancora interventi di politica industriale che vengono di volta in volta vengono adattati alle contingenze ed alle emergenze. Invero, incentivare processi di aggregazione e forme di coordinamento tra imprese può accrescere la competitività propria e di tutto il sistema territoriale. Mi auguro che nei bandi e negli interventi che si metteranno in campo la Regione consideri premianti i sistemi ed i processi aggregativi e di rete.”
Giu 24