Anna Longo, presidente di Legambiente Matera in una nota esprime contrarietà rispetto ai lavori in corso per la realizzazione del progetto “Parco della storia dell’uomo – Preistoria” sul Parco della Murgia Materana. Di seguito la nota integrale.
Ancora una battaglia per la partecipazione, per l’ambiente, per la storia, per il futuro.
Con la comparsa di cantieri e mezzi d’opera sopra ed attorno alle chiese rupestri su a Murgia Timone abbiamo avuto la conferma del terrore che pervade i nostri amministratori quando dovrebbero coinvolgere la Comunità e le Associazioni in scelte che riguardano i Cittadini di Matera.
Il Palazzo è sempre pronto a ricevere, ascoltare, soddisfare i tecnici professionisti e non ha mai tempo, disponibilità per condividere scelte, investimenti, operazioni che riguardano il nostro territorio con il circolo Legambiente.
L’esperienza della nota vicenda di LaNera, conclusasi positivamente salvando un centinaio di alberi e realizzando comunque una nuova viabilità grazie alla fattiva interlocuzione anche con Legambiente, avrebbe dovuto indicare che la strada della partecipazione e condivisione dei progetti è quella migliore.
I cantieri aperti sulla Murgia, la clandestinizzazione dei progetti, la impossibilità di valutare e condividere prima le opere da eseguirsi rendono comunque pessima la intera operazione.
I progetti esecutivi erano pronti e noti, a pochissimi soggetti fidati, sin dall’aprile del 2019, l’emergenza COVID non può essere una scusante.
Con una faticosa ricerca si aprono file ed elaborati che sembrano riservati ai soli addetti ai lavori, vengono alla luce scelte progettuali scellerate se realizzate in un Parco archeologico, storico, naturale.
Due progetti con nomi magnifici ma con prospettive terribili: Civiltà dell’uomo preistoria e rupestre.
Viene da pensare che persino l’Ente Parco della Murgia materana sia schiacciato dentro la ignoranza dei progetti e non si esprime in alcun modo anche se per legge è il gestore dell’area.
Parrebbe, dalla verifica degli elaborati e delle previsioni delle opere contabilizzate, che la nostra attuale civiltà non riesca a sganciare il termine “valorizzazione” da strade, acciaio, resine e che i migliori professionisti si ripieghino su questo.
Rifacimento di strade e sentieri in resina per molte centinaia di migliaia di euro, inferriate a precludere accessi, perforazioni per consolidamenti di difficile comprensione per quantità e ubicazioni, passerelle su massicciate a negare vita alla pregiata vegetazione per migliaia di metri quadri, illuminazione notturna a creare disturbo alla micro e macro fauna terricola e volatile.
La preziosa vegetazione nel Parco è base nutritiva essenziale dell’intero ciclo biologico dalle scolopendre, ai grillai, ai grandi rapaci notturni. L’alibi della riduzione del calpestio è un pessimo alibi.
I visitatori del Parco dovrebbero essere responsabilizzati prima ed accompagnati lungo i sentieri esistenti.
Con 800mila euro si possono formare, impiegare ed utilizzare molte decine di accompagnatori consapevoli e/o guide per diversi anni, in luogo di spalmare robaccia chimica per migliaia di metri quadri.
Una strada nuova e sentieri nuovi che si sovrappongono a quelli esistenti, con ulteriori apporti innaturali, e che non possono impedire il calpestio extra, assorbono il 50% del finanziamento.
Valorizzare è fare una strada sopra una vecchia utilizzando resine?
Di certo sono necessarie la manutenzione, il restauro, il consolidamento con tecniche non invasive, il miglior controllo, l’accoglienza gentile, i bagni pubblici e, in un Parco, il massimo rispetto per tutti i viventi lì presenti.
Il Circolo Legambiente di Matera è disponibile a collaborare con chiunque, Ente Parco, Comune, INVITALIA, per il miglioramento dei progetti in esecuzione e per superare la paura della partecipazione e della condivisione dei progetti.
Il Circolo Legambiente sarà punto di riferimento nella Comunità per la maggiore diffusione della conoscenza delle opere in corso, per raccogliere suggestioni, suggerimenti utili alla reale salvaguardia del patrimonio custodito nel Parco; qualora dovessimo riscontrare illegalità, illegittimità o danni all’Ambiente ed a qualunque elemento naturale ve ne chiederemo conto in ogni sede.
Fermate i lavori, parliamo.