Nicola Pavese, presidente Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” in una nota traccia una prospettiva sulle ferrovie della Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Nicola Pavese: “Matera, la Basilicata e il distanziamento ferroviario”. Di seguito la nota integrale.
Da qualche settimana il tema riguardante le Ferrovie dello Stato in Basilicata e nel Mezzogiorno è diventato improvvisamente l’argomento del giorno. Esercizio che appassiona anche chi finora si è mostrato incurante delle problematiche legate al “distanziamento ferroviario” di Matera. Adesso, infatti, c’è chi scopre che dai collegamenti su rotaia passa la competitività delle imprese e la qualità della vita. Oltre alla sostenibilità ambientale. Potremmo dire: meglio tardi che mai? Non proprio, se si tiene conto che nel 2019, anno “magico” di Matera nel mondo, non si è riusciti (per deplorevole negligenza) ad assicurare, nonostante sollecitazioni e fondi sprecati, il previsto interscambio ferro-gomma nella stazione di Ferrandina in direzione della Città dei Sassi, rendendo complicata e stressante la vita a non pochi turisti arrivati in treno e più volte abbandonati nello scalo basentano. E poiché c’è chi suggerisce addirittura una stazione Hub nel Metapontino, lo invitiamo a fare qualcosa di concreto per il territorio sollecitando la Regione Basilicata e Trenitalia a istituire (dal prossimo autunno) alcuni treni Regionali Veloci da Potenza a Nova Siri, così come il transito di un Frecciargento per Roma Termini (via Salerno-Napoli Afragola), in modo da arrivare in 4 ore da Metaponto nel centro della Capitale. E non meno gradito sarebbe riattivare un Intercity-Notte per la Città Eterna, soppresso negli anni scorsi.
Tutto questo per dire che la presenza delle FS in Basilicata (parlando di modernità, sviluppo e occupazione) è cosa seria e ormai vitale per il futuro. Temi che non devono essere solo un argomento estemporaneo e di circostanza. Da noi di trasporti, treni, ferrovie, stazioni o non se ne parla affatto, perché temi sottovalutati, oppure si interviene spesso a sproposito, con idee vaghe e fuorvianti. In questo clima, la gente è inevitabilmente disorientata, confusa, persino disincantata. Gente che tuttavia vuole essere informata perché attende un cambiamento vero, distante da quello scetticismo incoerente che in passato ha favorito rassegnazione e ignavia. Situazioni (e occasioni perse) derivanti da un interessato e disinvolto immobilismo della politica. Adesso, mentre si guarda al treno con nuove speranze e aspettative, a Matera c’è chi per <mettere a posto le cose> parla di “Diagonale del Mediterraneo” o altre infrastrutture ferroviarie. Si tratta di ipotesi progettuali da inserire nel pacchetto che il Governo deve presentare, entro settembre, a Bruxelles per accedere ai fondi del “Recovery Fund”. Attenzione: costo dell’eventuale opera stimata in 7 miliardi di euro! A questo punto sarebbe più opportuno e ragionevole occuparsi di altre “conquiste” possibili: sono disponibili, infatti, 365 milioni di euro per il completamento e la messa in esercizio della Ferrandina-Matera, oltre a 40 milioni da utilizzare per la progettazione del rilancio della Battipaglia-Metaponto e altri 30 milioni per il potenziamento della suddetta tratta, i cui lavori sono già in corso. A tali disponibilità e investimenti, va aggiunto il progetto definitivo relativo alla ferrovia per la Valbasento, redatto appositamente da RFI e inviato a dicembre scorso al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, a Roma, per completare l’iter burocratico indispensabile per la ripresa dei lavori. Senza abbassare la guardia per la prosecuzione della Ferrandina-Matera verso Gioia del Colle in direzione sia di Bari (Foggia) sia di Taranto (Brindisi-Lecce).
Ci chiediamo: è difficile capire che i suddetti collegamenti verso l’Adriatico e quelli verso il Tirreno (Salerno-Napoli-Roma) sono le direttrici per il futuro? E’ difficile capire che la connessione di Matera alla rete nazionale delle FS è a portata di mano (nonostante il disinteresse della politica), e che non bisogna più avere tentennamenti, né fare propaganda adulatoria ad altre proposte? D’altronde, “distrarsi” dinanzi agli echi di una eventuale “Diagonale del Mediterraneo”, che richiede perlomeno tempi lunghissimi (per dirla con il sottosegretario Margiotta), potrebbe costare molto caro. Siamo in una realtà in crisi che comunque crede nella rinascita rilanciando (grazie al treno e ai collegamenti nazionali ed europei), il turismo, la cultura, il commercio, l’agricoltura, le esportazioni, l’artigianato e le imprese. Obiettivi e settori sui quali investire per le sorti di Matera e della Basilicata.
Insiste ancora con Gioia??? E basta!!!