Dopo l’emergenza epidemiologica, riprende il cammino de “Il Paese che Vogliamo”, in sintonia con “La Basilicata che Vogliamo”, il progetto di Cia-Agricoltori Italiani che mette al centro l’agricoltura e le aree interne per lo sviluppo del territorio nazionale e regionale. Ieri la videoconferenza “Superare l’emergenza. I sistemi produttivi del territorio modello per ripartire”, con la partecipazione di Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, rappresentanti di istituzioni, mondo delle imprese e della ricerca, ha dato il via al fitto programma di iniziative nazionali e regionali per il mese di luglio.
“Il Covid ha avuto effetti drammatici sulla tenuta socio-economica del Paese e ha rimesso in discussione tutti i modelli di crescita -ha spiegato il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Ma la pandemia ha reso chiaro a tutti la centralità del settore primario. L’agricoltura ha svolto la funzione di garante dell’approvvigionamento alimentare nazionale. Un impegno straordinario, portato avanti con dedizione e responsabilità dalle aziende, che tuttavia non è stato sufficiente ad arginare crisi e perdite reddituali, soprattutto legati allo stop del canale Horeca (bar, ristoranti) e al crollo delle presenze per gli agriturismi”.
Sotto pressione anche la tenuta sociale dei territori, in particolare nelle aree rurali e periferiche del Paese, dove molte delle debolezze caratterizzanti l’assetto locale nel periodo pre Covid-19 sono state amplificate. Ecco perché ora è il momento di lanciare la “fase 2” del progetto Cia “Il Paese che Vogliamo”, con la consapevolezza delle nuove sfide che l’emergenza ha prodotto, ma anche con la certezza che l’agricoltura debba giocare da protagonista attiva verso il rilancio dei territori italiani e, più in generale, del sistema Paese.
Gli altri appuntamenti: Mercoledì 8 luglio, alle ore 9.00, un workshop, in collaborazione con IBMA Italia, dal titolo “Innovazione per la sostenibilità: il valore delle tecnologie di biocontrollo per la difesa delle colture”; venerdì 10 luglio, seguirà il secondo momento di approfondimento de “Il Paese che Vogliamo” intitolato “Agricoltura e territorio: dal green deal la ripartenza”. La due settimane di iniziative, si concluderà mercoledì 15 luglio a partire dalle ore 10.00 con l’evento: “Green New Deal: agricoltura biologica protagonista. Adeguare le politiche del settore biologico per realizzare gli obiettivi di sostenibilità 2030” organizzato tra CIA-Agricoltori Italiani – Anabio.
Strettamente collegata al calendario nazionale è l’iniziativa in Basilicata di promuovere un webinar e contestualmente avviare una serie di incontri bilaterali che riguardano la presentazione, della proposta che parte da una sollecitazione: La Regione Basilicata deve rapidamente dotarsi del piano strategico per lo sviluppo economico e la coesione sociale e territoriale.
Tale strumento, non più rinviabile, è di fondamentale importanza, non solo perché è previsto dallo statuto dell’Ente Regione all’art. 45, ma soprattutto in ragione del fatto che si aprono nuove e sostanziali prospettive anche per la Basilicata, riconducibili al nuovo ciclo di programmazione dell’U.E. 2021/27 che, oltre al plafond ordinario (ex fondi SIE), porterà in dote ulteriori risorse rivenienti dal cosiddetto (ricovery fund/next generation), disponibili dal 2021 ed indirizzati ad interventi per il rilancio dell’economia di tutti territori.
La fase che si prospetta è decisiva per le sorti dell’Italia e della Basilicata.
La nuova PAC, infatti, è imperniata sui temi che riguardano la sicurezza alimentare, la tutela ambientale, la salubrità degli areali produttivi e lo spazio rurale.
Tutto questo rientra nel progetto che la CIA Agricoltori Italiani ha riassunto nell’iniziativa denominata “Il Paese-la Basilicata che vogliamo” con la Basilicata Regione modello sullo sviluppo ecosostenibile agroalimentare.
Si parte dal governo del territorio, quale fattore ineludibile per favorire il riequilibrio e la produttività. Il fine è quello di dar vita a sistemi produttivi locali a matrice variabile che si articolano su reti d’impresa territoriali e filiere intersettoriali, quali nuovi fattori dello sviluppo locale.
Si tratta di orientare risorse e progetti in direzione dei punti di forza dell’economia locale, regolando contestualmente il territorio in ambiti ottimali, all’interno dei quali l’interazione fra attività/produzioni, ambiente/patrimoni, lavoro/competenze, innovazione/cultura si integrano dando valore competitivo e organizzativo al territorio. Su questa riorganizzazione bisogna promuovere i cosiddetti bio-distretti, a partire da quelli del cibo, a quelli agro-alimentari, eno-turistici, agro-rurali, agro-ambientali, agro-forestali, agro-culturali, agro-sociali.
Questa innovativa impostazione impone anche nuove alleanze, nuove sfide e nuova competizione. Imprenditori, Enti locali, mondo della ricerca, componenti della società civile, insieme per costruire un modello di sviluppo eco-sostenibile, con l’obbiettivo di fare della Lucania il “Giardino del Mezzogiorno” e il “Vivaio del Mediterraneo”. Questa è la BASILICATA che vogliamo.
Lug 03