Antonia Flaminia Chiari, componente del Centro Studi Leone XIII in una nota ricorda la figura di Don Luigi Sturzo. Di seguito il testo integrale.
Antonia Flaminia Chiari (Centro Studi Leone XIII): “Don Luigi Sturzo un faro anche oggi”.
L’attenzione verso don Luigi Sturzo non è casuale, ma esprime il crescente bisogno di riferimenti forti, di maestri, proprio di un’epoca di grande smarrimento, di grandi rumori, di giustificate paure, di assenza di pensiero. Don Luigi Sturzo è stato, ed è ancora oggi, un maestro di Etica politica per chiunque volesse “servire la politica e non servirsi della politica”, come egli stesso affermava. Filosofo, sociologo, economista, amministratore pubblico, politico tra i più importanti del Novecento italiano, Sturzo resta sempre e soprattutto sacerdote, fedele a Gesù Cristo e alla Chiesa.
Conosciuto come un “socialista clericale”, Sturzo è considerato uno dei padri della piattaforma democratica italiana. Nel 1919 fu promotore del Partito Popolare Italiano, anticamera della Democrazia Cristiana. Nel 1951 fonda l’Istituto Luigi Sturzo e, nella sua città siciliana di Caltagirone, organizza cattolici come parte di numerosi progetti culturali e politici, cooperative rurali e bancarie, scuole, giornali. Voleva far comprendere ai suoi concittadini che un Comune non è proprietà privata di alcuni notabili, ma un bene comune, un attore dello sviluppo, la base della convivenza civile. Ancora oggi, a più di cento anni dall’Appello ai Liberi e Forti (12 gennaio 1919), il suo insegnamento sarebbe da svolgere in tantissime realtà territoriali di tutta Italia.
L’impegno sociale e politico di don Sturzo si ispira alla enciclica “Rerum Novarum” del 1891, perciò afferma il primato della persona nella sua libertà e dignità, preservato dalle cellule primordiali della società: la famiglia, il Comune, e da lì via via si sale, con il principio di sussidiarietà, verso l’organismo Stato. Sturzo avvertiva la necessità di costruire una serie di relazioni e di pensiero perché, da realista qual era, sapeva che restando soli non si va da nessuna parte.
Guardando a don Sturzo, possiamo capire quanto disse Papà Paolo VI: “La politica è, o dovrebbe essere, la più grande forma di amore cristiano”.
Ciò è particolarmente urgente in un’epoca, come la nostra, nella quale occorrono politiche capaci di valorizzare le peculiarità locali nello scenario globale. Ma la lezione sturziana va oltre, perché per il presbitero ogni progetto di riforma delle istituzioni – e della stessa politica – ha bisogno di uomini formati e orientati ad un senso di etica pubblica contraddistinto dalla ricerca della giustizia e della sana amministrazione.
Uomini nuovi, dunque, che – a partire dalla comprensione della politica come atto di amore verso la propria comunità – sappiano aprire orizzonti nuovi per superare le siccità culturali, sociali ed economiche che ogni periodo storico attraversa, e nelle quali è piombato il nostro Paese.
Don Sturzo individuò chiaramente le ragioni di una crisi che, ieri come oggi, hanno lo stesso comune denominatore: la separazione di cristianesimo e umanesimo. Scriveva don Luigi: “L’aggettivo cristiano non indica l’idea di uno stato confessionale…..ma un principio di moralità, la morale cristiana applicata alla vita pubblica di un Paese”. Era questo il manifesto dei grandi padri della democrazia europea ai quali, con don Sturzo, si rivolge la nostra memoria; era la cifra più alta e significata del loro essere laici cristiani nella storia umana.
Don Sturzo, in questo nostro tempo, dedicherebbe ogni sforzo ad alzare il livello culturale di ogni discussione, e a riunire menti e cuori, liberi e forti, con cui ricapitolare i fondamenti filosofici, storici, morali e sociali della ragione nazionale. Si dedicherebbe ad incivilire la contesa e il dibattito politico, scaduto a livelli infimi e infingardi.
Spero che i tanti “qualcuno”, più abili di me, possano integrare ciò che ho scritto, allargare ad altre riflessioni l’attualizzazione di un maestro imperdibile e della sua meravigliosa vita spesa fra Vangelo e Politica, per orientare il presente verso un necessario futuro democratico cristiano.