Venerdi 10 luglio 2020 alle ore 20 presso il Villaggio Giardini d’Oriente Nova Siri mare, si terrà l’incontro sul tema “La Basilicata: dalle rivolte contadine alla dittatura sanitaria”. Interverranno Roberto Fiore, Vincenzo Maida e Nino Galloni.
La Lucania-Basilicata inizia il suo declino, come è attestato da tutti gli indicatori economici e demografici, sin dagli anni ’50.
Dopo l’unità d’Italia, quando vi fu un esodo verso le Americhe, negli anni ’60, nonostante le lotte contadine, l’esproprio del latifondo e il processo di riforma che seguì, vi fu la seconda ondata migratoria verso il nord Italia, la Germania e la Svizzera. Migliaia di lucani vennero strappati alla terra e costretti ad emigrare per vivere.
Le politiche miopi e clientelari trovarono in Emilio Colombo e in una classe dirigente ispirata ai stessi disvalori, i loro ispiratori e interpreti, e determinarono un declino che ha subito un’accelerazione negli ultimi 25 anni, in virtù della saldatura catto-comunista. Il peggio della pratica clientelare democristiana e il peggio del settarismo comunista hanno dato vita ad una gestione del potere per il potere, teso unicamente ad alimentare la macchina del consenso, come ha dimostrato l’inchiesta giudiziaria che ha travolto l’ex giunta Pittella.
La svolta dell’elettorato nelle ultime elezioni regionali ha portato al governo della Regione il centro-destra che ancora è lontano dal soddisfare le aspettative che ha creato.
Il collasso economico che si aspetta in autunno e il conseguente massacro sociale, non sta trovando, nonostante i proclami, le adeguate risposte nei settori trainanti dell’economia regionale: il turismo e l’agricoltura.
Centinaia di giovani, lavoratori stagionali nelle strutture turistiche, questa estate rimarranno a casa o dovranno fare le valigie, il settore agricolo è abbandonato a se stesso senza che sia stato previsto alcun intervento, mentre continua l’opera di pirateria commerciale dei prodotti locali di qualità, pagati pochi centesimi al Kg ai produttori e rivenduti a prezzi esorbitanti sui mercati del nord Italia o all’estero. Un timido intervento risarcitorio vi è stato solo nel settore degli allevamenti dove sono noti gli interessi di alcuni componenti dell’attuale maggioranza o di loro familiari.
L’agricoltura di qualità è bloccata dalle cooperative rosse dell’Emilia e dalle mafie che controllano i mercati.
Nel 2003 il materano venne aggredito da una lobby massonica legata al governo Berlusconi e non estranea ad AN. Essa tentò di trasformare questa terra in una pattumiera per rifiuti nucleari. In quell’occasione vi fu un’autentica sollevazione popolare che sfociò nella famosa manifestazione dei centomila, a cui dunque prese parte un lucano su cinque, che costrinse il governo Berlusconi a revocare quel provvedimento.
La Lucania ha registrato negli anni ’70 e ’80 diverse battaglie in cui militanti nazionalpopolari, insieme a contadini e studenti, hanno saputo interpretare le istanze sociali delle comunità. Decine di manifestazioni, assemblee, documenti testimoniano che un’avanguardia militante se coerente e credibile, può risvegliare le coscienze che oggi la dittatura sanitaria da una parte e un sistema oppressivo sul piano sociale dall’altra, vorrebbero che fosse ancora soccombente e passiva rispetto al drammatico momento storico che stiamo vivendo.
Aver imposto alla Basilicata le stesse norme restrittive della Lombardia, ha causato più danni dell’infezione virale, alla salute delle persone e al sistema sistema sanitario.
E’ giunto il momento di parlare al di fuori degli schemi il linguaggio della chiarezza e della verità, per una “Lucania Libera” in una “Italia Libera”.
Lug 08