Con ben cinquantacinque siti in lista e quarantuno candidati, l’Italia è il Paese del mondo con più Patrimoni dell’umanità UNESCO. A questi, nel 1993 si sono aggiunti i Sassi e le chiese rupestri di Matera, considerati testimonianze fondamentali della capacità unica degli abitanti del bacino del Mediterrano di adattarsi al loro territorio. Da allora, quasi ogni anno un nuovo sito italiano è stato aggiunto ai Patrimoni UNESCO. Negli ultimi cinque anni sono cinque i siti, di interesse culturale e naturale, che hanno passato le selezioni e ora, come Matera, sono ufficialmente riconosciuti per la loro unicità e valore nazionale e internazionale.
Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
Ultime arrivate, le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sorgono nella provincia di Treviso, in Veneto, occupano un territorio che si estende per più di 20.000 ettari e, come si evince dal loro nome, è qui che viene coltivata l’uva utilizzata per la produzione del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene DOCG. Le colline del Prosecco hanno però dovuto lottare per ottenere un posto tra i siti più importanti d’Italia. Nel 2018, infatti, la loro candidatura fu bocciata e gli abitanti delle colline dovettero aspettare un ulteriore anno per vedere, nel 2019, il loro territorio entrare finalmente a far parte dei Patrimoni UNESCO. Non tutti sono stati inoltre contenti di questa novità: poco prima dell’approvazione della candidatura, infatti, diversi ambientalisti hanno protestato fuori dalla sede UNESCO di Venezia denunciando il pesante uso di pesticidi fatto dagli agricoltori della collina e attirando così anche l’attenzione di diverse testate giornalistiche.
Ivrea, città industriale del XX secolo
La città di Ivrea è celebre in Italia per il suo tipico carnevale durante il quale hanno luogo battaglie a colpi di arance senza esclusione di colpi. Non è però questo aspetto della città che ha colpito il comitato UNESCO. È invece il suo passato industriale ad aver incoronato Ivrea 54° sito UNESCO italiano nel 2018. A partire dal 1908, infatti, grazie alla presenza degli stabilimenti Olivetti, a Ivrea nacque una vera città dentro la città: la città industriale. Sviluppatasi soprattutto da gli anni ‘30 e ‘60, la città è caratterizzata da uno stile architettonico modernista e da un’organizzazione basata sul Movimento Comunità, a sua volta ispirato alle idee di Adriano Olivetti.
Coloro che vogliono visitare la città industriale possono fare affidamento su un sito web dedicato su cui è possibile trovare mappe e indicazioni su come raggiungere il sito via treno, via autobus, con un’auto di proprietà o, per i turisti che si sono recati in Piemonte con altri mezzi, un mezzo a noleggio dalle vicine Torino e Aosta.
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Le Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale
Il sito dal complesso nome di Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale è uno dei sei siti transfrontalieri italiani e condivide quindi alcuni dei suoi territori con altri Paesi, in questo caso Croazia e Montenegro. La vasta distribuzione di queste opere è testimonianza dell’influenza che la Repubblica di Venezia ebbe sui mari, lungo la costa adriatica, e perfino nell’entroterra, tanto che alcune fortificazioni sorgono nell’attuale Lombardia.
Le fortificazioni di terra, visitabili insieme durante un tour del nord-est del Paese o come singole tappe partendo da Milano o Venezia, comprendono la città fortificata di Bergamo, la città fortificata di Peschiera del Garda e la città-fortezza di Palmanova. Le fortificazioni marittime, quindi sorte nel cosiddetto Stato da Mar veneziano, oggi sorgono tutte all’estero e sono composte dal sistema difensivo di Zara, dalla fortezza di San Nicolò, entrambi oggi in Croazia, e la città fortificata di Cattaro, in Montenegro.
Le foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa
Come le Opere di difesa veneziane, anche le foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa, come si evince dal loro nome, sono un sito transfrontaliero che include aree di Ucraina, Slovacchia, Germania, Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Romania, Slovenia e Spagna. All’interno dell’Italia, le foreste dei faggi, la cui presenza è di fondamentale importanza per la salvaguardia della biodiversità dell’emisfero boreale, si possono trovare in Abruzzo, Calabria, Basilicata, Puglia, Lazio ed Emilia-Romagna.
Unico sito di rilevanza naturale e non culturale o architettonica tra gli ultimi inseriti nella lista UNESCO italiana, il suo ingresso nell’elenco dei Patrimoni avvenne in realtà già nel 2011, quando a farne parte erano solo alcune foreste tedesche. Nel 2017, però, il sito è stato ampliato raggiungendo l’estensione di 58.000 ettari e includendo gli altri Paesi tra cui l’Italia.
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Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale
Questo sito, entrato nella lista dei Patrimoni dell’umanità del 2015 in seguito a una candidatura effettuata nel 2010, è composto da nove edifici risalenti al XII secolo, periodo durante il quale la Sicilia era sotto dominazione normanna. Fanno parte del sito sette edifici tra ponti, palazzi e cattedrali che sorgono a Palermo e due cattedrali erette sull’isola di Cefalù e a Monreale. Questi siti non sono però solo testimonianza del periodo normanno dell’isola ma sono il perfetto esempio del grande sincretismo culturale che ha caratterizzato lo sviluppo della Sicilia: questi edifici sono infatti un perfetto esempio dell’incontro tra gli stili architettonici e decorativi bizantini, occidentali e islamici, che hanno dato così vita a monumenti dal valore inestimabile.
Gli edifici che sorgono a Palermo, che includono il palazzo della Zisa, la chiesa della Martorana e il palazzo dei Normanni, sono inoltre parte dell’itinerario arabo-normanno di Palermo che, in aggiunta ai siti UNESCO, include altre tredici tappe tra cui spiccano i cunicoli detti qanat e il castello di Maredolce.
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Il comitato dell’UNESCO non si ferma mai e quasi ogni anno approva l’ingresso di un nuovo sito italiano tra le fila dei Patrimoni dell’umanità. In attesa di scoprire se siti come il centro storico di Lucca, la via Francigena o la cascata delle Marmore entreranno a far parte delle sempre più lunga lista di Patrimoni unici nel loro genere del nostro Paese, i cinque siti che sono stati aggiunti negli ultimi cinque anni donano a turisti e appassionati un perfetto esempio della grande varietà di meraviglie offerta dal nostro Paese tra edifici storici, foreste sterminate ed eccellenze enograstronomiche e industriali.