Casa delle Tecnologie Emergenti, Mario Montemurro (Verdi-Europa Verde Matera): “Bene la funzione, male lo strumento. Peccato”. Di seguito la nota integrale.
Abbiamo appreso dell’approvazione del Progetto definitivo per la costruzione della Casa delle Tecnologie Emergenti. E’ un peccato che in questa Città iniziative di modernizzazione debbano rivelare un volto negativo che va a intaccare la bontà dell’iniziativa. E’ già successo per il Parco della Storia dell’Uomo dove – senza entrare nel merito del “cosa” – nessuna apertura, nessuna condivisione c’è stata con la cittadinanza rendendo quel progetto, anziché fonte di partecipazione e condivisione, momento di chiusura e imposizione dall’alto.
Ora con la Casa delle Tecnologie Emergenti – su cui sventola la bandierina dei 5 stelle – un’idea innovativa, che potrà portare Matera a diventare “punto di riferimento importante per la ricerca sulle nuove tecnologie”, replica le medesime modalità impositive, non già per la funzione, che come Verdi apprezziamo, ma per lo strumento adottato, che si tradurrà nell’ennesimo volume di cemento.
Capiamo l’entusiasmo dei 5 stelle a vedere realizzarsi una bella idea sostenuta dai loro esponenti nazionali ma il bene comune, i nostri principi, ci impongono di essere fortemente critici sull’idea che in questa Città lo sviluppo debba necessariamente implicare il continuo consumo di suolo in una zona trafficata della Città e già sovraccarica di volumi di cemento, di un’urbanistica ostile, estranea a una armonica pianificazione territoriale. Nella stessa area era previsto da tempo un servizio di base alla comunità, come uno spazio attrezzato risrrvato a una zona mercatale in grado di “dialogare” urbanisticamente con la bistrattata Piazza degli Olmi.
All’altra faccia della medaglia della sventolata modernizzazione, noi Verdi aggiungiamo la nostra grande delusione. Come si fa ad avere inneggiato allo stop al consumo di suolo, al riuso, al recupero e la rigenerazione urbana quando alla prima occasione – perché è la prima occasione – ci si comporta alla stessa stregua di chi ha operato finora in città e che si è tanto criticato?
Non ci permettiamo di fare retropensieri sull’uso strumentale di una costruzione importante in campagna elettorale, perché crediamo sinceramente che non sia così. Comprendiamo che il riuso di un immobile esistente è “scomodo”, rispetto ad una progettazione ex novo, ma le sfide si vincono solo se le si vuole affrontare. Insomma, un brutto segnale a Matera nello stesso momento in cui, in Italia, il Decreto Semplificazioni, con l’allegato grandi opere, prevede un aumento vertiginoso di consumo di suolo e una pioggia di cemento. C’è un altro modo per risollevare l’economia, in cui la lettera ‘R’ non va solo declamata ma praticata nel Riusare, Riqualificare, Ri-ge-ne-ra-re. Invece, i consiglieri comunali che hanno votato a favore dell’ennesima variante urbanistica, l’ennesima in deroga al piano regolatore, hanno tutti dimostrato di essere ancora, saldamente legati alla lettera ‘C’ di “costruire”, “cementificare”, “consumare”.
Ma, già che ci siamo, c’è un’altra parola che inizia per ‘C’: è “coerenza”.