L’assessore regionale alle Infrastrutture commenta positivamente il provvedimento di giunta che dà il via libera al subentro della società Givad srl nello sfruttamento della concessione mineraria “Nuova Itala”.
Uno spiraglio di luce per lo stabilimento Fonte Itala. Su iniziativa dell’assessore alle Infrastrutture, Donatella Merra, la Giunta regionale ha approvato oggi un provvedimento che dà il via libera al subentro della società Givad srl (che aveva acquisito lo stabilimento di acque minerali in seguito al fallimento) nello sfruttamento della concessione mineraria “Nuova Itala” nel territorio comunale di Atella. L’azienda, quindi, potrà riprendere le attività di estrazione, imbottigliamento e commercializzazione delle acque minerali, così come i dipendenti potranno finalmente ritornare sul posto di lavoro.
“Il settore delle acque minerali – commenta l’assessore Merra – ha bisogno di una nuova attenzione e di una riforma strutturata. Oggi in Giunta abbiamo approvato una delibera, attraverso la quale un piccolo stabilimento, che era destinato da tempo all’inattività, potrà trovare finalmente un rinnovato impulso: grazie a questo provvedimento, infatti, Fonte Itala riprenderà le attività e saranno salvaguardati i posti di lavoro, con l’auspicio che in futuro si possano aprire anche altri sbocchi occupazionali. Abbiamo autorizzato il subentro nella gestione dello stabilimento – dice ancora l’assessore – dopo un’accurata opera di analisi dei soggetti e degli scenari presenti e futuri, che fanno ben sperare non solo nella continuità operativa, ma anche in uno sviluppo e ampliamento dell’impianto”.
“Alcune settimane fa – aggiunge Merra – ho visitato il piccolo stabilimento di Atella e ho avuto modo di parlare con gli operai, che erano molto preoccupati del loro futuro e attendevano di ritornare quanto prima sul posto di lavoro. Dopo anni di fermo e tanti problemi, siamo riusciti a sbloccare la situazione. Fonte Itala è il classico esempio di uno stabilimento di piccole dimensioni, nei confronti del quale un aumento spropositato dei canoni avrebbe prodotto effetti devastanti. Tali aumenti devono essere, nel dettaglio, calibrati sulle realtà territoriali, sulle produzioni e sui contesti aziendali. Tutto questo per non compromettere i sacrifici e gli sforzi messi in campo da tutte le imprese del settore, anche da quello più piccole”.