Migranti positivi al Coronavirus in Basilicata, intervento Pesacane (ARCI Basilicata). Di seguito la nota integrale.
La vicenda di alcuni migranti positivi al tampone in Basilicata ha ingenerato comprensibili preoccupazioni, paure anche queste assolutamente legittime, ma anche una sorta di sommovimento non spontaneo da parte di chi non si fa certo scrupoli a strumentalizzare quelle paure e quelle preoccupazioni, si ripete, del tutto giustificate e giustificabili. Non intendiamo, minimamente, attraverso questa presa di posizione scardinare inculture politiche largamente invalse né mettere la parola fine su di una questione, che evidentemente porta consenso, ma che andrebbe affrontata in maniera scevra da condizionamenti aprioristici i quali, lungi da offrire soluzioni ad un fenomeno e ad una realtà complessa, finiscono per semplificare – e per questa via a ridurre e banalizzare – uno dei problemi più difficili di fronte ai quali l’umanità si trova di fronte.
Per questa ragione, non cederemo a polemiche sterili o, a nostra volta, a banalizzazioni da slogan pubblicitari. Quindi, taceremo della diretta proporzionalità che vi è tra la disponibilità a credere a complotti (pluto giudaico massonici) e alle fake news e il grado di alfabetizzazione di coloro nei quali alberga tale maggiore propensione alla credulità. E taceremo in ordine a considerazioni su chi è incline a ritenere una invenzione il Covid, salvo a scoprirne pericolosità e revivicenza se portato dal migrante infetto.
La presente presa di posizione vale semplicemente a restituire chiarezza e serenità, per ciò che può essere nelle nostre competenze, a chi intendesse districarsi tra polemiche e sciacallaggi di sorta. In tutta la Basilicata e anche nei nostri progetti gli inserimenti vengono effettuati, dopo la chiusura del lockdown, in assoluta sicurezza. Eventuali inserimenti nella rete SIPROIMI e CAS qui, come in tutta Italia, vengono svolti soltanto dopo che è stata accertata, attraverso il tampone, la negatività delle persone. Sempre per la serenità generale, non può non essere evidenziata quella che può apparire come una banalità ma che rappresenta un elemento assai significativo da tenere in considerazione. Intendiamo riferirci al fatto che proprio i migranti sono soggetti a rigorosi controlli per comprensibili quanto ovvie questioni di sicurezza. E indirettamente è la stessa vicenda di Potenza e Irsina ad esserne la più lampante dimostrazione. Infatti, tale situazione (nonostante sarebbe stato preferibile procedere ai tamponi allo sbarco) sembra essere stata gestita in perfetta sicurezza da Prefettura e forze dell’ordine. Le persone giunte sono rimaste sotto attento e scrupoloso controllo fin dal primo istante e poste in isolamento fiduciario (e ora in quarantena). Come ARCI BASILICATA fino ad ora, in virtù della preziosa collaborazione con le istituzioni coinvolte, non abbiamo avuto problemi e abbiamo proceduto all’isolamento fiduciario quando sono rientrate persone nelle abitazioni anche durante il lockdown. Il personale lavora in sicurezza e garantisce anche quella degli ospiti come della comunità ospitante.
Il presidente Bardi ha affermato che la Basilicata rimane una terra dell’accoglienza. Una affermazione che va oltre la speculazione politica del momento e che va coniugata con idonee misure di prevenzione e una costante mappatura del territorio attraverso i tamponi. Il Covid purtroppo non è una invenzione e continuano ad essere decisamente pericolose le situazioni ordinarie nelle quali le persone non ricevono controlli o non utilizzano precauzioni.
Dovremmo anche ricordarci che chi si ammala non ha colpe e che lo stigma verso la malattia è un retaggio medioevale.