Il Comitato Pari Opportunità dell’ordine degli Avvocati di Potenza in una nota sottolinea la necessità di approvare in tempi rapidi il DDL Zan contro omolesbotransfobia e misoginia. Di seguito la nota integrale.
“Le notizie di cronaca narrano quanto sia necessario e urgente che si approvi una legge contro la misoginia e l’omolesbobitransfobia, per contrastare la discriminazione e la violenza di genere e promuovere la crescita, nel paese, di una cultura diffusa dell’uguaglianza e del rispetto. Né vale invocare in proposito la libertà di opinione, come pure si è sentito dire da alcune sparute voci. Qualunque operatore del diritto sa che la libertà di manifestare il proprio pensiero trova il necessario limite nell’esistenza di beni e interessi parimenti garantiti dalla Costituzione, quali certamente sono quelli che il Ddl Zan intende tutelare”. E’ quanto afferma la Presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Potenza, Raffaella Donadio.
A fare ulteriore chiarezza è Morena Rapolla, Vice Presidente del CPO potentino: “Il ddl Zan, come già la legge Mancino, non persegue le opinioni, se non quelle capaci di determinare il compimento di un reato (nella fattispecie legato all’orientamento e al genere, dunque all’omolesbobitransfobia e alla misoginia). Chiunque sostenga il contrario gridando scompostamente che si tratta di una legge bavaglio è in evidente malafede: spaccia per libertà di opinione la propria pervicace volontà di continuare a discriminare.”
“Il DDL Zan – prosegue Rapolla – non é e non sarà una legge “contro”, ma una legge “per”: una legge per la dignità delle persone, tutte, una legge per favorire quei processi culturali che – più e meglio della sola norma penale – potranno arginare la cultura dell’odio, della discriminazione, della violenza. Il DDL contiene formulazioni inclusive che non mettono a rischio alcuna dimensione dell’identità. Sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere non definiscono soggettività o gruppi: individuano ambiti della personalità che vengono protetti da discorsi e crimini d’odio.”
La presa di posizione del Comitato Pari Opportunità del Capoluogo lucano si unisce a quello di numerosissimi altri Organismi dell’Avvocatura. I Comitati Pari Opportunità degli Ordini degli Avvocati e delle Avvocate d’Italia apprezzano l’impegno del Legislatore nell’elaborare un disegno di legge che tenga conto di tutte le proposte presentate alla Commissione Giustizia in materia di contrasto dei reati di violenza e discriminazione per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
L’Avvocatura, attraverso la voce dei Comitati Pari Opportunità, nell’ambito del proprio ruolo sociale, si fa tramite di un cambiamento culturale che consenta all’intero Paese di superare radicalmente ogni forma di discriminazione e di violenza perpetrata ai danni delle persone, in ragione di caratteristiche legate alla personalità e all’identità, contrastando i comportamenti discriminatori e contribuendo a rimuovere gli ostacoli che limitano di diritto e di fatto la parità e l’uguaglianza.
L’analisi dei dati di cronaca degli ultimi anni rivela un aumento esponenziale dei reati di violenza sessista e omotransfobica (dai 109 casi del 2016, si è passati ai 144 del 2017, ai 211 del 2018 e ai 212 del 2019, con 2 morti). Nella Risoluzione per la prevenzione e la lotta al sessismo del Consiglio d’Europa (CM/Rec 2019)1 la violenza sessista è stata giuridicamente definita come: «qualsiasi atto, gesto, rappresentazione visiva, parole dette o scritte, pratica, comportamento basati sull’idea dell’inferiorità di una persona o di un gruppo di persone in ragione del loro sesso».
Con il disegno di legge unificato le tutele già esistenti nel nostro ordinamento per i reati commessi per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (artt. 604-bis e ter del codice penale) si estendono alle condotte motivate dalla discriminazione per sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere, quali distinti fattori di discriminazione.
Sono, altresì, previste specifiche azioni positive di promozione della pari dignità sociale e dell’inclusione sociale, rivolte alla prevenzione dell’insorgere di fenomeni di discriminazione e violenza, nonché alla protezione e al supporto delle vittime di tali reati e delle persone che si trovino in condizione di particolare vulnerabilità, in ragione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.
Per questi motivi, i CPO degli Ordini degli Avvocati e delle Avvocate d’Italia auspicano che, con l’approvazione del disegno di legge unificato in materia di misoginia e omotransfobia, il nostro Paese si inserisca, finalmente, nell’elenco degli Stati del Consiglio d’Europa che forniscono tutela contro crimini di natura sessista e omolesbobitransfobica. È giunta l’ora di portare a compimento l’art. 3 della Costituzione, affinché siano tutelati i diritti e la dignità di tutte e tutti.