Il ristoratore materano Antonio Giasi ricorda con uno scatto memorabile Sergio Zavoli, il giornalista, scrittore e politico che si è spento il 5 agosto a Roma all’età di 96 anni. Siamo nel ristorante Moro, in via Cappelluti. E’ l’anno 1965 e il giro fa tappa in Basilicata con tre tappe: Avellino-Potenza del 20 maggio, Potenza-Maratea del 21 maggio e Maratea-Catanzaro del 22 maggio. Dopo l’arrivo del giro a Potenza alcuni protagonisti si concedono una serata di relax a Matera con una cena a base di piatti tipici della nostra tradizione gastronomica. Lo scatto memorabile è nel ristorante Moro, una delle prime attività nel campo della ristorazione della città dei Sassi, nella sua prima storica sede in via Ascanio Persio.
A cena con Sergio Zavoli c’è un mito del ciclismo italiano, Gino Bartali, uno dei protagonisti di quell’edizione del Giro d’Italia. A fare gli onori di casa il nonno e il padre di Antonio Giasi, Saverio e Nicola. In foto si riconosce tra gli altri il signor Calia, rivenditore di biciclette con un negozio in via Ascanio Persio.
Matera sarà nuovamente protagonista nel prossimo giro d’Italia l’8 e 9 ottobre con la tappa di arrivo da Castrovillari e di partenza per Brindisi da piazza San Pietro Caveoso, nei Sassi di Matera. Sarà doveroso ricordare anche in quella occasione il mitico Sergio Zavoli, che proprio con il ciclismo ha cominciato la sua carriera nel giornalismo.
Michele Capolupo
Biografia di Sergio Zavoli
Sergio Wolmar Zavoli, nato a Ravenna il 21 settembre 1923 e morto a Roma il 4 agosto 2020, è stato un giornalista, scrittore e politico italiano.
Esordisce a soli vent’anni nel 1943 sul periodico dei Gruppi universitari fascisti riminesi Testa di Ponte, che viene chiuso lo stesso anno in seguito alla caduta del fascismo. Nel dopoguerra diventa giornalista professionista. Dal 1947 lavora per Radio Rai.
Due suoi documentari radiofonici sono ricordati per aver vinto il prestigioso Premio Italia, Notturno a Cnosso nel 1953 e Clausura nel 1958. Quest’ultimo, in particolare, realizzato con la collaborazione di Piero Pasini e la musica di Ildebrando Pizzetti, rimane un documento unico e, dopo le aperture del Concilio Vaticano II, irripetibile perché, con le registrazioni effettuate all’interno di un monastero delle Carmelitane Scalze in epoca preconciliare, documenta la vita delle monache e raccoglie alcune loro testimonianze. Trasmesso per la prima volta il 23 dicembre 1957 sul terzo canale di Rai Radio, fu tradotto in sei lingue e diffuso in altre nazioni.
Sergio Zavoli intervista passeggeri all’aeroporto di Ciampino nel 1959
Nel 1962 crea la trasmissione televisiva Il processo alla tappa, un programma sportivo incentrato sul Giro d’Italia. Zavoli è conduttore e autore di altri programmi di successo come Nascita di una dittatura (1972).
Sergio Zavoli con Walter Veltroni e Silvio Berlusconi alla Festa dell’Unità il 12 settembre 1986
Vicino al Partito Socialista Italiano, dal 1980 al 1986 è presidente della Rai e nel 1981 pubblica il suo primo libro, Socialista di Dio, che vince il Premio Bancarella[6]. Una volta dimessosi dall’incarico di presidente continua sia la sua carriera televisiva (presentando programmi come Viaggio intorno all’uomo, La notte della Repubblica, Viaggio nel Sud) sia quella letteraria e nella veste di autore vinse il Premio letterario Basilicata con Romanza (1987).
Dopo il reportage Nostra padrona televisione (1994) entrò in politica con il Partito Democratico della Sinistra. Nel 1998, vince il Premio Cimitile con l’opera Ma quale giustizia? (Rai Eri – Piemme).
Dal 2001, dopo Viaggio nella scuola, è assente dal piccolo schermo. Le sue ultime fatiche letterarie sono Dossier cancro (1999), Diario di un cronista (2002), e Il ragazzo che io fui (2011) dove racconta la storia della sua vita e un capitolo fondamentale del nostro Paese. Per lo “straordinario contributo apportato alla causa del giornalismo italiano”, il 26 marzo 2007 la facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Roma Tor Vergata gli conferisce honoris causa la laurea specialistica in editoria, comunicazione multimediale e giornalismo, onorificenza che, come osserva Edmondo Berselli, “assomiglia a una tautologia” in quanto Zavoli è senz’altro il più noto giornalista televisivo italiano.
Viene eletto al Senato nelle liste dei Democratici di Sinistra nel 2001, nelle liste dell’Ulivo nel 2006 e nel Partito Democratico nel 2008 e nel 2013. Riceve il premio alla carriera 2008 dal Circolo Culturale “Gian Vincenzo Omodei Zorini” di Arona. Dal 4 febbraio 2009 al 14 maggio 2013 è presidente della Commissione di vigilanza Rai. Nella XVII legislatura è il senatore eletto (esclusi quindi i senatori a vita) più anziano in carica. Dal 2007 è presidente della scuola di giornalismo dell’Università degli Studi di Salerno.
Il 3 dicembre 2012 alcuni malviventi si introducono nella sua villa a Monte Porzio Catone dove risiede dagli anni settanta: Zavoli viene legato, picchiato e minacciato a scopo di rapina; il bottino stimato è intorno ai 20.000 euro.
Sergio Zavoli con il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano nel 2013
Il 25 settembre 2013 festeggia i propri 90 anni nella sede nazionale della Rai di viale Mazzini, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Presidente della RAI Anna Maria Tarantola e del Direttore Generale Luigi Gubitosi, oltre alla presenza di Milena Gabanelli, Mara Venier, di rappresentanti di istituzioni come il Presidente del Senato Pietro Grasso e i Ministri del Governo Letta Massimo Bray e Annamaria Cancellieri e sempre in occasione dei 90 anni ha ricevuto a Rimini il Premio Paolo Giuntella da parte dell’associazione Articolo 21. Dopo 17 anni trascorsi in Parlamento al Senato, non si ricandida alle elezioni politiche del 2018.
È morto a Roma il 4 agosto 2020 a 96 anni.
Vita privata
Il giornalista, che a settembre avrebbe compiuto 97 anni, nel 2017 aveva sposato Alessandra Chello, una collega del quotidiano Il Mattino (giornale da lui diretto intorno al 1993), più giovane di lui di 42 anni. Nel 2014 era infatti deceduta la prima moglie, Rosalba, dalla quale era separato da tempo e con la quale aveva avuto la figlia.
Bellissima e storica foto. La quarta persona a sin. Nicola Giasi.
Pasquale Fontana