Giovedì 13 agosto 2020 dalle ore 20 nei pressi delle Mura Medievali, sui Calanchi, l’Amministrazione Comunale in collaborazione con il Parco Letterario Francesco Lomonaco consegnerà una targa di ringraziamento a 20 sanitari ( Medici e Infermieri Professionali ) che durante il periodo di marzo e aprile sono stati impegnati in prima linea nei reparti Covid-19 o nelle Terapie Intensive, soprattutto nel nord Italia.
“In quei giorni difficili dentro quegli scafandri e in quelle corsie ospedalieri che la televisioni ci trasmetteva ossessivamente – ha dichiarato il Presidente del Parco Letterario Vincenzo Maida – vi erano anche nostri concittadini che lontani dalle loro case rischiavano la loro vita per gli altri.” “Abbiamo fortemente voluto questa iniziativa – ha proseguito il sindaco Piero Marrese – affinché la memoria di quei giorni tragici non vada persa”.
La cerimonia verrà coordinata da Roberta Quinto che ha preso parte alle selezioni per miss Italia e si sta segnalando per la partecipazione a diversi eventi in Italia e all’estero.
Seguirà lo spettacolo teatrale Storie di terravecchia, organizzato dal Parco Letterario Francesco Lomonaco, con la collaborazione dell’assessorato alla cultura del comune di Montalbano Jonico, Ines Nesi, e della Provincia di Matera, Piero Marrese, liberamente tratto da Emilio Andrisani dal libro I muri parlano di Vincenzo Maida. La regia è dell’HermesTeatroLaboratorio di Matera con la partecipazione di Emilia Fortunato.
Un vero e proprio viaggio nel passato si sviluppa per racconti nel corso dello spettacolo, con il desiderio di risvegliare i ricordi e le vicende gloriose o di vita quotidiana del centro affacciato sulla Val d’Agri.
Montalbano Jonico infatti non è solo una cittadina che si perde tra i calanchi e l’Agri; non solo un bianco e ridente agglomerato di case una sull’altra, perso nel pallore del riverbero del sole tra cielo e campagne; non solo la città medievale cinta da mura possenti e non solo uno dei centri più importanti della Basilicata: la sua storia, la lunga sequenza dei suoi racconti ci conducono per il mondo, sino al nord dell’Italia, sino ad Alessandro Manzoni e all’ing. Nicola Romeo, fondatore della casa automobilistica AlfaRomeo, il cui padre ebbe i natali nel comune jonico.
Montalbano è stato un crocevia di possibilità, di incontri, di vecchie storie che hanno battuto il tempo in quanto classiche. Il paese collinare non è solo il sud del sud ancestrale e antico, per non dire arcaico; non è quel pozzo profondo nel quale se si getta un masso non ne sentiamo l’arrivo, il toccare il fondo; e la storia non solo della cittadina ma dell’intera Basilicata è arcaica, questo lo sappiamo: Montalbano è invece il paese dell’ingegner Nicola Romeo, fondatore dell’Alfa Romeo, dell’Abate Nicola Maria Troyli (grande religioso e maestro di lettere), di Francesco Lomonaco. Ed è da quest’ultimo nome, da Francesco Lomonaco, che l’importanza dei ricordi si fa più nitida, più chiara sino ad impallidire per l’universalità di questo personaggio che proprio a Montalbano nacque per diventare poi uno degli uomini più influenti dell’intellighenzia partenopea prima – nell’allora Napoli capitale del regno delle Due Sicilie – e milanese dopo. Francesco Lomonaco, medico condotto, ma luminare della medicina del suo tempo, fu fedele ai propri impegni letterari e, parallelamente all’attività di medico, portò avanti quella del letterato, di studioso di grandi scrittori.
Allievo dell’abate Troyli fu medico personale di Ugo Foscolo e amico di scorribande milanesi, di incontri letterari, quasi intimo del Manzoni del quale seguì la carriera al punto che il giovane Alessandro nella sua Milano, tra l’ebbrezza della giovinezza, gli dedica persino un sonetto.
Ma i vicoli e le case di Montalbano sono state anche testimoni della micro-storia locale che rivive nei tanti racconti proposti dallo spettacolo teatrale Storie di Terravecchia.
Ago 12