Il Majatica Jazz Festival 2020 pocket edition è un festival “segreto”, eseguito senza spettatori e ripreso totalmente in esterna, con protagonisti un gruppo di improvvisatori contemporanei e una troupe di videomaker che vivono e operano tra Basilicata e Puglia. Il lavoro si è coordinato in dieci intensi giorni tra la fine di luglio e l’inizio di agosto 2020. Le tracce non stop di quei momenti sono state montate radicalmente e svelate ora in forma di mostra diffusa, nei territori di Ferrandina (Matera) dal 13 agosto al 10 settembre. Ciascuno spettatore potrà fruire delle sonorizzazioni e muoversi lungo gli spazi espositivi in totale indipendenza, munendosi semplicemente di smartphone e cuffie e puntando il proprio dispositivo sui pannelli delle varie stazioni-isole.
Valorizzare i luoghi (più o meno segreti) di un paese, come metafora di un’Italia “minore” sorprendente, teatro stratificato e secolare di pulsioni contemporanee. Attraverso una combinazione di musica, fotografia, video e tecnologia portatile, gli spettatori si renderanno autonomi nella fruizione “temporale” dello spettacolo (il quando), ma vincolati nella fruizione “spaziale” (il dove). La Pocket Edition è dunque una risposta tascabile all’esigenza di far convivere distanziamento sociale e turismo. Un turismo di scoperta, pazienza e sorpresa. Una sorta di treasure hunt, di caccia al tesoro a piedi, in bici o in auto, alla ricerca autonoma di queste Isole ideali.
Roccaforti intoccabili, dove ogni artista è libero e insindacabile.
Dove lo spettatore può raccogliersi in un intimità di ascolto “difficile” o può rigettarla in totale autonomia. Isole sono gli artisti, rappresentati in forma di naufraghi (o di eremiti), che lavorano sulle distanze siderali.
E i loro appelli sono suoni.
Isole siamo noi stessi nel momento in cui ci predisponiamo a fruire il materiale con le cuffie.
Quante volte al giorno questa condizione si ripete, ma inconsapevolmente?
Sebbene si sia riunita una troupe complessiva di 20 elementi, Isole è un progetto che ragiona sulla potenza del vuoto, dell’autonomia, della libertà di esprimersi o eclissarsi.
Nasce sostanzialmente da due esperienze progettuali differenti che si uniscono. La prima è quella di una residenza artistica permanente di improvvisazione contemporanea e la seconda è l’esigenza di interpretare i luoghi attraverso la sonorizzazione di piccolissime formazioni. La ricerca di un teso rapporto con la tradizione jazzistica e la convivenza di small e large ensemble si mette a confronto con i codici dell’arte e la potenza della natura ( ad esempio l’incontro live con un temporale).
L’uso dei QR Code legato ai luoghi non è certo una nostra esclusiva, specie in questo periodo. Personalmente è una rielaborazione di Nessundove, una mostra collettiva del 2016 curata da Davide Gambaretto. La cito perché è un esempio interessante di come un’esperienza estetica finisca per diventare un modello e una risposta pratica per risolvere un problema reale.
Ma dicevamo che gli artisti erano naufraghi ed eremiti.
Ecco, nel periodo che passerà alla storia come quello del distanziamento sociale, è finalmente giunto il momento che i naufraghi e gli eremiti si parlino e invertano la rotta delle loro solitudini per offrirle a chi voglia di ascoltare. Tutto si muove, anche le cose in apparenza più immobili, più radicate. I luoghi comuni ballano tra le cuffiette.
La natura e la cultura si sfiorano.
Un’isola sembrerà pure segnata da confini naturali, ma basterà un minuto per rendersi conto che ogni cosa (ogni cosa!) è frutto di convenzione. Cosa distingue uno scoglio da un’isola e un’isola da un continente? Quale grado di definizione nell’osservare il disegno di una costa?
E il punto preciso di demarcazione tra le parole? (FVL)
a cura di Fabio Vito Lacertosa, Raffaele Pecora
progetto grafico di Rocco Mastrangelo
Si ringrazia l’assessorato alla cultura e l’amministrazione comunale di Ferrandina e l’associazione culturale “Under Core”.
Inoltre si ringraziano le associazioni “Pensiero Attivo” e “Laboratorio Inchiostro Nero” per il supporto logistico.
Collettivo MJF
Pino Melfi – Trumpet
Angelo Manicone – Tenor Sax
Domenico Saccente – Piano/Accordion
Vitantonio Gasparro – Vibraphone
Enzo Di Stefano – Guitar
Raffaele Pecora – Guitar
Donato Pitoia – Guitar
Paolo Padula – Bass
Giuseppe Pignatelli – Double Bass
Michele Cantarella – Drums
Francesco D’Alessandro – Drums
Fabio Vito Lacertosa – Direction
Tenor Sax su Castello di Uggiano
Gianfranco Menzella
Riprese Video
Tonio Cirigliano
Tommaso Mastromattei
Domenico Martoccia
Montaggio
Domenico Martoccia
Enzo Di Stefano
Riprese aeree
Vincenzo Sidonio
Trailer
Tonio Cirigliano/Enzo Di Stefano
Fonico e Mix
Enzo Di Stefano
Mastering
Paolo Clemente