Pochi come Linus conoscono fino in fondo il mondo della discoteca. Legato da oltre 36 anni a radio Deejay, prima come speaker, dal 1995 anche impegnato come direttore artistico e da gennaio scorso direttore editoriale della stessa radio e delle due emittenti del gruppo Gedi, radio Capital e radio m2o, rilanciata dall’1 aprile con la direzione artistica affidata a suo fratello Albertino, emittente che suona musica per il target che frequenta i luoghi da ballo. Lo stesso Linus per oltre venti anni ha guadagnato mettendo musica nelle discoteche di tutta Italia ma dopo aver appreso la decisione del Governo di chiudere le discoteche dal 17 agosto al 7 settembre 2020 per l’aumento di contagi da Coronavirus tra i giovani ha deciso di uscire allo scoperto e ha espresso le sua valutazioni su una decisione politica presa in netto ritardo per riparare ad un altro errore fatto in precedenza, quello di aver consentito la riapertura affidando agli enti locali la responsabilità di autorizzare o meno l’apertura delle discoteche dopo l’emergenza Coronavirus e il lockdown nella prima parte del 2020.
Ecco le sue dichiarazioni rilasciate sul suo profilo Instagram, coraggiose e destinate a far discutere.
Michele Capolupo (nella foto con Linus in occasione della visita agli studi di Radio Deejay per la consegna del regalo confezionato per i 30 anni dell’emittente di via Massena 2 a Milano).
Linus: “E così, da oggi, quando peraltro non conta quasi più niente, le discoteche torneranno a restare chiuse. Ho dovuto mordermi la lingua in queste settimane per evitare di infilarmi in polemiche di cui proprio faccio volentieri a meno, ma adesso che è stata presa la decisione posso chiedermi…ma quale imbecille di politico, governatore, sindaco o questore poteva pensare che si potessero aprire e non avere assembramenti?!?
I gestori delle discoteche non sono esattamente una categoria al di sopra di ogni sospetto, ma come puoi pensare che la gente in un locale non faccia quello per cui c’è andata, cioè stare insieme?
Perché le avete fatte aprire, eravate ubriachi o interessati?
A Ibiza, capitale delle discoteche europee, hanno avuto il coraggio di tenerle chiuse, qui ogni zona poteva decidere in funzione dei casi della regione. Perché nei locali al mare (gli unici aperti) si sa che ci vanno solo i ragazzi del posto, non i turisti.
“I ragazzi hanno diritto di vivere”, dicono i paraculi. I ragazzi hanno migliaia di altri modi per divertirsi.
Correndo qualche rischio, certo, perché è assurdo pensare di chiudersi in un bunker.
Ma è stupido favorire i problemi.
“Il settore è in crisi”. Certo, e ovviamente mi dispiace, ci ho passato buona parte della mia vita, ma a parte Amazon conoscete qualche attività che non abbia avuto problemi da questa situazione?”