Luana Franchini, Segretaria regionale Cisl Basilicata ed Enzo Zuardi, Segretario Generale FNP Cisl Basilicata: “La medicina del territorio non è uno slogan ma una necessità”. Di seguito la nota integrale.
L’episodio dell’anziano novantenne che implora la prescrizione delle sue medicine presso la guardia medica di Villalongo a Matera, al di là della modalità della risposta ricevuta, che deve essere oggetto di accertamenti e valutazioni nelle sedi deputate, interroga la coscienza di ognuno di noi su come dare risposta ai bisogni delle persone.
Da troppo tempo denunciamo che moltissimi anziani (e non solo) stanno rinunziando a curarsi per le lunghissime liste d’attesa del servizio sanitario pubblico, per la difficoltà di usare gli strumenti che consentono l’accesso alle prenotazioni, per la difficoltà degli spostamenti nel raggiungere i luoghi di cura, per le carenze dei mezzi di trasporto, molte volte non adeguati negli orari, nella fruibilità e nel numero di corse.
Da troppo tempo denunciamo che sono ormai tanti i paesi che non hanno più neanche un medico di base, e anche la prescrizione di una ricetta diventa qualcosa di complicato, una corsa ad ostacoli. E per questo proponiamo, inascoltati, che tutte le farmacie presenti sul territorio regionale, nell’ambito di un complessivo programma di valorizzazione delle loro funzioni, diventino luoghi che offrono servizio di assistenza per le prenotazioni delle visite specialistiche al CUP regionale. Si parla spesso di medicina del territorio che è diventato ormai uno slogan e non una urgente ed immediata risposta ad una necessità. Dobbiamo portare la medicina, la cura, l’assistenza, la prevenzione nelle case delle persone, nel territorio lucano in maniera capillare, perché è un territorio vasto, disperso, con grandi difficoltà di collegamento, e per fare in modo che gli ospedali non vengano vissuti come l’unico e solo presidio di tutela della salute.
Le persone anziane sono sempre più sole a causa della emigrazione dei loro figli, molti anziani vivono condizioni di vero e proprio abbandono e carenza di assistenza, talvolta sollevati dalle iniziative delle organizzazioni di volontariato, ma è necessaria una costante, vasta e capillare programmazione delle politiche pubbliche dei Comuni e degli ambiti socio-territoriali, che devono entrare tutti in piena funzionalità, per dare una risposta di sistema a bisogni che sono costanti, a causa di patologie croniche e degenerative.
All’interno del decreto legge n. 34/2020 sono previsti i piani di assistenza territoriale, che potranno consentire una più compiuta azione di promozione della salute e di prevenzione, nonché una migliore presa in carico delle categorie fragili. Si creano cosi spazi per una sperimentazione di formule avanzate di servizi territoriali, intesi come un tassello importante di progetti di salute che vedano protagoniste le comunità stesse e alla costruzione dei quali partecipino in una alleanza territoriale i servizi sociali degli enti locali, l’azienda sanitaria, il volontariato e il terzo settore, il mondo delle categorie economiche e del lavoro, unitamente a quelle reti formali e informali che, localmente e nell’esercizio dei princìpi di solidarietà e reciprocità, contribuiscono al benessere collettivo. Queste sperimentazioni si inseriscono all’interno dei progetti attuativi del piano sanitario nazionale, che prevede espressamente modalità di intervento che riducano le logiche di istituzionalizzazione, favoriscano la domiciliarità e consentano la valutazione dei risultati ottenuti, anche attraverso il ricorso a strumenti innovativi quali il budget di salute individuale e di comunità.
Un modello organizzativo valido e sperimentato in altri territori sono ad esempio le Case della Salute, luoghi che garantiscono capillarmente sul territorio l’azione congiunta dei medici di famiglia, dei pediatri, dei medici specialisti, degli infermieri, degli assistenti sociali degli operatori socio assistenziali, del personale allo sportello, delle associazioni di pazienti e di volontariato, attraverso una medicina che da una continuità dell’assistenza con l’ospedale e rafforzando anche le competenze dei cittadini nella promozione della loro salute. Il tema della medicina del territorio che porti la cura e l’assistenza vicina alle persone non è più rinviabile, altrimenti la triste vicenda dell’anziano alla ricerca della prescrizione delle sue medicine non sarà un episodio isolato.