Anna Selvaggi, Presidente regionale AIDE, esprime alcune riflessioni dopo la conferma alla presidenza dell Cotrab di Giulio Ferrara, già condannato per un caso di violenza sessuale. Di seguito la nota integrale.
Molto clamore ed indignazione ha suscitato la notizia che Giulio Ferrara, direttore della SITA Basilicata, società di trasporto pubblico e facente parte del Consorzio COTRAB- Consorzio Trasporti Basilicata- costituito tra società affini, sia stato rieletto dal Consiglio di amministrazione a presidente dello stesso Consorzio.
Il dissenso nasce dalla considerazione che il citato signore si è reso responsabile di abusi sessuali nei confronti di una donna che lavora nella sua stessa società e per tale atto inconsulto dopo tre gradi di giudizio, è stato condannato ad una pena detentiva di due anni e sei mesi. Il nominato signore inoltre, e anche presidente della sezione Trasporti della Confindustria di Basilicata.
Belle gratificazioni per questo signore ma non altrettanto belle sono state le scelte di coloro che lo hanno portato su scranni così prestigiosi. Mi domando dove è la governance della SITA che continua a dare la sua rappresentanza al suddetto signore, mi domando dove sono gli altri consorziati che pur essendo in una condizione di minoranza in seno al Consorzio non hanno levato alta la loro voce di dissenso e dove è il codice etico della stesso Consorzio che certamente non consente la designazione a cariche elettive di coloro che si rendono responsabili di azioni nefande, mi domando dove sono i sindacati ai quali è affidato l’onere di far rispettare la sacralità dei luoghi di lavoro come luogo di riscatto e di acquisizione della libertà dei lavoratori, mi domando dove è il codice etico di Confindustria che continua ad annoverare tra i suoi rappresentanti simili soggetti anche in considerazione che tra questi siede una rappresentante con delega alle pari opportunità attualmente presidente della Commissione regionale Pari Opportunità, mi domando cosa voglia dire l’assessora ai trasporti ed infrastrutture della Regione Basilicata, una donna, allorchè dichiara di non volere dare la “caccia alle streghe” dal momento che le straghe non esistono ma la sentenza si. Il Consorzio , pur essendo privato, garantisce il sostentamento delle società associate attraverso il contributo regionale sul percorso chilometrico degli automezzi adibiti al trasporto pubblico.
Ebbene in qualità di Presidente della Associazione AIDE- Associazione Indipendente Donne Europee- e già Commissaria regionale delle pari opportunità, chiedo il conto di chi si è reso responsabile di tale designazione che non rende giustizia del deplorevole gesto del signore condannato da una sentenza che va rispettata e non discussa. Da talune parti è stata evocata la indispensabilità dell’apporto professionale di questo signore. Le esperienze di vita ci portano a considerare che per costruire una professionalità è necessario che ci sia prima l’uomo inteso come soggetto depositario di valori e di morale, e poi dal momento che nessuno di noi possiede la dote della immortalità se il citato signore, Dio non voglia, dovesse venire a mancare crollerebbe l’efficienza del trasporto pubblico? Tutti siamo utili, nessuno indispensabile.