Il Consiglio comunale in seduta straordinaria aperta avente come oggetto: ‘Emergenza focolaio Covid-19 nella città di Potenza’ si apre alle 16,35 con il presidente del Consiglio comunale Francesco Cannizzaro che illustra le modalità di svolgimento dei lavori consiliari. Il consigliere di ‘Potenza civica per Guarente’ Giuliano Velluzzi apre la serie di interventi. Dopo un excursus storico sul tema delle migrazioni nel Mediterraneo, il consigliere cita “la pandemia Covid-19 come fattore aggravante del fenomeno migratorio, fenomeno che ha raggiunto dimensioni preoccupanti, che può essere affrontato solo con una dimensione continentale, coinvolgendo l’intera Europa. E’ necessario rilasciare un sistema di visti, un cambiamento radicale del modo di vedere l’emigrazione, un fenomeno naturale che riguarda una parte importante delle popolazioni mondiali e che va governato attraverso politiche diverse da quelle fallimentari adottate sino a oggi”. Il capogruppo di ‘Potenza Città Giardino’ Pierluigi Smaldone parla di un Consiglio voluto “per offrire una chiave di lettura diversa sul tema dell’immigrazione, non allarmistica, ma molto seria, molto realistica. Lo si può fare a cominciare dai dati, la situazione emergenziale di un episodio è finita e, stando ai dati IRES tra il 30 e il 40% degli occupati nel settore agricolo è straniero, negli ultimi anni sono nate 90 imprese gestite da stranieri. Potenza è un luogo di passaggio. Rispetto alle regolarizzazioni, l’80% delle istanze è stata avanzata da persone che svolgono assistenza di altre persone e, in un Paese che tende a invecchiare, questo è un aspetto da tener presente. Coldiretti a maggio ha aperto una piattaforma sulla quale manifestare la propria disponibilità a svolgere la propria attività lavorativa nel settore agricolo. Si sono iscritti 5 utenti per la provincia di Potenza e una decina per la provincia di Matera. 600 lavoratori vengono impiegati per la raccolta per il solo Alto Bradano. Quindi un evento come il lock down avrebbe avuto conseguenze ancor più disastrose se non fosse stato per persone come i 600 lavoratori dell’Alto Bradano”.
Set 01