Nessun rappresentante delle istituzioni locali (Comune di Matera, Provincia di Matera, Regione Basilicata e Prefettura di Matera) ai funerali di Augusto Viggiano, celebrati questa mattina nella chiesa di Sant’ Angnese al rione Agna di Matera da Padre Basilio Gavazzeni, che ha offerto numerosi spunti di riflessione con l’omelia dedicata a colui che viene considerato il più grande fotografo dei Sassi di Matera e della Murgia.
Eppure un mese fa le istituzioni locali non avevano fatto mancare la propria presenza all’inaugurazione della mostra “Tornerò ad Aliano” con gli scatti di Augusto Viggiano negli ipogei di San Francesco d’Assisi, nel centro storico di Matera.
Questa mattina Augusto Viggiano è stato invece ignorato dalle istituzioni locali. Solo pochi amici ai suoi funerali.
Sono venuti a mancare anche i messaggi di cordoglio, se si escludono quelli del sindaco De Ruggieri e del Circolo La Scaletta, una “creatura” dell’attuale primo cittadino di Matera oggi presieduta da Paolo Stasi.
E’ anche vero che queste assenze non influiranno sull’umore di Augusto Viggiano, che ha sempre raccontato, attraverso le sue lettere diffuse nel centro cittadino, quello che pensava delle istituzioni e della politica locale, senza rinunciare a toni particolarmente duri. Ad Augusto Viggiano evidentemente non servivano i saluti delle istituzioni. A lui è bastato riabbracciare Briciola, la sua compagna a quattro zampe di sempre.
Michele Capolupo
Di seguito l’omelia di Padre Basilio Gavazzeni, che ha invitato i presenti a predisporsi con decisione alla verità teologica dell’avvenimento.
“Tutte le sentinelle del mio popolo sono stolide e cieche/ Tutti cani muti senza forza per abbaiare/Fanno sogni/ Dormicchiano/ Gli piace ciondolare”: qualcuno avrebbe potuto citare Isaia 56,10 rilevando l’assenza di gente che ha dichiarato che noi tutti ad Augusto saremo sempre grati.
Una nipote ha proclamato san Paolo ai Romani:” Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” smuovendo la risposta del Salmo 22: “Il Signore è il mio pastore”. Dio che tiene nascoste le cose più importanti ai sapienti e agli intelligenti è stato il tema del vangelo proposto da Matteo, poco adatto, aprima vista, al defunto, uomo di cultura forte e consapevole.
L’omelia era da registrare e ritrascrivere.Sono note la sottigliezza, la passione e il corredo semantico del celebrante.
Augusto,è stato detto, non è punto riducibile a maestro dell’arte fotografica.“Homo patiens” sin dall’infanzia, travagliato anche dal proprio orgoglio, zuppo di una cultura di cui aveva riconosciuto il fallimento storico, trattenendone tuttavia la nostalgia di riscatto e di fraternità, uomo in lotta con Dio, anzi in fuga da lui, dal Levriero divino che non concede tregua alla preda umana, finché non la raggiunge e la vince e la unisce cavallerescamente alla sua vittoria: tale Augusto Viggiano. Con una sindrome cristica provata dallo sperpero di sé, delle sue risorse e della sua creatività, e dalla pratica assidua della munificenza più sbrecciata.
Ma ora, Augusto Viggiano, al Dio che non è quello di certe leggende nere del’900 può confessare: “I passi del mio vagare tu li hai contati/ Le mie lacrime nell’otre tuo raccogli;/ Non sono forse scritte nel tuo libro? (Salmo 55). Tale il vero archivio inconsumabile cui Augusto può appellarsi, non a quello peribile, sia pur digitalizzato, dei suoi 44 mila scatti fotografici.
L’omileta ha riconosciuto ai presenti: voi, ermeneuti dei dieci libri fotografici di Augusto Viggiano, riconoscete che lui si è adeguato a un’indicazione attribuita a Galileo Galilei: “Occorre guardare con occhi che vedono, con occhi che credono in quel che vedono, con occhi che credono di vedere cose che hanno valore, con occhi che amano quel che vedono.”
Augusto Viggiano, per dirla con Paul Claudel, era occhio che ascoltava, anzi occhio che auscultava. Ma davvero ha ascoltato l’intera realtà? Non gli ha fatto velo la temperie culturale nostrana pur mutuata da indimenticati maestri? E’ davvero riuscito a intravedere i varchi aperti dalla trascendenza anche nella nostra realtà effettuale?
L’omileta ha concluso: oggi sì, Augusto è divenuto il perfetto occhio che ascolta, davanti all’ostensione visibile della Gerusalemme celeste, e noi chiediamo a Dio che gli permetta anche di applicare simile occhio a noi che non sempre l’abbiamo accolto e compreso e che, per questo gli dobbiamo chiedere perdono.
Si sa che una vera celebrazione liturgica, avendo l’Eucarestia al centro, è sempre un tempio nel tempo. Tali sono state le esequie di Augusto Viggiano, piccola zattera di umanità giunta al porto di Dio come poetava Boris Pasternak.
Augusto Viggiano è stato ben onorato da questo congedo in cui si è voluto controbilanciare, secondo spirito di verità, tante parole ipocrite, ridicole e puramente opportunistiche, provenienti da ambienti che per decenni hanno provveduto metodicamente a isolarlo in povertà solo perché del partito dei liberi cittadini.
E nella preghiera non si è dimenticata Briciola, la sua leggendaria cagnetta.
Di seguito una breve biografia di Augusto Viggiano, le notizie relative all’Archivio digitale della memoria promosso dal Comune di Matera che racconteranno la storia recente della città nei 40mila scatti di Augusto Viggiano e una fotogallery dedicata ad Augusto Viggiano.
Augusto Viggiano è ritenuto il più grande fotografo dei Sassi di Matera e della Murgia.
Augusto Viggiano è stato il testimone con la sua inseparabile macchina fotografica dell’evoluzione degli antichi rioni Sassi e dell’altopiano murgico e i suoi scatti hanno dato vita a numerose pubblicazioni.
Il Comune di Matera dopo aver acquisito il suo vasto archivio fotografico ha già avviato un progetto per la digitalizzazione delle sue foto, per rendere fruibile a materani e visitatori questo patrimonio di inestimabile valore.
Chi vuole ammirare le sue opere fotografiche può raggiungere gli ipogei di San Francesco dove è ancora in corso la mostra fotografica “Tornerò ad Aliano” organizzata dal Comune di Matera.
Augusto Viggiano è stato un ex-vice direttore della Biblioteca Provinciale ‘Tommaso Stigliani’ di Matera.
Augusto, oltre ad essere stato bibliotecario, è stato un grandissimo fotografo del territorio, documentando con la sua inseparabile macchina fotografica –dagli anni 70 agli anni 90, le trasformazioni dei Sassi, dell’ Altopiano Murgico,le tradizioni e i riti religiosi del territorio Lucano (Maggio di Accettura, Madonna di Viggiano, ed altri).Ha testimoniato, tral’altro, la presenza nella nostra comunità di Carlo Levi, documentando il viaggio della sua salma da Roma ad Aliano dove si svolsero i suoi funerali. Immagini uniche di una straordinaria valenza storica. Nel suo archivio anche scene del set cinematografico “L’Albero di Guernica” di Fernando Arrabal (1975) girato negli antichi rioni Sassi.
Per Augusto la fotografia è stata la principale ragione di vita insieme alla sua ‘ossessione’ per i libri fotografici. Egli è stato autore di 10 volumi fotografici, ormai introvabili, con prefazioni e commenti di studiosi e antropologi di fama internazionale.
Il perito che ha avuto l’arduo compito di valutare la sua produzione scrive di lui e del suo archivio:
“Quantificare decenni di lavoro è come misurarsi con una vita. Dal punto di vista monetario è francamente compito arduo, se non impossibile. La qualità dei materiali presi in esame è fuori discussione ma, le emozioni, gli intimi sentimenti che ha vissuto Augusto Viggiano, non possono subire la compressione numerica di alcun calcolo numerico freddamente ragionieristico. Si possono cogliere aspetti che emergono dal suo lavoro appartenenti alla sfera dell’immateriale e, per forza di cose, il discorso deve essere ampliato ad altre dimensioni. Normalmente è possibile distinguere vari aspetti discorsivi anche quando bisogna occuparsi di fotografia. In questo caso, se i discorsi vengono ricondotti al lavoro di Augusto Viaggiano, emergono due evidenti processi, non certo casuali. Il primo, il più evidente, potrebbe partire immediatamente dall’immagine e, di conseguenza, provocare la parola di chi osserva. Questo processo verbale può andare bene a una prima lettura ma, nel suo modo di esprimersi più autentico, il senso di marcia corretto procede al contrario. Il fondamento è un altro. Credo che ogni singola immagine di Viggiano proceda sempre dalla parola all’immagine. La fotografia è una narrazione in sequenza che segue il monologo interiore di chi le ha catturate, volta per volta. Il suo primo lavoro, decisivo per la formazione futura, emerge continuamente. Anni trascorsi a dirigere una biblioteca lo hanno naturalmente portato a raccontare i luoghi, i volti, gli oggetti. Sempre con l’intenzione di proporre situazioni capaci di risvegliare nel procedere di ogni fotogramma narrato, il ricordo, la memoria di altre storie ancora. E non è forse il ricordo, come diceva Walter Benjiamin che “crea la rete che tutte le storie finiscono per formare tra loro”? Una si lega all’altra, i grandi narratori lo sanno e Viggiano ha saputo raccontare bene, lasciando un’orma profonda fatta di passione e luce in tutti i suoi racconti.”
Questo è Augusto Viggiano, uomo che resterà con le immagini da lui prodotte, immortale per la nostra comunità.
E’ stato un lavoro lungo e paziente, segnato da pause, ripensamenti e paure da parte di Augusto. La volontà di cedere all’amministrazione comunale il suo archivio fotografico è maturata naturalmente in lui, rendendolo sereno per questa importante operazione.
Un riconoscimento va rivolto, per la sensibilità e l’appoggio al già Ass. Francesca Cangelli ed all’Ass. Paola D’Antonio che ha con impegno e determinazione condotto al raggiungimento dell’obbiettivo; determinazione ed entusiasmo che Ella ha saputo trasmettere anche al personale dell’Ufficio Sassi che ha lavorato per il compimento delle procedure.
Un ringraziamento particolare è dovuto al Capo di Gabinetto Dott. Maria Rita Iaculli e al Segretario Generale Dott. Maria Angela Ettorre, le quali per professionalità e competenze profuse hanno sostenuto gli atti amministrativi.
Un grazie va rivolto ai consiglieri comunali, Antonio Sansone e Paolo Manicone per aver instaurato un rapporto di fiducia, lealtà e amicizia con Augusto. Hanno testardamente creduto che tutto ciò si potesse realizzare, consegnando alla comunità materana, quale bene comune questo enorme patrimonio.
Evidentemente era scritto che Augusto stendesse un filo sottile ed invisibile con Matera tanti anni fa. Quel filo che nonostante tutto non si è mai spezzato e gli ha permesso di non staccarsi mai da questa terra.
Vorremmo che la comunità comprenda che, quello di Augusto, è stato un atto di grande amore per la sua Matera. E noi tutti gli saremo sempre grati.
Di seguito la nota relativa all’Archivio digitale della memoria promosso dal Comune di Matera: la storia recente della città nei 40mila scatti di Augusto Viggiano e nei documenti del concorso internazionale di idee per il recupero dei Sassi
Oltre 44mila gli scatti da valorizzare e rendere fruibili, fra negativi in bianco e nero di diversi formati e diapositive a colori, effettuati principalmente negli anni fra il 1973 e il 2001 e riguardanti principalmente i Rioni Sassi, l’altopiano murgiano, le chiese rupestri, il centro storico cittadino, le feste della Madonna della Bruna, le visite alla città di Spadolini e Scalfaro, i set cinematografici de “L’albero di Guernica” (Fernando Arrabal – 1975) e “Cristo si è fermato ad Eboli” (Francesco Rosi – 1979), i foto ritratti di Carlo Levi, Josè Ortega, Leonardo Sinisgalli, e foto della Basilicata.
Il Comune ne aveva acquistati 11.500, ma Viggiano ha voluto donare alla sua città tutto il resto del suo preziosissimo archivio.
“L’acquisizione dell’intero fondo – spiega l’assessore ai Sassi, Mariangela Liantonio – era prevista nell’ambito del progetto denominato ‘Archivio multimediale delle fonti storiche: grafiche, fotografiche, cinematografiche e documentali’ cofinanziato dal Comune di Matera e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, con fondi stanziati dalla legge sulla tutela e sulla fruizione dei siti Unesco italiani (77/2006).
Finalità del progetto: la ricostruzione della memoria ed il racconto della storia e della vita nei Sassi, prima dello sfollamento degli anni cinquanta e dopo l’abbandono del successivo trentennio, attraverso la realizzazione di un sito web che raccolga materiale fotografico e documentale.
Un archivio della memoria, quindi, che possa consentire di perpetuare e tramandare la storia della città in uno dei periodi più difficili della sua esistenza. Questo archivio conterrà anche una sezione dedicata al concorso internazionale per il recupero dei Sassi del 1974 che sarà realizzata attraverso la digitalizzazione degli elaborati e dei pannelli.
Il progetto aveva subito uno stop per l’esaurimento dei fondi ma a febbraio 2020 il Comune ha deciso di anticipare la somma necessaria, nell’attesa dell’erogazione del finanziamento già accordato da parte del MiBACT, rendendo possibile l’avvio delle attività”.
La realizzazione del progetto è stata affidata con procedura Mepa alla società cooperativa Selecta di Matera che si occuperà di: ideare e predisporre il sito web; fornire l’infrastruttura hardware utile allo storage in sicurezza delle fonti da acquisire mediante scansioni e o riprese digitalizzate, scansionare gli 11.500 scatti fotografici del fondo Viggiano riferiti al sito Unesco di Matera, fotoriprodurre e digitalizzare il materiale del fondo costituito dagli oltre 200 pannelli espositivi dei progetti partecipanti al concorso internazionale per il restauro dei Rioni Sassi bandito nel 1974. La società affidataria ha comunicato inoltre di voler scansionare tutte le oltre 44mila immagini del fondo Viggiano, senza ulteriori oneri economici per il Comune.
Il lavoro dovrà essere concluso entro il 15 agosto 2021, termine previsto dalla procedura di affidamento del servizio.
Nella fotogallery gli scatti del funerale di Andrea Semplici, Augusto Viggiano al Comune di Matera con il sindaco De Ruggieri durante una presentazione dei suoi lavori nel 2017, nel reparto di geriatria dell’ospedale di Matera mentre sfoglia “Testimonianza e memoria” l’unico suo libro attualmente in commercio rieditato dalla Edizioni Magister, in uno scatto di Antonio Sansone al Comune di Matera, in uno scatto con l’editore Timoteo Papapietro di Edizioni Magister e alcune delle sue pubblicazioni
(foto Andrea Semplici e SassiLive.it)